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Ebola. Lorenzin in audizione al Senato. "Tutte le segnalazioni di casi sospetti in Italia hanno dato esito negativo"


A destare preoccupazione è anche il possibile contagio tramite gli sbarchi di migranti, ma il ministro ha spiegato: "La possibilità che attraverso questo canale arrivino persone affette dalla malattia è veramente bassa”. Il governo sta comunque adottando misure per rafforzare i sistemi di controllo. IL TESTO DELL'AUDIZIONE

09 OTT - Tutte le segnalazioni di sospetti casi di Ebola in Italia “hanno avuto esito negativo”. Lo ha comunicato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, durante un’informativa in aula al Senato sulla diffusione del virus. Per quanto riguarda i pericoli di contagio tramite sbarchi di migranti sul territorio italiano, “la possibilità che attraverso questo canale arrivino persone affette dalla malattia è veramente bassa”.

LA SITUAZIONE NEI PAESI COLPITI
Lorenzin ha spiegato che dal dicembre del 2013, quando l'epidemia avrebbe avuto effettivamente inizio, sono stati riportati dall'Organizzazione mondiale della sanità, - alla data 8 ottobre, cioè la giornata di ieri, dati dell'ultimo report dell'OMS - 8.011 casi probabili, confermati e sospetti, inclusi 3.857 decessi, con un tasso di letalità di circa il 46 per cento, in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Tali dati - come è facile intuire - sono soggetti a continue variazioni. In Nigeria, dove il virus Ebola è stato introdotto nel mese di luglio dalla Liberia, sono stati registrati 20 casi e 8 decessi. Oltre al caso indice, si sono verificati casi secondari e terziari e, dopo il focolaio iniziale di Lagos, un cluster di casi è stato registrato a Port Harcourt, con tre casi confermati. In Senegal è stato registrato un solo caso di importazione dalla Guinea, senza ulteriori casi secondari.

LE SCARSE MISURE ADOTTATE DAI PAESI COINVOLTI
Il ministro ha poi ribadito che tutte le organizzazioni e gli analisti hanno affermato che il virus si è trasmesso ed è cresciuto a causa di un'incapacità dei Paesi in cui è scoppiato di mettere in atto misure sanitarie che per noi sarebbero basiche: rintracciare le persone contaminate ed effettuare il risanamento. Purtroppo questo ha portato a una crescita esponenziale, su cui oggi bisogna assolutamente intervenire, per evitare che questo virus si trasformi, non solo in una grandissima e ulteriore tragedia sanitaria, ma anche in una tragedia umanitaria, anche con conseguenze geopolitiche.

IN ITALIA TUTTE LE SEGNALAZIONI HANNO DATO ESITO NEGATIVO
In Italia le numerose segnalazioni dei casi sospetti pervenute sino ad oggi al Ministero della Salute sono state oggetto di apposite indagini epidemiologiche e di approfondimento diagnostico, come previsto dalle circolari emanate e hanno avuto tutte esito negativo. Presso l'istituto Lazzaro Spallanzani è al momento ricoverato in osservazione un medico italiano impegnato per l'organizzazione non governativa Emergency in Sierra Leone, che aveva avuto un'esposizione considerata a bassissimo rischio con un caso di Ebola attualmente ricoverato in Germania. La persona in questione era del tutto asintomatica al momento del ritorno in Italia, avvenuto il 3 ottobre, con un percorso Freetown (Sierra Leone) Casablanca (Marocco) Fiumicino. Ad oggi è del tutto asintomatica.

I PERICOLI LEGATI AI VOLI
Lorenzin ha spiegato che l'Italia è destinataria di voli diretti soltanto dalla Nigeria, Paese che ha avuto un focolaio di casi secondari e terziari legati ad un unico caso importato nel luglio 2014 e che a breve, permanendo la situazione di assenza di nuovi casi, potrà essere rimosso dall'elenco dei Paesi affetti. Tali voli diretti arrivano con cadenza trimestrale all'aeroporto di Fiumicino, dove l'USMAF è pronta ad intervenire in caso di segnalazione di casi sospetti, come del resto per qualsiasi altra provenienza. Tutti gli altri Paesi colpiti (Guinea, Libera, Sierra Leone), sono collegati all'Italia solo mediante voli indiretti, che fanno scali in hub europei (Bruxelles, Madrid, Lisbona, Parigi ed altri) o del Nord Africa. Ne consegue che viaggiatori provenienti dalle aree colpite potrebbero arrivare in Italia attraverso voli con provenienza comunitaria o non comunitaria.

LE MISURE PROGRAMMATE DAL GOVERNO PER RAFFORZARE IL SISTEMA DI CONTROLLO
Le misure, ha sottolineato Lorenzin, che il governo intende adottare per rafforzare il sistema di controllo riguardano: rafforzamento e potenziamento delle procedure per l'individuazione dei soggetti che potrebbero essersi infettati già nei Paesi africani colpiti dall'epidemia prima del loro imbarco sugli aeromobili con destinazione in uno degli aeroporti continentali; l'individuazione degli stessi soggetti al momento dello sbarco al fine di fornire agli stessi compiute informazioni attraverso l'installazione negli aeroporti di cartelloni informativi e la distribuzione di opuscoli informativi che già ci sono, ma che devono essere ancora più evidenti e più capillari sui comportamenti da tenere nell'ipotesi in cui nei giorni successivi al loro arrivo si manifestano i sintomi di una possibile infezione.

MARE NOSTRUM E I RISCHI LEGATI AGLI SBARCHI
Per quanto riguarda invece l'operazione Mare nostrum, Lorenzin ha garantito che la partecipazione del Ministero della salute, con i propri medici, all'attività della Marina militare( che l’Italia ha cominciato ad effettuare dal 21 giugno e da allora ad oggi sono stati effettuati più di 80.000 controlli sanitari a bordo delle navi) è volta proprio a consentire, quando ancora i migranti sono a bordo e prima dello sbarco sul territorio italiano, i controlli sanitari per accertare la presenza di segni e sintomi sospetti di malattie infettive, ai sensi del regolamento sanitario internazionale dell'Oms. Il ministro ha quindi valutato che ad oggi la possibilità che attraverso questo canale arrivino persone affette dalla malattia di Ebola, considerando i termini di incubazione, è veramente molto bassa.

 

09 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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