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PMA. Sacconi (Ncd): “Pensiamo ad una legge ad hoc su eterologa. Troppe le questioni aperte”


Il Nuovo Centro Destra si dichiara pronto a scrivere una legge che regoli la fecondazione eterologa. A dirlo il capogruppo del partito Sacconi. Troppe infatti, le questioni aperte dopo la sentenza della Consulta che ne ha bocciato il divieto contenuto nella L. 40: dall'anonimato del donatore alla gratuità della cessione di gameti, fino al rischio di incesto.

15 MAG - Maurizio Sacconi, capogruppo Ncd al Senato e i parlamentari Ncd Eugenia Roccella e Raffaele Calabrò, oggi hanno fatto sapere di essere pronti a mettere a punto una legge ad hoc che regoli la fecondazione eterologa, alla luce della sentenza della Consulta dello scorso aprile, che ne ha bocciato il divieto contenuto nella legge 40.
 
Secondo gli esponenti “alfaniani” infatti “quando la Corte Costituzionale avrà reso pubbliche le motivazioni, il Parlamento sarà costretto a legiferare, per colmare l'evidente vuoto legislativo che getterebbe nella confusione prima di tutto gli operatori sanitari coinvolti, oltre che le coppie”.
 
Sono tante le questioni aperte che creano di fatto un vuoto legislativo in materia. “Bisogna stabilire – hanno spiegato i parlamentari - se il nato da eterologa ha diritto o meno di accedere all’identità della persona che ha fornito ovociti o liquido seminale, il cosiddetto genitore biologico. Se si', bisogna regolamentarne le modalità: chi ha la responsabilità di dare l'informazione, a che età, se sia necessario porre condizioni”.
Altro punto è la rete parentale biologica: “occorre capire se il nato da eterologa ha diritto ad accedere ai dati biografici della rete parentale del genitore biologico, ovvero se ha il diritto a conoscere i propri consanguinei. Se sì, anche qui vanno regolamentate le modalità”.
 
Secondo Ncd c'e' poi il rischio di rapporti incestuosi. Per la deputata Roccella “È necessario stabilire - spiega Roccella - come un nato da eterologa possa chiedere informazioni su un partner, per sapere se è suo parente biologico o meno. La numerosità di figli dello stesso donatore è spesso oggetto di cronache giornalistiche scandalistiche. Occorre tutelare i nati da eterologa e al tempo stesso evitare indagini indiscriminate e immotivate sul patrimonio genetico dei cittadini: vanno normate le modalità di richiesta di informazioni da parte di nati da eterologa, e le modalità di accesso ai dati personali del partner con cui si vuole escludere un'eventuale parentela”.
 
Secondo Ncd, altro nodo da sciogliere è quello relativo all'accesso alla terapia. “Solo uno dei due componenti della coppia ha accesso o entrambi possono far ricorso all'eterologa? Cioè se i gameti con cui avviene il concepimento possano essere tutti estranei alla coppia che accede alle tecniche, nel qual caso il nato non avrebbe alcun legame biologico con i genitori sociali. Se si ammettesse questo principio, andrebbe valutata anche la possibilità analoga, cioè l'adozione di embrioni”.
 
Ma i punti interrogativi non finiscono qui. C’è infatti quello della gratuità della cessione di gameti. “Il decreto 191 del 2007 prevede che la donazione di tessuti e cellule è volontaria e gratuita. Qualunque indennità è esclusa, come del resto per la donazione del sangue o di altri tessuti e cellule umane. Sappiamo però che in altri Paesi esiste un vero e proprio mercato nell'ambito della fecondazione eterologa, con pesanti forme di sfruttamento soprattutto a carico di giovani donne povere: sarebbe dunque di grande importanza normare questo punto attraverso una legge, che prevedesse anche una pena specifica”.
 
Infine c’è il problema delle informazioni che le biobanche di gameti possono gestire. “È noto - spiega Roccella - che nei Paesi in cui l'eterologa è ammessa, le coppie che vi accedono hanno la possibilità di scegliere alcune caratteristiche dei donatori, spesso in veri e propri cataloghi: aspetti somatici, appartenenza etnica, ma anche livello di istruzione e persino religione. Talvolta sono richieste anche foto da bambino del donatore”. 

15 maggio 2014
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