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Cambio generazionale in sanità. Il Ddl inizia il suo iter parlamentare in commissione sanità al Senato 


Il documento presentato da Silvestro (Pd) e Dirindin (Pd) si propone di incentivare l'assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato di giovani professionisti sanitari disoccupati o inoccupati fino a trentacinque anni di età. Questo sarà reso possibile grazie ad un percorso di uscita "morbido" dal lavoro da parte di operatori ai quali manchino non più di 36 mesi alla maturazione dei requisiti pensionistici. IL TESTO

17 GIU - "L'invecchiamento della popolazione lavorativa è un fenomeno ormai di tutta evidenza e in crescita esponenziale. Nel caso particolare degli esercenti le professioni sanitarie, è rilevante l'impatto sul buon andamento del Sistema sanitario nazionale che deriva dal numero di operatori con età superiore ai sessanta anni. Secondo recenti rilevazioni della Federazione nazionale dei Collegi infermieri, ad esempio, gli infermieri con età anagrafica over 61, risultano pari a 23.351 unità su un totale di 412.07". Alla luce di questi fatti e tenuto conto delle limitazioni del turn over in vigore in molte regioni, "risulta necessario intervenire per un'inversione di tendenza che contribuisca a contenere il progressivo invecchiamento di tale particolare forza lavoro in un ambito dove è necessario un graduale e costante ricambio generazionale per garantire la qualità di un servizio fondamentale e delicato".
 
È questo, come si spiega nella relazione introduttiva, l'obiettivo che si prefigge il Ddl "Norme per favorire il ricambio generazionale nella professione infermieristica e nelle professioni sanitarie", presentato dalle senatrici Annalisa Silvestro (Pd)Nerina Dirindin (Pd). Il documento, presentato in Senato nel giugno dello scorso anno, il domani comincerà ufficialmente il suo iter parlamentare in commissione Sanità.

Il testo, composto da 4 articoli, si propone in particolare, all'articolo 1 di incentivare e favorire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, l'assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato di giovani professionisti sanitari disoccupati o inoccupati fino a trentacinque anni di età, e di favorire il passaggio dal contratto di lavoro a tempo pieno a contratto di lavoro a tempo parziale degli esercenti le professioni sanitarie ai quali manchino non più di trentasei mesi alla maturazione dei requisiti pensionistici.

L'articolo 2 spiega che sono definiti "pensionandi" quegli infermieri ed esercenti le altre professioni sanitarie ai quali mancano non più di trentasei mesi alla maturazione dei requisiti pensionistici.

Il tema degli incentivi viene affrontato nel dettaglio all'articolo 3. Qui si spiega che, al pensionando che si rende volontariamente disponibile alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale con una riduzione dell'orario di lavoro del 50 per cento delle ore contrattualmente dovute, è mantenuta l'integrazione contributiva derivante da un contratto di lavoro a tempo pieno sino alla maturazione dei requisiti pensionistici. Questi incentivi sono attribuiti con la sottoscrizione di un atto denominato "patto intergenerazionale" firmato dal pensionando, dall’assumibile, dall’azienda o dalla struttura sanitaria pubblica o privata accreditata nonché dalle rappresentanze sindacali, previa attestazione dell'Inps circa i requisiti richiesti da parte del pensionando. Con i risparmi di spesa derivanti dalla riduzione dell'orario di lavoro dei pensionandi della medesima azienda o struttura sanitaria pubblica o privata accreditata - si spiega nel documento - il datore di lavoro assume, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, uno o più assumibili in regime di lavoro a tempo parziale ovvero in regime di lavoro a tempo pieno. Alla maturazione dei requisiti pensionistici dei pensionabili, il contratto di lavoro a tempo parziale può essere trasformato in contratto di lavoro a tempo pieno.

Infine, l'articolo 4 auspica l'avvio, da parte delle aziende e delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate avviano, in collaborazione con l'Inps, di una ricognizione relativa alla consistenza numerica dei pensionandi. In un secondo momento le strutture dovranno adottare, di concerto con le rappresentanze sindacali, piani di informazione volti a diffondere tra i potenziali destinatari, la conoscenza dell'opportunità offerta dalla presente legge.

17 giugno 2015
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