Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Martedì 19 MARZO 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Biotestamento/7. Farina Coscioni (Pd-Radicali): “Questa legge è contro il testamento biologico”


Ultima puntata del nostro Forum sul fine vita. Dopo Livia Turco, Domenico Di Virgilio, Antonio Palagiano, Pierfrancesco Dauri, Marco Rondini e Paola Binetti è ora la volta di Maria Antonietta Farina Coscioni (dei radicali Italiani eletta nelle liste del Pd), che boccia senza mezzi termini la legge: “E’ una legge contro il testamento biologico stesso, perché le volontà del dichiarante posso essere disattese. Vogliamo una legge che dica semplicemente che una persona è libera, per il proprio fine vita, di disporre della propria volontà”.

11 MAG - Settima ed ultima puntata del confronto a distanza tra le diverse forze politiche in vista dell’esame parlamentare sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento che si avvierà all’indomani del voto per le amministrative di metà maggio. Questa volta abbiamo interpellato Maria Antonietta Farina Coscioni, esponente dei Radicali Italiani eletti all’interno del Pd.

On. Coscioni, perchè siete contrari a questa legge?
Perchè di fatto questa è una legge contro il testamento biologico e perchè la volontà del dichiarante è disattesa. La Dat, infatti, non è vincolante per il medico, che può non tenerne conto se ha dei motivi che in scienza e coscienza ritiene più opportuni. Questo è il primo aspetto per il quale riteniamo questa legge da bocciare.

Ci sono invece degli aspetti condivisibili?
No. La legge va interamente riscritta perchè non è rispettosa delle Dichiarazioni anticipate di trattamento. Questa legge impedisce disporre della propria volontà quando si parla di essere sottoposti o meno a un trattamento sanitario nella parte finale della propria esistenza, mentre in vita si può disporre dei propri beni con un testamento sotto qualsiasi forma. Non vogliono lasciarci liberi di decidere come trascorrere la fase finale della mia esistenza.

La vostra opposizione in cosa si distingue rispetto a quella del Partito democratico e dell’Italia dei valori?
Cominciamo col dire che la nostra opposizione non è al Partito democratico o all’Italia dei valori. L’opposizione è alla legge e per questo abbiamo presentato la pregiudiziale di costituzionalità e non abbiamo avuto paura di entrare nel merito con i nostri emendamenti. Ci siamo appellati all’articolo 3 e all’articolo 32 della Costituzione. Non vogliamo che nel momento del “fine vita” ci siano persone di serie A e persone di serie B.
Noi non accettiamo un testo scritto in questo modo, in base al quale quando una persona è capace di intendere e di volere può rifiutare l’idratazione e la nutrizione artificiale, mentre quando non è più in grado di intendere e di volere non può rifiutarla e non far rispettare la propria volontà sebbene scritta nera su bianco.

Per voi radicali questa è una battaglia importante e l’attenzione che avete dimostrato sul fine è sicuramente diversa da quella del Pd.
Questa è una battaglia per i diritti della persona e i diritti dell’uomo. Battaglia che questo Governo e questa maggioranza hanno rifiutato sin dall’inizio della legislatura. Sia che si tratti di malati, di immigrati, o di disabili. Questo lo dico perchè noi, radicali all’interno del Partito democratico, dall’inizio della legislatura, con iniziative non violente e con scioperi della fame, ci siamo appellati al Governo affinché approvasse il nuovo decreto sui Lea. Se c’è un partito politico, uno schieramento che usa strumentalmente il malato, il disabile, l’immigrato, non è né il Pd né l’Idv ma il partito del premier. Questo deve essere chiaro.
Forse il Pd non è così forte quanto noi speriamo o avremmo voluto, ma credo che noi radicali stiamo dando forza a questa battaglia e stiamo dando forza anche al Partito Democratico. Che lo ha capito e ha votato a favore della nostra pregiudiziale di costituzionalità.

I radicali eletti nelle liste del Pd hanno presentato molti emendamenti. Il Partito democratico li sosterrà?
Non lo so. I nostri emendamenti non sono la “radicalata” ma entrano tutti nel merito. A partire da quelli definiti “premissivi”, cioè precedente all’articolo 1, che riguardano il Codice di deontologia medica e che saranno discussi per primi. I nostri sono emendamenti che se letti attentamente escludono ogni forma di sterile ostruzionismo ma che entrano nel vivo del dibattito.
La nostra posizione è chiara: se nel fine vita ci sono dei trattamenti medici che possono indurre ad abbreviare l’esistenza nella fase finale, per noi può andar bene. In Aula non ci vergogneremo di sostenere la posizione più radicale e più forte che ha caratterizzato la nostra attività politica.

Siete favorevoli o contrari ad una legge che normi questa materia? Glielo chiedo perchè tra i parlamentari comincia a diffondersi un opinione, forse per le difficoltà e le implicazioni etiche che la materia comporta, secondo cui sul fine vita sarebbe meglio astenersi.
Siamo favorevoli, come sono favorevoli i legislatori tedeschi. Ricordo che in Germania, già dal 1999, esistono le disposizioni in materia di Dichiarazioni anticipate di trattamento.
Se leggiamo quelle disposizioni, vediamo che il legislatore non ha avuto paura di affermare che la volontà del paziente, oltre a poter essere liberamente scritta in una Dat, deve anche essere rispettata. Io non credo che ci siano dei cattolici più o meno forti in Italia rispetto alla Germania o a qualsiasi altro Paese europeo. Noi dobbiamo avere una legge che dica semplicemente che una persona è libera per il proprio fine vita di disporre della propria volontà.

Crede che ci sia un diritto di morire?
Il diritto di morire è insito nella vita. Nasciamo, ma siamo destinati al morire. Diversa cosa è il diritto a un fine vita dignitoso dove la dignità è decisa dalla persona che vive sul proprio corpo il dolore e la sofferenza. Credo che solo la persona che soffre possa decidere come interrompere un processo di dolore e di sofferenza.

Non crede che la sentenza che ha deciso sulla vicenda Englaro, per dirla alla Ferrara, si sia caratterizzata per una sorta di dispotismo etico?
Sul caso Englaro, e sulle varie posizioni che sono emerse in seguito, ho sempre sostenuto che o si da sempre credito e fiducia alla figura del tutore, che in quel caso era il padre, o non lo si dà mai. Non si può dare credito ad una figura solo in alcuni casi e togliere questo potere in altri casi. Io ho fiducia che quello che ha sostenuto il padre era quanto voleva la ragazza.

Stefano Simoni
 

11 maggio 2011
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy