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Responsabiltà professionale. Siu: “Una commissione per le linee guida e meno società scientifiche”


E per quanto riguarda la sicurezza: "E' necessario prevedere il coinvolgimento continuo delle strutture sanitarie al fine di avere sempre sotto monitoraggio la prevenzione, la gestione dei rischi, gli eventi avversi e le complicanze". Queste le principali proposte di modifica avanzate questa mattina dalla Società italiana di urologia nell'ambito dell'audizione che si è tenuta al Senato. 

07 APR - Sono sostanziali le richieste di modifica e precisazione al ddl sulla responsabilità professionale del personale sanitario predisposte dalla Società italiana di urologia e presentate questa mattina nell’ambito di una audizione informale che si è tenuta al Senato. Riguardano le Linee Guida, il monitoraggio e la prevenzione dei rischi sanitari, le caratteristiche delle società scientifiche accreditate al ministero, e molto altro. Ad illustrarle, il segretario generale della Siu,Vincenzo Mirone,direttore del Dipartimento di Urologia dell’Università Federico II di Napoli.

In particolare, sono stati posti all’attenzione dei senatori alcuni profili di criticità contenuti negli articoli 5 e 6 del ddl. “Nell’articolo 5, ad esempio – spiega il segretario generale della Siu – si demanda ad un decreto del Ministro della Salute la regolamentazione e l'istituzione di un elenco di società scientifiche e si afferma il principio che gli esercenti le professioni sanitarie si attengano alle raccomandazioni indicate dalle linee guida pubblicate sul sito dell'Istituto Superiore della Sanità. Decisamente un eccesso di delega. Noi chiediamo invece – precisa Mirone – che per le Linee Guida sia istituita una Commissione Nazionale con il compito di esaminare le proposte delle società scientifiche ed elaborare un documento unitario per le buone pratiche clinico assistenziali. Documento che dovrà poi essere recepito dal Minisrero. E per evitare tempi lunghissimi serve ridefinire in senso restrittivo i requisiti per le società scientifiche accreditate al Ministero, e garantire quindi tempi certi. Ad esempio ponendo come limite minimo il numero di 1000 iscritti, essere presenti in almeno 15 regioni, essere provider per l’accreditamento ECM”.
 
Dunque, per la Siu, "si impone che sia una Commissione – istituita con forza di legge – ad elaborare un documento unitario che definisca le pratiche clinico assistenziali indispensabili per garantire la corretta presa in carico del paziente, mantenendo al contempo l’inserimento nel sistema di tutte le linee guida suggerite. Una Commissione, composta da esperti indicati dai ministeri della salute e della giustizia e da medici rappresentati delle società scientifiche e degli ordini professionali che predisponga il documento unitario e che provveda ad aggiornarlo annualmente. Il documento così elaborato dovrà essere recepito dal Ministro della salute d'intesa con il Ministro della giustizia con proprio decreto." 
 
“Infine, per quanto riguarda la sicurezza – aggiunge Mirone – è necessario prevedere il coinvolgimento continuo delle strutture sanitarie al fine di avere sempre sotto monitoraggio la prevenzione, la gestione dei rischi, gli eventi avversi e le complicanze. Questo può avvenire con la stesura di ‘report’ semestrali da inviare alle Regioni, dando vita, quindi, ad un sistema che, una volta a regime, porterà grandi benefici sotto il profilo dell'efficienza e della presa in carico dei pazienti su tutto il territorio nazionale”.        

07 aprile 2016
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