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Def 2016. L’audizione delle Regioni: “Risparmi su costi standard in sanità restino a noi”


Così il coordinatore della commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni, Massimo Garavaglia, è intervenuto nel corso di un’audizione sul Def che si è tenuta di fronte alle Commissioni riunite bilancio di Camera e Senato. Richiesta più flessibilità: “Governo dedichi parte della flessibilità finanziaria richiesta all’UE a favorire gli investimenti nei territori al fine di dare più ampio respiro alla timida crescita economica”. LA NOTA DELLE REGIONI.

19 APR - “Le Regioni e le Province autonome ritengono indispensabile proseguire la relazione istituzionale con il Parlamento e con il Governo per definire, innanzitutto, sul bilancio pluriennale (2017 – 2018 – 2019), in vista della prossima legge di stabilità, un approfondimento sulla effettiva sostenibilità dei tagli che sono ritenuti difficilmente sopportabili”, è quanto si legge in un documento (approvato dalla Conferenza delle Regioni del 14 aprile) che l’Assessore Massimo Garavaglia, coordinatore della commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni ha illustrato nel corso di un’audizione sul Def 2016 (alla quale ha partecipato anche l’assessore della regione Campania, Lidia d’Alessio) che si è tenuta nella sala del mappamondo a Montecitorio di fronte alle Commissioni riunite bilancio di Camera e Senato.

Quanto ai risparmi derivanti dai costi standard per l’esercizio delle funzioni regionali (es.: sanità; trasporti; ecc.) – si sottolinea nel documento “devono essere mantenuti all’interno del comparto Regioni per lo sviluppo degli investimenti e della competitività”.

Nella nota è illustrato nel dettaglio il contributo che nel corso degli ultimi anni hanno fornito le regioni e gli enti locali alla riduzione del debito, a tutto ciò – sottolineano le Regioni nella nota lasciata agli atti del Parlamento – “si aggiunge il risparmio a carattere permanente dell’applicazione delle regole del pareggio di bilancio già dal 2015, che le Regioni apportano come contributo alla finanza pubblica, e che dalla Relazione tecnica al ddl stabilità è quantificato in 1.850 milioni per il 2016, 1.022 milioni per il 2017 e 660 milioni per il 2018 e acquisito nei tendenziali di finanza pubblica (oltre al contributo sopra evidenziato prodotto dall’avanzo sul pareggio di bilancio)”.

Ecco perché “le Regioni ritengono di proporsi come destinatarie di una parte della flessibilità utilizzando parte delle risorse provenienti dall’aumento del deficit che nelle ultime manovre sono rimaste sostanzialmente nella disponibilità dell’amministrazione centrale. Questo nella considerazione che il Paese stia negoziando un ulteriore rinvio del pareggio di bilancio al 2019, al contrario degli enti territoriali. È necessario, quindi, che il Governo dedichi parte della flessibilità finanziaria richiesta all’UE a favorire gli investimenti nei territori al fine di dare più ampio respiro alla timida crescita economica”.

Infine “Le Regioni e Province autonome apprezzano molto che la Presidenza del Consiglio dei Ministri si sia fatta promotrice del Ddl di modifica della legge 243/2012 approvato recentemente in CdM” e “propongono una fattiva collaborazione a tutti i livelli istituzionali a partire dal Parlamento sulla modifica della legge 243/2012 anche integrandone i principi con la disciplina con il d.lgs. 118/2011. E fra le tematiche più rilevanti le regioni segnalano “l’equiparazione nella definizione dei saldi del pareggio fra gli “enti territoriali” ed “enti non territoriali” con la possibilità di iscrivere l’avanzo vincolato” e “l’utilizzo del Fondo pluriennale vincolato”.

19 aprile 2016
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