Corruzione. Se il piano del ministero è a “impatto zero”. Lettera aperta a Lorenzin
di Ivan Cavicchi
La corruzione non è come la "diossina", cioè un fattore fisico di nocività ambientale, ma è prima di ogni altra cosa un problema di soggetti. Non serve a niente far ruotare tutti gli operatori come trottole basta controllare chi comanda qualcosa. Per questo serve una controparte, cioè un soggetto avversario da combattere e da perseguire
11 FEB -
Gentile ministra Lorenzin,
ho deciso di rivolgermi a Lei con una lettere aperta dopo che ieri la
Corte dei Conti ci ha ridipinto la sanità come una palude di illegalità, e quindi per dirle, a proposito di illegalità, che il suo “
piano triennale di prevenzione della corruzione 2015/2017”, per come è stato costruito e concepito non ha nessuna possibilità di funzionare.
Che lei signora Ministra su una questione tanto delicata come la corruzione, faccia un piano inconseguente è un problema politico che ci riguarda tutti anche perché siamo alle prese con nuovi tagli lineari al FSN, al rischio di imporre nuove tasse per coprire l’adeguamento dei Lea, e con una sanità messa in ginocchio dal ridimensionamento del sistema ospedaliero. In questo contesto, non combattere l’illegalità in modo efficace , diventa un fattore di ulteriore destabilizzazione del sistema.
Il suo piano a differenza della Corte dei Conti, dell’Agenas e di altre fonti, non fornisce nessun dato sul fenomeno, è privo di misure, di stime, di valutazioni, di end point, è, insomma, drammaticamente a impatto zero.
Esso, cara ministra appare, alla fine, come uno sterile adempimento normativo (L. 190/2012) per il quale abbiamo sprecato tempo e soldi e che farà sprecare tempo e soldi.
Vorrei procedere sintetizzando le mie critiche di merito in pochi punti:
· Il piano manifesta una plateale contraddizione: si riferisce alla corruzione includendo in questo concetto tutte le forme di malcostume, abusi, speculazioni, arbitri , truffe, ecc , ma limita i suoi interventi ad un ambito molto piccolo, per altro il meno significativo, che è quello amministrativo (gestione del personale, forniture ,servizi e appalti ). Restano fuori i bubboni più grossi della corruzione: politica, gestione, rapporto pubblico/privato, organizzazione dei servizi, clientelismo, frodi fiscali, ecc.).
· Il piano è finalizzato alla prevenzione della corruzione e in funzione di questo scopo: deduce degli uffici dedicati che per come sono concepiti e per il personale che hanno non saranno mai in grado di prevenire nulla; copia inopinatamente la propria metodologia operativa da una vecchia idea deterministica di prevenzione confusa con la previsione (mappatura, individuazione, valutazione, e ponderazione del rischio) considerando la corruzione come se fosse asbesto, diossina, cioè un fattore fisico di nocività ambientale, dimenticando quindi che essa è un problema politico, sociale e culturale che meriterebbe una metodologia ad hoc.
· Il piano parla il linguaggio del rischio quindi della probabilità di un evento naturale che può accadere. Niente è più ridicolo di ciò. Non è con
Von Mises (
la teoria frequenziale) o
Laplace (
la teoria della probabilità) che si previene la corruzione perché nessuna previsione in natura è possibile in senso lineare e deterministico se prima non si conoscono le condizioni iniziali. Figuriamoci i fenomeni sociali.
· Senza condizioni iniziali, il piano opera al buio, ed è costretto a fare la cosa più assurda di tutte cioè assume tutti gli operatori della sanità, escludendo però governo e management, come dei potenziali corrotti disponendo semplicemente la loro rotazione. Gli operatori sono considerati tutti corruttibili e siccome l’occasione fa il ladro è necessario che gli operatori siano esposti all’occasione il meno possibile. Se l’occasione è il fattore di nocività allora tutti gli operatori sono contagiabili, cioè tutti corruttibili. Per cui devono ruotare.
E’ mia abitudine, signora Ministra, sostenere la critica con delle controproposte. Se avessi dovuto fare un piano sarei partito da questi presupposti :
· la corruzione è un fenomeno sociale, culturale e morale ...complesso che si esprime attraverso i comportamenti di “
soggetti” sostanzialmente disonesti;
· un piano contro la corruzione deve quindi occuparsi di soggetti e di comportamenti;
· la disonestà del comportamento si previene con comportamenti onesti per cui l’idea operativa che userei non è quella della
prevenzione della corruzione ma è quella della
predicibilità dei comportamenti onesti;
· il comportamento di un soggetto è disonesto perché si caratterizza in due modi: con un forte “
moral azard”;con un forte
self interested cioè un forteopportunismo Per costruire comportamenti onesti si deve minimizzare tanto
l’azzardo morale che
l’opportunismo disinnescando ciò che li incentiva, cioè scarso controllo, mancanza di misure cautelari, assenza di sanzioni esemplari e efficaci;
· minimizzare il
moral azard e il
self interested significa liberare risorse per incentivare questa volta comportamenti onesti. Non si dimentichi che l'azzardo morale influisce sull'efficienza, perché i benefici extra ottenuti dagli opportunisti sono a scapito della funzionalità del rendimento, della economicità di un sistema;
· minimizzare l’azzardo morale e l’opportunismo significa intervenire sulle organizzazioni del lavoro per ridurre in modo ragionevole i potenziali di abuso che sono in esse. Si ha potenziale di abuso quando qualcosa è interpretabile in modo discrezionale o quando qualcosa è aggirabile o quando qualcosa viene eluso.
Infine proprio perché la corruzione non è come la diossina ma è prima di ogni altra cosa un problema di soggetti, nel piano avrei introdotto una controparte, cioè un soggetto avversario da combattere e da perseguire.
Non ha senso cara ministra combattere la corruzione senza combattere i corrotti. Non ha senso individuare delle “
aree a rischio” come fa il suo piano, molto meglio è individuare dei “
soggetti rischiosi” da tenere sott’occhio.Il soggetto rischioso è il “
free rider” cioè colui che ha la possibilità di attuare un comportamento opportunistico. I
free riders che hanno questa possibilità non sono la massa che lavora in sanità ma sono i capi, gli assessori, i direttori generali, i dirigenti, i primari, i responsabili degli uffici, i coordinatori.
Non serve a niente far ruotare tutti gli operatori come trottole basta controllare chi comanda qualcosa. Esiste una vasta letteratura sul
free rider che le consiglio di consultare, in essa troverà diverse soluzioni che vanno da un maggiore ricorso al monitoraggio ,ad una efficiente struttura degli incentivi, al ripensamento delle organizzazioni per ridurre il potenziale di abuso, a forti sanzioni. Per ogni
free rider possibile definirei i
potenziali di abuso, i diversi
moral azard ,organizzerei
rigorosi controlli, stabilirei degli
incentivi importanti, ma soprattutto definirei delle
sanzioni che vanno dal commissariamento al licenziamento. Il suo piano non prevede sanzioni.
Fondamentale a questo proposito è il discorso sulla responsabilità di chi comanda, in tutte le forme (solidale, giuridica, amministrativa, patrimoniale, contabile, disciplinare). Se si spende troppo per la luce vuol dire che qualcuno l’ha lasciata accesa. Chi non controlla chi deve spegnere la luce è responsabile quanto chi la luce l’ha lascia accesa per cui andrebbero licenziati entrambi. Siccome in ogni caso il costo della luce (moral azard e self interested) ha un rilievo contabile, sarà sufficiente controllare la contabilità dei costi per individuare il free rider .
Cara ministra la corruzione è un problema serio essa ci mangia risorse in un momento in cui la penuria di risorse sta mettendo in pericolo l’integrità del sistema pubblico . Veda lei cosa può fare. Era mio dovere dirle le cose che le ho detto.
Ivan Cavicchi
11 febbraio 2015
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