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Riforma costituzionale e sistema delle Conferenze. Corte dei conti: “Sovrapposizioni con nuovo Senato. Andrà fatta revisione”


Così il presidente Raffaele Squitieri in audizione in commissione sulle Questioni regionali. Ma in ogni caso la Corte ha deciso di non “prendere posizione in ordine all’opportunità di mantenere in vita o meno un duplice canale di raccordo con le istituzioni territoriali”. IL TESTO DELL’AUDIZIONE

30 GIU - Il sistema delle Conferenze (Presidenti, Stato-Regioni, Unificata) e la nuova Riforma costituzionale. Se al referendum di ottobre dovessero vincere i ‘sì’ le modifiche previste per il Senato rischiano di collidere con l’attuale sistema dei rapporti tra Regioni e delle stesse con il Governo. Una dinamica istituzionale basata proprio sul sistema delle Conferenze.
 
Una previsione ribadita in audizione in commissione sulle Questioni regionali dal il presidente delle Corte dei conti, Raffaele Squitieri: “Se si confrontano le funzioni e i compiti attribuiti alle Conferenze dal decreto legislativo n. 281/1997 con quelle che ora la legge costituzionale assegnerebbe al Senato, si possono individuare ampi spazi di coincidenza, o meglio sovrapposizione, ancorché comunque si pongano su piani costituzionalmente diversi e distinti”.
 
In ogni caso la Corte ci tiene a precisare che “non ritiene di manifestare giudizi sulla portata complessiva della riforma e sull’efficacia del modello parlamentare che si intende introdurre. Analogamente non ritiene di prendere posizione in ordine all’opportunità di mantenere in vita o meno un duplice canale di raccordo con le istituzioni territoriali”.
 
Detto ciò, però, nell’esame della riforma la Corte rileva che “appare di tutta evidenza che la modifica della composizione e delle funzioni del Senato, l’una caratterizzata dalla presenza maggioritaria di rappresentanti delle istituzioni dell’autonomia territoriali , e l’altra dalle nuove funzioni attribuite al Senato stesso (tra le quali quella del concorso, seppure in nuove forme e limiti, alla funzione legislativa), andranno necessariamente ad influire quanto meno sulle procedure e sulle modalità di attuazione dei rispettivi compiti e funzioni, di Senato e sistema delle Conferenze”.
 
Per il presidente Squitieti “in particolare è destinato ad incidere sulla funzione legislativa, in considerazione del fatto che le Conferenze sono basate sul rapporto Governo – autonomie, mentre nel Senato le autonomie partecipano direttamente alla funzione parlamentare complessiva. Da ciò deriva anche un probabile mutamento nel rapporto tra Governo, Parlamento e autonomie locali per quei provvedimenti normativi che afferiscono alle materie ed ai profili di diretto e preminente interesse per le autonomie stesse, siano esse regionali o locali, ordinarie o speciali. In questo ambito sono da prevedere anche mutamenti nel rapporto tra Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome, Conferenza dei Presidenti dei Consigli e Assemblee legislative regionali e sistema delle Conferenze. Infatti la nuova composizione e ruolo del Senato inciderà molto probabilmente anche sull’esigenza di maggiori forme di coordinamento tra le conferenze, anche a prescindere dalle soluzioni che si adotteranno nella loro riorganizzazione”.
 
“In definitiva – rileva il Presidente - l’ampio dibattito in atto sugli effetti delle previste modifiche alla Costituzione sui rapporti tra Stato e autonomie, regionali e locali, ordinarie e speciali, investe sia la valutazione degli effetti oggettivi – come quelli derivanti dal diverso ruolo e composizione del Senato – sia l’individuazione delle opportunità di revisione della struttura e dei compiti delle Conferenze; riguarda, quindi, la loro organizzazione, il funzionamento nonché i loro rapporti istituzionali”.

30 giugno 2016
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