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Liberalizzazioni. Federfarma scrive a Renzi: “20 milioni di italiani resteranno senza farmacia”


“Così si fa un favore ai supermercati e si distrugge il servizio farmaceutico, penalizzando chi vive nelle zone più disagiate del territorio”. Il Governo decida se vuole una farmacia professionale, impegnata sul fronte sociale e fortemente integrata nel Ssn oppure un punto vendita commerciale.

09 FEB - Consentire l’acquisto di medicinali con ricetta medica nei supermercati e permettere un aumento indiscriminato del numero delle farmacie - come previsto nelle bozze del Ddl Concorrenza predisposte dal Ministero dello sviluppo economico - in brevissimo tempo distruggerebbe il servizio farmaceutico, togliendo la farmacia a 20 milioni di Italiani che risiedono nelle zone più disagiate del territorio, aree rurali e periferie abbandonate, dove la farmacia rappresenta spesso l’unico presidio sanitario.
 
È quanto ha scritto Federfarma in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Renzi, sottolineando come ad avvantaggiarsi di queste misure sarebbero solo e unicamente i grandi gruppi multinazionali, che hanno già avviato una campagna stampa a supporto: “Infatti, nel giro di pochi mesi si avrebbe la chiusura di moltissime farmacie, fagocitate dalla grande distribuzione. Con il risultato che il cittadino avrebbe a disposizione un minor numero di punti di accesso al farmaco, peraltro gestiti con logiche commerciali e speculative, collocati unicamente nelle zone commercialmente più redditizie”.
 
Per questo Federfarma ha chiesto al Presidente Renzi di intervenire per impedire che vengano varate misure devastanti per l’efficienza del servizio farmaceutico.
 
“Si tratta degli stessi Gruppi che, nei loro Paesi di origine, non sono riusciti a entrare nel mercato del farmaco e oggi vengono a fare shopping in Italia, per poi trasferire all’estero i profitti ottenuti – scrive Federfarma – tali gruppi avrebbero facile presa su un sistema già messo a dura prova dai continui tagli imposti negli anni alla spesa farmaceutica convenzionata”.
 
Le 18.000 farmacie convenzionate con il Ssn, ricorda Federfarma, piccole imprese professionali che danno lavoro a 55.000 farmacisti laureati e a 40.000 dipendenti non laureati, in questi anni sono state oggetto, più di ogni altro settore, a una serie di interventi di deregolamentazione che ne hanno profondamente modificato l’assetto. In seguito a queste misure il settore è ampiamente aperto al mercato, molto di più di quanto avvenga negli altri Paesi europei.
 
“Il Governo Renzi, in questi mesi – prosegue la nota – ha delineato un processo di sviluppo della farmacia italiana rivolto al potenziamento dei servizi offerti alla popolazione e integrato nella riorganizzazione delle cure primarie sul territorio. Tutto questo processo rischia di essere azzerato dalle misure ipotizzate dal Ministero dello sviluppo economico, senza alcun coordinamento con il Ministro della salute, competente per materia, che ha espresso pubblicamente forti preoccupazioni per l’impatto che tali misure avrebbero sulla salute dei cittadini. Il Governo deve decidere se vuole una farmacia professionale, impegnata sul fronte sociale e fortemente integrata nel SSN, oppure un punto vendita commerciale, interessato solo a macinare profitti”.

09 febbraio 2015
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