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Def 2014. Anaao: “Ancora tagli. Governo incurante degli allarmi lanciati sul Ssn”


Il sindacato dei dirigenti medici punta il dito in particolare contro l’ipotesi di taglio degli stipendi e del fondo sanitario nazionale. "A colmare il gap tra costi e servizi saranno i cittadini". Critiche contro il silenzio di Regioni, professioni sanitarie, ordini professionali e Università.

17 APR - “Crescita dei costi del personale per i prossimi anni invariata rispetto agli anni più recenti, cioè zero o meno; blocco del turnover sine die, con buona pace del giovanilismo imperante e delle attese dei giovani medici che, si sa, sono meno eguali degli altri e dei livelli assistenziali al sud sempre più eventuali; riduzione del fondo sanitario nazionale conseguente alla previsione di un PIL in ribasso. Questo è il DEF per la sanità che il Consiglio dei Ministri ha preparato ed il Senato si accinge oggi ad approvare”. Ad affermarlo è l’Anaao Assomed, in una nota in cui si sottolinea come Parlamento e Governo sembrino “incuranti degli allarmi lanciati da voci autorevoli, in ultimo il rapporto Osservasalute 2013 della Università Cattolica, sul rischio di uno sgretolamento del sistema sanitario e dei guasti, in termini sociali e di salute, provocati da una progressiva restrizione del perimetro di tutela pubblica della salute. Ai cittadini toccherà colmare il gap tra costi e servizi”.

Ma l’Anaao punta il dito anche contro l’ipotesi, annunciata da alcune indiscrezioni di stampa, di taglio lineare al fondo sanitario nazionale di 4 miliardi in tre anni e di “amputazione chirurgica” degli stipendi di tutti i professionisti della sanità. “Il combinato disposto – afferma l’Anaao - di un definanziamento che produce asfissia dei servizi e di un impoverimento delle competenze professionali, spinte alla quiescenza e/o al passaggio concorrenziale al privato, lascia intravvedere una morte annunciata, per la quale non ci risulta sia stato chiesto il consenso dei diretti interessati, cittadini ed operatori, in elezioni primarie o secondarie”.

In tutto questo, l’Anaao esprime delusione per il fatto che “il grido di dolore per quanto accade è rimasto, però, solo sulla bocca dei medici e dei dirigenti sanitari. Tacciono le Regioni immerse nell’oblio di un patto tradito prima ancora che venisse stipulato. Tacciono le organizzazioni sindacali delle nuove professioni sanitarie, soddisfatte di competenze avanzate e di condizioni di lavoro arretrate. Tacciono gli ordini professionali per i quali il decoro e la dignità professionale sono fattori indipendenti dal contesto. Tacciono le Università che non hanno ancora capito che se si abbassano i nostri stipendi caleranno anche quelli dei medici universitari. Qualcuno si meraviglia ancora per lo stato di agitazione che abbiamo dichiarato e per gli scioperi annunciati?”, conclude la nota dell’Anaao.
 

17 aprile 2014
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