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La nostra strategia contro l’antibiotico resistenza

di Beatrice Lorenzin

Sono tre gli asset per combatterla: uso appropriato, ricerca su nuovi antibiotici, limitarne e regolamentarne meglio l’uso negli allevamenti. Su queste strategie si muove l’Italia insieme a tutta la UE e il G7

03 GIU - La resistenza agli antibiotici è un tema al centro dell'attenzione del governo da tempo, un tema che ho posto come centrale anche durante il semestre della presidenza italiana dell'UE. Abbiamo avviato dei programmi in Italia e in Europa e l'antibiotico resistenza è all'ordine dei lavori come emergenza mondiale perché è la prima causa di morte negli ospedali evidenziata in ambito Ghsi (Global Health Security Initiative) e Oms.
 
Come si combatte la resistenza agli antibiotici? Si combatte in diversi modi: innanzitutto attraverso un consumo appropriato di questi farmaci durante la propria vita. Questo significa che l'assunzione di antibiotici deve essere subordinata all'indicazione del medico e che non bisogna mai seguire la filosofia "fai da te" prendendoli magari perché "è comparsa la febbre".
 
Gli antibiotici sono farmaci che in tanti casi hanno fatto la differenza tra la vita e la morte, ma se ne facciamo un uso non corretto e stimoliamo la nascita di germi resistenti non potremo più avvalerci, come sta accadendo, di questi strumenti fondamentali per combattere le malattie, con tutte le conseguenze gravissime che ciò comporta.
 
Il secondo punto è quello della ricerca sugli antibiotici: ci sono virus e batteri che si sono evoluti con capacità di resistenza a determinati farmaci e quindi è fondamentale stimolare la ricerca su nuovi antibiotici in grado di combatterli.
 
Il terzo punto, riguarda gli antibiotici negli allevamenti e negli animali. Stiamo applicando protocolli molto stretti che per esempio prevedono che gli animali non possono essere macellati se non sono passati i tempi giusti per lo smaltimento dell'antibiotico. Ci sono inoltre una serie di protocolli internazionali che si stanno applicando a livello mondiale per far ridurre il consumo di questi farmaci.
 
Ricordo anche che è stato proibito qualsiasi uso degli antibiotici per far crescere gli animali, come avvenuto in passato e che ho promosso a livello di G7 il fatto che gli antibiotici possano essere prescritti esclusivamente da veterinari successivamente a visita clinica e, se del caso, analisi di laboratorio.
 
Beatrice Lorenzin
Editoriale news letter del Ministero della Salute del 3 giugno 2016

03 giugno 2016
© Riproduzione riservata

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