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Liberalizzazioni. Associazione europea delle farmacie scrive a Guidi e Lorenzin: “In nessun Paese europeo farmaci con ricetta fuori dal circuito delle farmacie”


La lettera è stata inviata dalla PGEU, l'associazione europea che rappresenta le farmacie. "Nessun Paese europeo permette la dispensazione di farmaci etici al di fuori delle farmacie regolarmente autorizzate”. Per Federfarma la spinta alle liberalizzazioni "arriva dai grandi gruppi commerciali, che non sono affatto interessati a mantenere una rete di presidi sul territorio".

16 FEB - Il PGEU, Raggruppamento farmaceutico dell’Unione Europea, che rappresenta le diverse associazioni di farmacisti europee, ha inviato una nota ai ministri Guidi e Lorenzin e al sottosegretario agli Affari Europei della Presidenza del Consiglio Sandro Gozi, dove sottolinea che “nessun Paese europeo permette la dispensazione di farmaci etici al di fuori delle farmacie regolarmente autorizzate”, al di fuori cioè di “un contesto il cui obiettivo primario è l’assistenza sanitaria, soggetto a normative professionali e a standard deontologici e dove gli standard professionali prevalgono su obiettivi eminentemente commerciali”. 

La posizione espressa dall’istituzione europea che chiede di “evitare danni ai pazienti“, si pone in linea - come sottolinea Federfarma - con quanto espresso dalla Corte di Giustizia Europea nella sentenza in cui affermava che “ …La normativa.. . che riserva alle sole farmacie, la cui apertura è subordinata a un regime di pianificazione, la distribuzione dei farmaci soggetti a prescrizione medica, compresi quelli che non sono a carico del SSN, bensì vengono pagati direttamente dall’acquirente, è atta a garantire la realizzazione dell’obiettivo di assicurare un rifornimento di medicinali alla popolazione sicuro e di qualità nonchè, pertanto, la tutela della salute".

“Non è vero, quindi – sottolinea ancora Federfarma che ha dato la notizia della lettera della PGEU - che l’Europa chiede di deregolamentare la distribuzione dei farmaci con ricetta.I grandi gruppi commerciali, che vogliono vendere anche i farmaci con ricetta nei supermercati, non sono affatto interessati a mantenere una rete di presidi sul territorio per agevolare l’accesso al farmaco dei cittadini ovunque abitino”.
 
La Federazione dei titolari di farmacia ritiene che i numeri si esprimano in una direzione ben precisa. “La grande distribuzione ha aperto corner che vendono farmaci in meno del 10% dei punti vendita esistenti, evidentemente stimando poco remunerativo aprirne altri dove non guadagnerebbe abbastanza”. D’altro canto, invece, le farmacie, “effettuano il servizio anche nelle zone commercialmente meno appetibili: continuare a depauperare la rete delle farmacie con ulteriori misure di deregolamentazione costituirebbe un gravissimo danno per i cittadini, a cominciare – conclude la nota - da quelli più fragili che al grande punto vendita neanche possono arrivarci”.

16 febbraio 2015
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