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Test antidroga per medici e infermieri. Se ne torna a parlare


Medici, infermieri e ostetriche potrebbero entrare nella lista dei lavoratori con mansioni pericolose obbligati a sottoporsi a periodici test antidroga. La notizia, già diffusa nel dicembre scorso, è stata rilanciata ieri dal direttore del Dipartimento antidroga, Giovanni Serpelloni che ha promesso il prossimo invio del provvedimento alle Regioni. Attualmente i test sono limitati a poche categorie, soprattutto nel campo dei trasporti e nelle forze armate. Ecco come funzionano i test e le sanzioni.

18 FEB - Medici, infermieri ed ostetriche potrebbero essere anche loro periodicamente sottoposti a test antidroga per assicurarsi che non possano nuocere ai pazienti operando sotto l’alterazione di sostanze stupefacenti. In pratica, potrebbero entrare nella lista dei lavoratori tenuti d’occhio perché svolgono svolgono “mansioni particolarmente delicate per la sicurezza collettiva nel settore dei trasporti, come conducenti di autobus, treni, navi, piloti di aerei, controllori di volo, addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci”, o si trovano “a maneggiare sostanze pericolose come gas tossici, esplosivi e fuochi d’artificio”, come previsto dall'intesa Stato-Regioni del 30 ottobre 2007 e il successivo accordo del 18 settembre 2008 che attuano per la prima volta quanto disposto dall’articolo 125 del DPR n.309/1990 “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”. A queste categorie si aggiungo già oggi i militari che sono anch'essi  sottoposti a test periodici anti droga.
La notizia, già rimbalzata nel dicembre scorso, è tornata d'attualità ieri a seguito delle dichiarzioni del Capo dipartimento delle politiche antidroga del Consiglio dei Ministri, Giovanni Serpelloni, che annunciato il prossimo invio del provvedimento alle Regioni.
Nella nuova lista dovrebbero rientrare anche altre categorie oltre ai sanitari, come gli insegnanti, ma mentre per i profili più delicati il test sarà a tappeto, per altri si potrebbe procedere con test random per evidenti problemi di costo e fattibilità.
 
Cosa prevede l'attuale normativa sui test antidroga.
L’intesa prevede l’effettuazione di controlli a garanzia della salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini utenti, esposti al rischio di incidenti gravi e mortali dovuti alla pericolosa condizione di alterazioni dell’equilibrio psicofisico per assunzione di sostanze stupefacenti e psicotrope da parte degli stessi lavoratori.
 
Le procedure di accertamento
L’iter di accertamento prevede una visita del medico competente che valuta raccoglie informazioni sulla storia clinica del paziente (casi pregressi di trattamenti sociosanitari per tossicodipendenza, assunzioni di farmaci psicoattivi o incidenti) e l’eventuale sussistenza di segni o sintomi di assunzione di sostanza stupefacenti.
Il lavoratore viene poi sottoposto all’esame dell’urina.
In caso di positività a questa prima fase, il lavoratore viene inviato dal medico presso il Sert di competenza, dove sarà accertata l’eventuale tossicodipendenza rilevando, inoltre, le modalità e la frequenza di assunzione delle sostanza. Il lavoratore verrà sottoposto ad esami quali quello clinico-anamnestico, psico-comportamentale e tossicologico-analitico attraverso un secondo test dell’urina e un test di capelli o peli per verificare la concentrazione delle sostanze nel corpo
I costi sono a carico del datore di lavoro, ma le controanalisi sono invece a carico del lavoratore che le richiede.


Conseguenze in caso di positività o rifiuto ad effettuare il test
Il provvedimento non si pone alcun obiettivo “punitivo” nell’effettuazione dei controlli previsti, sia di screening sia di accertamento di tossicodipendenza.
I lavoratori che risultano positivi vengono sospesi dall’incarico, ma non è previsto il licenziamento per coloro che accettino il percorso di riabilitazione.
Qualora sia accertato un uso solo occasionale, il medico competente può riconsiderare l’inidoneità del lavoratore, dopo parere favorevole del Sert. In questo caso il medico, al fine di certificare l’idoneità, provvederà a effettuare controlli ripetuti per escludere ulteriori assunzioni di droghe.
E’ prevista, inoltre, la possibilità per il lavoratore di essere adibito a mansioni diverse in considerazione della forte valenza sociale di integrazione rappresentata dal lavoro.
Qualora, in caso contrario, l’interessato non intendesse liberamente partecipare a percorsi di recupero resterebbe preclusa la specifica attività particolarmente a rischio identificata nell’accordo.
I lavoratori che invece rifiutano di sottoporsi al controllo o non si presentino alle visite senza valide e documentate giustificazioni, vengono sospesi perché “è impossibile esprimere il giudizio di idoneità per mancanza di materiare su cui eseguire gli accertamenti sanitari”. Il lavoratore viene riconvocato entro 10 giorni.
I successivi controlli dovranno tenere conto di questa precedente non presentazione, sottoponendo il lavoratore ad almeno tre controlli tossicologici a sorpresa nei 30 giorni successivi. In caso di reiterato rifiuto, il lavoratore rimarrà sospeso.

(Vedi i dati sui test effettuati sino ad oggi)

 

18 febbraio 2011
© Riproduzione riservata

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