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Stabilità. Parere favorevole da commissione Sanità. Ma è allarme sulla tenuta del sistema. “Con tagli a Regioni nei prossimi anni spesa sanitaria al 6,4%, tra gli ultimi posti dell'UE”

di G.R.

Questa una delle 10 osservazioni apportate dalla XII commissione del Senato nel parere favorevole al ddl stabilità. Per le Ao e Asl auspicato un Piano di rientro a 5 anni. Sull'aggiornamento dei Lea, chiesti alcuni correttivi tra i quali il ripristino del parere delle commissioni competenti. Quanto alla direttiva sull'orario di lavoro dei medici, i senatori chiedono di "garantire il turn over del personale senza limiti per le attività connesse ai servizi H24". IL PARERE

06 NOV - Semaforo verde dalla commissione Igiene e Sanità del Senato al ddl stabilità. I senatori, però, non hanno mancato di sottolineare alcune possibili criticità all'interno delle 10 osservazioni contenute nel parere favorevole. A cominciare dal livello di finanziamento che si attesterà a 111 mld per il 2016, pari al 6,6% del Pil atteso ma che, già nel prossimo biennio 2017-2018, potrebbe andare incontro ad ulteriori contrazioni dovute al richiesto concorso delle Regioni all'equilibrio di finanza pubblica pari a 3,980 mld per il 2017 e a 5,480 mld per il 2018. "Ciò che prefigura, nella migliore delle ipotesi, una sostanziale invarianza del Fondo che, anche solo per gli effetti dell'auspicata crescita del Pil, porterebbe tale quota intorno al 6,4 per cento ovvero tra gli ultimi posti dell'UE 2015".
 
I senatori hanno poi chiesto alcuni correttivi sui nuovi Piani di rientro triennali previsti per le Aziende sanitarie e ospedaliere in deficit: "Occorre che il piano di rientro possa svilupparsi in un arco di tempo più flessibile, fino a 5 anni". Quanto alle nuove Aziende uniche Ssn/Università viene avanzata una richeista di modifica del decreto legislativo n. 517 del 1999, che costituisce la cornice legislativa regolante i rapporti convenzionali tra università e servizi sanitari regionali, in particolare per quelle norme che prevedono l'intesa con il rettore per la nomina del direttore generale e l'emanazione dell'atto aziendale.
 
Nel parere, come annunciato nei giorni scorsi dalla presidente della commissione Sanità, Emilia Grazia De Biasi (Pd), viene richiesto il ripristino del parere obbligatorio delle commissioni competenti sull'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Sempre riguardo i Lea, si paventa come, con la sopressione dell'articolo 5 del decreto Balduzzi, possano venir meno delle indicazioni di priorità per i nuovi Lea relative alle malattie rare e cronico generative, alle patologie connesse all'abuso del gioco d'azzardo e infine al nuovo nomenclatore tariffario degli ausili protesici.
 
Il finanziamento del Ssn viene definito "meritevole di una riconsiderazione" alla luce in particolare: dei farmaci innovativi che motivano "un ripensamento su ulteriori finanziamenti in questo settore, che va accompagnato da efficaci e trasparenti modelli di governance della spesa e programmazioni pluriennali delle risposte nel maggior consenso sociale possibile e sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili", e della "oggettiva dilatazione della spesa, di entità tale da non poter essere ragionevolmente imputata né al finanziamento dei nuovi Lea né alla spesa già contenuta nel finanziamento indistinto del Ssn".
 
Passando al personale del Ssn, i senatori denunciano come, con l'introduzione delle nuove norme sull'orario di lavoro dei medici, sarà necessario garantire il turn over del personale senza limiti, compresi quelli di spesa per le attività connesse ai servizi H24: "È una priorità da considerare nell'assetto normativo della legge di stabilità", si legge nel documento. I 6.000 contratti di formazione specialistica richiamati nel ddl vengono invece definiti "non adeguati" in un prospettiva di medio perioro.
 
Infine, i senatori della XII commissione chiedono di integrare gli indennizzi ai soggetti con malformazione da talidomide, e, sui fondi per il contrasto della povertà, si richiede un coinvolgimento del Ministero della Salute.
 
Riportiamo di seguito le osservazioni apportate al parere.
 
1. per il 2016, dei complessivi 3,583 mld di riduzione al comparto regioni a Statuto ordinario del finanziamento pubblico ad essi affidati, 1.783mld vanno in riduzione del finanziamento dei SSR portandolo in valore assoluto a 111 mld pari al 6,6 per cento del PIL atteso; nel biennio successivo 2017-2018 non sono contabilizzate riduzioni al Fondo sanitario nazionale ma le previsioni di un concorso delle Regioni a Statuto Ordinario all'equilibrio di finanza pubblica pari a 3,980 mld per il 2017 e a 5,480 mld per il 2018, ciò che prefigura, nella migliore delle ipotesi, una sostanziale invarianza del Fondo che, anche solo per gli effetti dell'auspicata crescita del PIL, porterebbe tale quota intorno al 6,4 per cento ovvero tra gli ultimi posti dell'UE 2015: la correzione di questo tendenziale di finanza pubblica dovrebbe costituire una priorità nell'agenda del Governo nella predisposizione della prossima Legge di Stabilità;

2. la riduzione di 1,783 mld operata su tendenziale finanziamento del Servizio sanitario nazionale è affidata a misure di efficentamento della spesa, nel testo del provvedimento non analiticamente individuata e contabilizzata. In particolare, all'articolo 30 del disegno di legge di stabilità sono previste misure di pubblicità e trasparenza dei bilancio degli enti del Servizio sanitario nazionale e, a partire già dal 2016 l'attivazione di sistemi di monitoraggio e di valutazione dei volumi, della qualità e degli esiti delle attività assistenziali per le A.O., per le A.U.O. e I.R.R.C.S pubblici con estensione nel 2017 per tutti gli enti delle SSN; a questa attività viene affiancata una valutazione dello scostamento del rapporto costi e ricavi tale che se supera il 10 per cento o in valore assoluto i 10 ml vengono attivati veri e proprio piani di rientro dal deficit nell'arco di un triennio. Al riguardo, fermo restando il livello qualitativo dell'erogazione dei LEA, occorre che il piano di rientro possa svilupparsi in un arco di tempo più flessibile, fino a 5 anni, in ragione dell'entità dello scostamento;

3. i commi 17 e 18 dello stesso articolo 30 prevedono la possibilità di costituire aziende sanitarie uniche, attraverso la confluenza in un unico soggetto delle AO e delle AUO con le aziende sanitarie, fatta eccezione per le regioni in piano di rientro. Al riguardo, la portata della norma potrebbe richiedere una modifica del decreto legislativo n. 517 del 1999, che costituisce la cornice legislativa regolante i rapporti convenzionali tra università e servizi sanitari regionali, per le norme che prevedono l'intesa con il rettore per la nomina del direttore generale e l'emanazione dell'atto aziendale. Inoltre, appare opportuno prevedere che tale integrazione possa operarsi solo in ragione del conseguimento, da parte degli enti interessati, di un sostanziale pareggio di bilancio nel biennio precedente;

4. l'articolo 31 del disegno di legge di stabilità prevede la centralizzazione presso la Consip S.p.a o enti analoghi dei contratti di acquisto di beni e servizi anche relativamente a categorie merceologiche di pertinenza sanitaria, da individuarsi con la configurazione di vincoli cogenti per gli amministratori che, se inadempienti, risponderebbero per danni erariali. Pur essendo condivisibile lo spirito della norma in questione, andrebbero tuttavia previsti meccanismi stringenti di periodico aggiornamento degli elenchi Consip, stante la rapida evoluzione del mercato, soprattutto inerenti alle categorie merceologiche specifiche, sia in termini di prezzi che di efficacia;

5. in riferimento alla definizione del Fondo sanitario nazionale per 111 mld per il 2016, nel quale sono compresi 800 ml per i nuovi LEA, e alla procedura per l'adozione dei nuovi LEA (essi sono da individuarsi entro 60 giorni dalla approvazione della legge di stabilità, con due distinte procedure negoziali e due strumenti attuativi: il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per i LEA che comportano effetti sulla finanza pubblica e il decreto ministeriale del Ministero della salute per quelli che non comportano oneri aggiuntivi), che comporta la soppressione dell'articolo 5 del decreto-legge n. 158 del 2012 (decreto Balduzzi), emergono due effetti non condivisibili quali conseguenze di detta soppressione: la cancellazione del parere obbligatorio delle commissioni parlamentari competenti; il venir meno delle indicazioni di priorità per i nuovi LEA, relative alle malattie rare e cronico generative, alle patologie connesse all'abuso del gioco d'azzardo e infine al nuovo nomenclatore tariffario degli ausili protesici;

6. sempre in riferimento al comma 14 dell'articolo 32 del disegno di legge di stabilità, in tema finanziamento del SSN, il finanziamento aggiuntivo del fondo sanitario, al netto della quota vincolata dei nuovi LEA, è meritevole di una riconsiderazione alla luce di alcuni determinanti che incidono non solo sui costi ma che hanno anche un altissimo impatto tecnico-scientifico, sociale e civile, coinvolgendo valori e principi di equità solidarietà e universalismo posti alla base del Servizio sanitario nazionale e più precisamente: a) l'ingresso ormai consolidato di nuovi farmaci innovativi efficaci ma ad alto costo nel trattamento di patologie tumorali, cronico degenerative e infettive (in particolare HCV e HIV), che motiva un ripensamento su ulteriori finanziamenti in questo settore, che va accompagnato da efficaci e trasparenti modelli di governance della spesa, che prevedano programmazioni pluriennali delle risposte nel maggior consenso sociale possibile e sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili; b) il piano nazionale vaccini amplia condizioni protette e quindi fasce di utenti determinando un'oggettiva dilatazione della spesa, di entità tale da non poter essere ragionevolmente imputata né al finanziamento dei nuovi LEA né alla spesa già contenuta nel finanziamento indistinto del Servizio sanitario nazionale;

7. appare altresì necessario affrontare le tematiche inerenti al personale che opera all'interno del Servizio sanitario nazionale, il cui profilo, nel contesto del disegno di legge di stabilità, va ricostruito attraverso la lettura combinata di una serie di incisi e di commi di norme diverse. Tali previsioni non scongiurano gli effetti negativi per la qualità e la sicurezza delle prestazioni derivanti dal combinato disposto dell'applicazione della direttiva europea sull'orario di lavoro, turni e riposi e del perdurare del congelamento della spesa per il personale (rapportata a quella storica riferita al 2004, -1,4 per cento). Risulta infatti evidente che si riduce quella flessibilità di utilizzo del personale, spesso sconfinata in eccessi, che fino ad oggi ha reso possibile assicurare i livelli di assistenza, soprattutto nei servizi H24, anche ricorrendo a rapporti di lavoro atipici. Pertanto, garantire il turn over del personale senza limiti, compresi quelli di spesa per le attività connesse ai servizi H24, è una priorità da considerare nell'assetto normativo della legge di stabilità. Inoltre, in assenza di significativi aumenti contrattuali non è opportuno impoverire i fondi contrattuali accessori connessi alle contrattazioni locali, quanto meno per sostenere lo sviluppo di carriere professionali orizzontali nell'ambito delle innovazioni organizzative e gestionali dei servizi. Nella declinazione della appropriatezza delle cure e dell'assistenza, su cui giustamente gravano attese di efficientamento della spesa e di miglioramento della qualità, occorre investire nel capitale umano delle professioni sanitarie, riconoscendo loro ruoli, competenze, autonomie e responsabilità;

8. l'apprezzabile sforzo di rifinanziamento dei contratti di formazione specialistica, tale da garantire l'accesso e il mantenimento di 6.000 contratti l'anno, non appare comunque adeguato in una prospettiva di medio periodo. Inoltre, si auspicano interventi per i contratti di formazione specifica in medicina generale;

9. va presa in considerazione l'opportunità di integrare lo stanziamento previsto in materia di indennizzi ai soggetti con malformazioni da Talidomide, per ampliare la platea dei potenziali aventi titolo;

10. è opportuno chiarire il modello di governance per il 2016 dei fondi di contrasto alla povertà, in particolare quella minorile, per le ovvie implicazioni che questi hanno nell'ambito della tutela della salute, anche attraverso il coinvolgimento del Ministero della salute.
 
Giovanni Rodriquez

06 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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