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Decreto Enti locali. Tutti i dubbi del Servizio Bilancio dello Stato sulle misure per il payback


Chiesto un chiarimento circa gli importi corrisposti a titolo provvisorio da parte delle aziende farmaceutiche: "La norma sembra poter determinare il versamento di una somma diversa (inferiore o superiore) rispetto alla quota effettiva di competenza accertata". Si suggerisce poi di escludere i possibili "effetti negativi di cassa connessi alla possibilità di utilizzo nel 2016, da parte delle regioni, delle risorse versate dalle aziende nell’esercizio in corso". IL DOSSIER

07 LUG - Mentre l'iter del Decreto Enti locali procede in commissione Bilancio, in attesa di sbarcare la prossima settimana in Aula alla Camera (il decreto scadrà il prossimo 23 agosto), il Sevizio BIlancio dello Stato ha pubblicato un dossier all'interno del quale solleva alcuni dubbi circa il meccanismo individuato per chiudere il lungo contenzioso riguardante i calcoli sul ripiano a carico delle aziende farmaceutiche per lo sforamento dei tetti della farmaceutica ospedaliera.
 
L'articolo 21, in materia di payback, prevede uno sconto del 10% sulla quota del ripiano 2013-2014 spettante alle industrie, ed uno del 20% per l'anno 2015. Tali norme sono state intraprese per ridefinire le procedure di ripiano della spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera, che non sono state concluse (anno 2013) o intraprese (anni 2014 e 2015) a causa dell’annullamento da parte del giudice amministrativo della determinazione Aifa del 30 ottobre 2014 relativa al ripiano dell’anno 2013.
 
Nel dossier si legge che, sebbene le norme "sembrano determinare un’accelerazione delle procedure di ripiano riferite ad esercizi pregressi (2013 e 2014) nonché al 2015", appare comunque "necessario un chiarimento circa la definitività degli importi corrisposti a titolo provvisorio, in caso di mancata istanza di rettifica dei dati provvisori pubblicati dall’Aifa da parte delle aziende farmaceutiche".
 
Ricordiamo, infatti, che il testo prevede che Aifa sia autorizzata a pubblicare, entro 15 giorni dall'approvazione del decreto, "l'elenco contenente gli importi dovuti a titolo di ripiano degli eventuali sfondamenti dei tetti di spesa farmaceutica per gli anni 2013, 2014 e 2015, da parte delle aziende farmaceutiche titolari di Aic, (autorizzazione di immissione al commercio). Entro i successivi 15 giorni, poi, le case farmaceutiche corrisponderanno provvisoriamente a ciascuna regione e provincia autonoma la quota di ripiano a proprio carico per ciascuno degli anni 2013, 2014 nella misura del 90% e per il 2015 nella misura dell'80% dell'importo presente in elenco".
 
A questo punto, all'interno di un arco temporale di 15 giorni, le Aziende faramceutiche interessate potranno chiedere una rettifica dei dati pubblicati da Aifa, previa trasmissione di una adeguata documentazione giustificativa.
 
Proprio qui il Servizio Bilancio ha individuato una prima possibile criticità. "In particolare, tale comma prevede che, in caso di mancata istanza di rettifica, i dati di ripiano risultanti dall’elenco provvisorio pubblicati dall’AIFA diventano definitivi e gli importi corrisposti in via provvisoria (nella misura del 90 per cento per gli anni 2013 e 2014 e dell’80 per cento per il 2015) vengono trattenuti a titolo definitivo, senza possibilità di ulteriori pretese delle regioni e delle province autonome né conguaglio". Pertanto, si spiega nel dossier, la norma, "pur nella sua finalità di accelerazione del procedimento, sembra poter determinare complessivamente il versamento di una somma diversa (inferiore o superiore) rispetto alla quota effettiva di competenza accertata, da parte delle aziende farmaceutiche che non presentino istanza di rettifica. In ordine a tale profilo appare utile acquisire la valutazione del Governo".
 
Quanto poi alla previsione che obbliga l’Aifa a consentire l’accesso completo da parte delle aziende farmaceutiche ai dati relativi alla spesa farmaceutica, nel documento si spiega che "andrebbe acquisita una conferma circa la non onerosità di tale previsione". "In particolare - scrivono i tecnici del Servizio Bilancio dello Stato - andrebbe confermato che l’Aifa sia in grado, con le risorse disponibili a legislazione vigente, di istituire e gestire una base dati fruibile da soggetti esterni, contente i dati indicati dalla norma in esame e con lo specifico livello di dettaglio (dati aggregati per singola autorizzazione all’immissione in commercio, per mese, per regione e con riferimento ai dati della distribuzione diretta e per conto di fascia “A” aggregati per azienda sanitaria)".
 
Infine, dal Servizio Bilancio si suggerisce di escludere possibili "effetti negativi di cassa connessi alla possibilità di utilizzo nel 2016 da parte delle regioni e delle province autonome delle risorse versate dalle aziende nell’esercizio in corso, anche in considerazione dell’entità delle risorse in questione".
 
 
Giovanni Rodriquez

07 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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