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Stabilità. Zaia: “Io non mi diverto. Unico modo per evitare il tracollo è applicare costi standard”


Al termine della seduta odierna di Giunta, il governatore veneto si è rivolto direttamente al premier. “Renzi deve dirci chiaramente se l’impegno ad applicare i costi standard ribadito in diretta planetaria anche da Fazio a Che Tempo che Fa è reale o se si sta viaggiando verso la distruzione programmata delle Regioni”.

03 NOV - “Io non ci vedo nulla di divertente: la situazione dei tagli alla sanità in legge di stabilità si fa sempre più inquietante. E’ in corso una sorte di eutanasia programmata delle Regioni. Sto partendo per Roma, vado a Palazzo Chigi e pianto la canadese finché non ci vediamo chiaro con Renzi. Non vado solo per polemizzare o fare il sindacalista delle Regioni”. Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, incontrando i giornalisti nel corso del punto stampa seguito alla seduta di Giunta di oggi.

“A me interessano le cure alla gente – ha aggiunto - e quindi mi ostino a cercare un approccio costruttivo. Risparmiare si può e si deve, ma l’unica via da seguire è applicare immediatamente i criteri e i costi standard, in sanità come in tutta la Pubblica Amministrazione. L’intera manovra del Governo vale 29,5 miliardi; applicando i costi standard a tappeto se ne risparmierebbero 30 l’anno. E’ l’unico modo di evitare il tracollo.”
“In 5 anni compreso il 2016 – ha ricordato Zaia – alla sanità sono stati tolti 14 miliardi e 706 milioni e i tagli del solo biennio 2015-2016 ammontano a 4 miliardi 300 milioni, pari al 30% dell’intero quinquennio, vale a dire un pesantissimo e ingiusto meno 450 milioni per il Veneto con i bilanci in ordine”.

E gli scenari futuri non sembrano garantire un miglioramento. “E peggio andrà nel 2017 e 2108 – ha incalzato – quando il taglio sarà di 4 miliardi 680 milioni nel 2017 (350 milioni circa per il Veneto) e di 6 miliardi 444 milioni nel 2018 (più di 500 milioni per il Veneto). Il che significa che, nel 2018, il rapporto tra Pil e Spesa per la Salute sarà del 6,38%, al di sotto del 6,5% indicato dall’OMS come la soglia sotto la quale inizia a calare l’aspettativa di vita delle persone. Saremo come Grecia e Portogallo, non come l’Olanda che arriva all’11% del suo Pil. Numeri che costituiscono la fine della sanità universalistica in Italia e io non voglio arrendermi. Renzi deve dirci chiaramente se l’impegno ad applicare i costi standard ribadito in diretta planetaria anche da Fazio a Che Tempo che Fa alla vigilia della presentazione della legge di stabilità è reale o se si sta viaggiando verso la distruzione programmata delle Regioni”.

 “Di sicuro – ha concluso Zaia – non cederemo alla tentazione di ascoltare il Governo e aumentare le tasse. In Veneto non c’è mai stata e mai ci sarà l’Irpef aggiuntiva per la sanità; non ci sono mai stati né ci saranno ticket regionali perché gli unici che applichiamo sono nazionali; non chiuderemo ospedali. Combattiamo e combatteremo a Roma per una distribuzione equa dei tagli che si concentrino prima di tutto dove si spreca; continueremo a lavorare in casa nostra per limare anche i centesimi di costi non sanitari. E’ un impegno per la nostra gente, non la difesa di poltrone!”.

03 novembre 2015
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