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Corte dei conti: “Da blocco contratti e turnover in 5 anni risparmiati 10 miliardi. Ma riorganizzazione Pa disordinata”


I giudici contabili nel rendiconto generale dello Stato 2015 evidenziano come sia necessario, che si passi “da generiche e spesso contraddittorie previsioni di riduzione o razionalizzazione” a “una concreta attività di sfoltimento”, a partire dalle strutture 'doppione' e da quelle che mostrano una “sostanziale mancanza di un interesse pubblico attuale”.

23 GIU - La riorganizzazione della Pubblica Amministrazione è stata “defatigante, continua e disordinata”, interventi "disordinati" e dai risultati incerti, soprattutto sullo "sfoltimento" di enti e Authority. È quanto sostiene la Corte dei Conti con il presidente di coordinamento delle sezioni riunite.
 
Il Presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite in sede di controllo Angelo Buscema nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2015, ha evidenziato anche una crescita ancora troppo modesta del nostro Paese. “Siamo in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri principali Paesi europei, abbiamo un Pil troppo modesto”.
 
Il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri ha aggiunto che l'emergenza è finita e sono stati evitati “effetti incontenibili”, ma “lo sforzo di contenimento degli ultimi anni appare assai severo”, soprattutto sulle spese “che più incidono sul funzionamento delle amministrazioni e sui servizi ai cittadini”.
 
Per l’urgenza di contenimento dei conti pubblici sono state sacrificate "politiche pubbliche vitali" come gli investimenti in infrastrutture e opere pubbliche, per le quali restiamo fanalino di coda in Ue.
 
Squitieri ha comunque sottolineato che la fase acuta dell'emergenza si è conclusa e ha permesso di evitare "effetti collaterali" insostenibili grazie a un allenamento dell'austerity. "L'uscita dalla stretta emergenza finanziaria e l'auspicio di una ripresa economica più solida - ha detto Squitieri - hanno consentito, di recente, di predisporre correttivi a manovre di taglio" che comunque hanno inciso in profondità sulla spesa pubblica, in particolare sui dipendenti.

Dal 2010 al 2015, ha ricordato il presidente, il risparmio ottenuto attraverso il blocco della contrattazione (ma anche del turnover) ha permesso allo Stato di risparmiare 10 miliardi.
 
Per il presidente di coordinamento delle sezioni riunite, Angelo Buscema, “il recupero della crescita del Pil appare ancora troppo modesto e, soprattutto, in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri principali Paesi europei”.
 
Senza contare che molti degli interventi, a partire dall'ultima riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Madia, devono ancora essere portati a compimento, anche per quantificarne in modo più preciso gli effetti finanziari. Viene inoltre evidenziata anche “l'attuale ipertrofia” di enti e delle “cosiddette autorità indipendenti”.
 
E' necessario, avverte la Corte dei Conti che si passi “da generiche e spesso contraddittorie previsioni di riduzione o razionalizzazione” a “una concreta attività di sfoltimento”, a partire dalle strutture 'doppione' e da quelle che mostrano una “sostanziale mancanza di un interesse pubblico attuale”.

23 giugno 2016
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