Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 19 APRILE 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Biotestamento: la discussione in Aula conferma le divergenze


Continua oggi, alla Camera, il confronto sul testamento biologico. I primi interventi di ieri hanno sostanzialmente confermato le perplessità e le divergenze che attraversano i gruppi parlamentari e che erano già emersi nelle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dai deputati. Sul testo incombono due pregiudiziali di costituzionalità, a cui si aggiunge una sospensiva preannunciata dal Pd, che saranno votate in aprile con l’inizio del voto sugli emendamenti. “Fermiamoci, fermatevi” l’appello di Livia Turco. In allegato il testo in discussione alla Camera e le due questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate. 

08 MAR - Si è aperto ieri nell’Aula della Camera, dopo tanti rinvii, il dibattito generale sul testamento biologico. cinque ore di interventi in cui si sono succeduti ventiquattro parlamentari in rappresentanza di tutti i gruppi. La seduta si è aperta alle 14,35 con le parole del presidente di turno Rocco Buttiglione (Udc) che ha annunciato “Sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Palagiano ed altri n. 1 e Farina Coscioni ed altri n. 2” ma “poiché tali questioni pregiudiziali non sono state preannunciate nella Conferenza dei presidenti di gruppo in sede di definizione del calendario, le stesse saranno discusse e votate prima di passare all'esame degli articoli della proposta di legge”.
 
Il dibattito generale si è aperto con l’intervento del relatore di Maggioranza, Domenico Di Virgilio (Pdl), che ha anzitutto sottolineato come il ddl contenga “molto di quanto i senatori dell'attuale opposizione hanno proposto” e recepito nel corso dei lavori in commissione Affari Sociali. Di Virgilio è quindi passato ai contenuti della legge evidenziando come questa preveda “chiaramente che il medico debba tener conto di quanto espresso in precedenza, ma il medico non può essere vincolato in modo assoluto ad esso (ed è bene ribadirlo) nell'esclusivo bene del paziente” nei casi in cui “il progresso scientifico metta a disposizione dell'attuale malato rimedi non prevedibili” al momento della sottoscrizione delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). “Nessuno – ha aggiunto il relatore – vuole tenere in vita forzatamente un individuo destinato a morire, ma neanche abbreviare volutamente la sua vita”.
 
Ed ecco perché nelle Dat ha detto ancora Di Virgilio “non si può chiedere la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione perché ciò equivarrebbe a procurare la morte non per il decorso naturale della malattia da cui si è afflitti ma per fame e per sete, e quindi ciò equivarrebbe ad introdurre l'eutanasia e il suicidio assistito nel nostro sistema”. Inoltre, l'alimentazione e l'idratazione artificiale “non possono essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento, trattandosi di atti eticamente e deontologicamente dovuti, la cui sospensione configurerebbe un'ipotesi di eutanasia passiva”.
 
Secondo di Virgilio, però, esiste anche “un altro grave rischio, che spesso è sottovalutato o non percepito, ed è quello dell'abbandono terapeutico, un rischio grande, che nasce dalla crescente conflittualità, dalla paura dei medici, dalla sfiducia dei pazienti e dei familiari e che a volte portano il medico a mettersi sulla difensiva”.
 
La parola è quindi passata al relatore di minoranza, Antonio Palagiano (Idv), che ha espresso netta opposizione al testo che nasceva dalla “necessità di interrompere la discrezionalità dell'azione medica” ma nella veste attualmente in discussione “ci fa passare dalla padella alla brace” e “non ha nessun valore vincolante”. “La maggior parte degli italiani – ha continuato Palagiano – vuole decidere su come andrà a morire; sono quelli che vogliono morire con la propria dignità, una dignità che non si insegna, che non si tramanda, ma che si costruisce giorno per giorno. Ognuno di noi si comporta secondo un codice e secondo la propria dignità ed è quella stessa dignità che noi non vorremmo ci venisse strappata”.
 
Palagiano ha quindi concluso affermando che la Maggioranza è guidata da “un delirio di onnipotenza” nei confronti di un testo “veramente incostituzionale, di parte e teocratico”.
 
Per il Governo era presente il sottosegretario Eugenia Roccella che, a nome dell’Esecutivo, si è riservata di intervenire in sede di replica.
 
A questo punto, con l’intervento di Paola Binetti (Udc), è iniziato il dibattito generale. La deputata cattolica ha spiegato che “siamo sostanzialmente favorevoli alla legge (il gruppo dell’Udc ndr), per quanto riguarda la tutela della vita e il «no» chiaro e fermo all'eutanasia, il «sì» alle cure palliative e il «no» all'accanimento terapeutico, la necessità di acquisire il consenso informato prima di qualsiasi intervento e il «no» all'abbandono del malato”.
 
Ma ha aggiunto la Binetti “vogliamo arrivare a una formulazione in cui il valore della vita si integri con quello della libertà del paziente e del medico. Non vogliamo che l'autonomia del paziente si risolva nell'indifferenza del medico né che il valore della cura si confonda con un inutile accanimento né, tanto meno, che l'alleanza tra medico e paziente degeneri in una forma di contrattualismo”. Secondo la Binetti, infatti, “nel dibattito sulle Dat, il costante riferimento alla libertà del paziente serve quasi esclusivamente per affermare il diritto a non vivere” e quello che una parte degli esponenti politici chiede è di “depenalizzare l'eutanasia e rendere possibile che la libertà umana si spinga fino a procurare la morte grazie all'intervento di alcuni medici compiacenti”. E contro queste posizioni, “con questa legge opportunamente emendata, vogliamo semplicemente offrire un motivo di speranza in più, nella relazione umana con i familiari e con i medici e con la scienza e con le istituzioni”.
 
Di tutt’altro genere l’intervento dell’ex ministro della Salute, Livia Turco (Pd), che dai banchi dell’opposizione ha rivolto un appello alla maggioranza e al Parlamento tutto: “Fermiamoci, fermatevi, non approvate un testo anticostituzionale, irragionevole, di difficile applicazione”. Un testo, secondo la Turco, pervaso di un “pessimismo antropologico” che è “ingiustificato” perché “il nostro Paese non è attraversato da una deriva eutanasica da ostacolare, contenere e domare con la forza della legge, ma al contrario è un Paese di donne e di uomini che chiedono certezza e qualità delle cure, presa in carico di ciascuna persona, lotta alla solitudine e all'abbandono terapeutico, rispetto della volontà del paziente”.
 
La legge, secondo l’ex Ministro “deve promuovere, sostenere e valorizzare la relazione di fiducia tra paziente, medico, fiduciario e la comunità di affetti” ma “prevedendo che la parola definitiva sia della persona interessata che la può esprimere attraverso il suo fiduciario. Questa relazione di fiducia deve essere attivata ed ascoltata tanto più quando si deve usare il massimo di precauzione, come nei confronti della sospensione della nutrizione artificiale che, però, in quanto trattamento sanitario, deve essere prevista nelle Dat”. Nel testo in discussione invece, secondo l’esponente del Pd, “la volontà del paziente si riduce ad essere un generico orientamento ed esso ha valore puramente indicativo per il medico il quale è unicamente tenuto a prenderla in considerazione”. Livia Turco ha espresso quindi la contrarietà del gruppo alla proposta di legge. “Fermatevi e fermiamoci – ha concluso –, costruiamo un nuovo inizio, costruiamo un nuovo testo che sia efficace e condiviso. Facciamolo per il rispetto delle persone e per il bene del nostro Paese”.

08 marzo 2011
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy