Dpcm precari. Silvestro (Ipasvi): “Un primo passo importante. Ora lo sblocco del turn over”
Per la senatrice Pd e presidente della Federazione nazionale Ipasvi, il via libera delle Regioni allo schema di Dpcm, è un "passo fondamentale" sia per i servizi che per i professionisti. “Ora l’obiettivo è lo sblocco del turn over, soprattutto nelle Regioni in piano di rientro che vivono una condizione ai limiti della sostenibilità per mancanza di personale”.
23 GEN - “Lo schema di Decreto del presidente del Consiglio sulla stabilizzazione di parte dei precari del Servizio sanitario nazionale, è una boccata di ossigeno per le aziende con gli organici ormai ridotti all’osso, ma anche e soprattutto per quei professionisti che mettono tutto il loro impegno nell’assistenza, ma fino a oggi si trovavano in una vera condizione di precarietà Ora l’obiettivo è lo sblocco del turn over, almeno in quelle Regioni – dove a esempio c’è il piano di rientro – che vivono una condizione ai limiti della sostenibilità per mancanza di personale”. Questo il commento di
Annalisa Silvestro, senatrice Pd e presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, alla notizia dell’
intesa Stato-Regioni sul Dpcm predisposto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin con cui si avvia la stabilizzazione dei precari del Ssn. Il testo sul quale è stata raggiunta l’Intesa, prevede la possibilità di avviare procedure concorsuali riservate al personale precario degli enti del Servizio sanitario nazionale per coprire sino al 50% dei posti disponibili. Potranno accedere alla stabilizzazione i precari del Ssn che abbiano prestato un servizio effettivo non inferiore ai tre anni nell’ambito del quinquennio precedente.
“E’ un primo passo – commenta Silvestro – e l’importante ora è non fermarsi, sia nell’interesse del Ssn che dei professionisti che ne fanno parte e che finora non si sono mai tirati indietro nel compiere il loro dovere, nonostante l’incertezza in cui si sono trovati. Le condizioni di lavoro degli infermieri nelle strutture e nei servizi dell'intero Sistema salute italiano sono in assoluto difficili. Strutture e servizi sanitari reggono grazie all'impegno e all'abnegazione degli operatori e dei professionisti, di cui la parte prevalente è costituita da infermieri. I nostri professionisti hanno competenza, capacità, motivazione e una preparazione professionale che li rende richiesti anche all'estero, ma sono troppo spesso sacrificati sull’altare di un risparmio di spesa che si fa troppo spesso a loro spese e a spese dei pazienti che ottengono un’assistenza di qualità sempre più bassa e più carente. E anche chi lavora, ma senza supporto e senza ricambio e per di più in condizioni di precarietà - ha concluso - è sottoposto a un tale livello di stress che spesso ha difficoltà a mantenere un elevato livello di qualità delle prestazioni che invece, in condizioni non dico ottimali, ma semplicemente normali, è prerogativa della sua professionalità e delle sue capacità”.
23 gennaio 2015
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