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Anticorruzione. Cantone (Anac): “Ancora numerose criticità ma Autorità ha aumentato sua capacità dissuasiva”. E nel Piano 2016 capitolo ad hoc per la sanità


Presentata oggi in Senato la relazione sull’attività 2015 dell’Autorità Anticorruzione. Per la sanità ricordato l’aggiornamento dell’ultimo Piano per “tutelare la peculiarità del “bene salute”, prevenire eventi rischiosi a danno dei cittadini, fornire strumenti di lettura del settore sanitario, tenuto conto della sua specificità”. E per il prossimo Piano la sanità avrà un copioso capitolo ad hoc che andrà ad ampliare gli aggiornamenti del 2015. LA RELAZIONEPRESENTAZIONE CANTONE

14 LUG - “Non siamo un’Autorità che vuole fare il gendarme nei confronti della pubblica amministrazione e delle stazioni appaltanti, né intendiamo arrogarci compiti non nostri; non ci compete, infatti, di scoprire la corruzione, essendo tale incombente riservato alle Procure della Repubblica”. Così il presidente dell’Anac Raffaele Cantone durante la presentazione delle Relazione sulle attività del 2015.
 
“Non siamo, però – ha rimarcato - un’Autorità che vuole soltanto effettuare controlli ex post, eventualmente portati a termine quando ormai sono poco utili. Stiamo, invece, sperimentando un ruolo che ci consente, mantenendo in pieno l’indipendenza, di lavorare fianco a fianco con le amministrazioni, per evitare che errori o irregolarità si possano tradurre in fatti di maladministration o di vera e propria corruzione. Lo stiamo facendo, come abbiamo visto, con le varie attività di vigilanza sempre più di tipo collaborativo e con quella funzione paraconsultiva che rappresenta una parte significativa del nostro impegno quotidiano”.
 
Ma per Cantone “queste attività non interferiscono affatto con la discrezionalità delle pubbliche amministrazioni sia perché sono loro a chiedere il nostro intervento sia perché in molti casi le indicazioni da noi fornite non sono nemmeno vincolanti. Si tratta di un modus operandi che abbiamo messo in campo sia nel settore dell’anticorruzione che in quello dei contratti pubblici e persino quando la legge ci riconosce il potere di irrogare sanzioni, le utilizziamo come extrema ratio perché quel che a noi interessa è che le amministrazioni rispettino le regole”.
 
Ancora numerose criticità. “Nel complesso, si rileva come molte criticità siano trasversali ai tre ambiti di vigilanza dell’Autorità e siano riconducibili a problematiche organizzative interne alle PA, a carenze nella fase di programmazione e gestione tanto delle misure di prevenzione della corruzione quanto degli approvvigionamenti e a continui cambiamenti e incertezze normative che non consentono una facile applicazione delle norme poste a garanzia del corretto funzionamento dell’attività amministrativa. Fattori questi che sono terreno “fertile” per corruzione e favoritismi”.
 
“Nel complesso – ha rilevato Cantone - , sembra mancare la consapevolezza che il PTPC è uno strumento di carattere organizzativo, un mezzo per “pensare” ai processi e ai procedimenti interni nella duplice (e interrelata) ottica dell’efficienza organizzativa e della prevenzione della corruzione. Al fine di rendere il PNA un vero strumento di prevenzione, con l’Aggiornamento 2015 e da ultimo con il PNA 2016 (VEDI TESTO) posto in consultazione pubblica nel mese di maggio di quest’anno, l’Autorità, avvalendosi di vari tavoli tecnici attivati con molti soggetti istituzionali qualificati, si è orientata, in un ottica di semplificazione, nella differenziazione dei contenuti per le diverse tipologie e dimensioni delle amministrazioni, investendo al contempo nella formazione e nell’accompagnamento delle stesse nella predisposizione del proprio Piano triennale”.
 
In ogni caso, “al di là degli indirizzi forniti, se l’attività di vigilanza sulle amministrazioni conferma la scarsa qualità delle misure adottate e, in particolare, la mancata aderenza tra condotta assunta e misure previste, è anche vero che l’Autorità ha maturato una significativa capacità dissuasiva attraverso l’esercizio del potere d’ordine che, si rammenta, può condurre a una sola sanzione di tipo “reputazionale”, consistente nel rendere pubblico l’inadempimento di legge”.
 
Il settore sanità.
La scelta di dotare l’Aggiornamento 2015 di un approfondimento dedicato alla sanità nasce dall’esigenza di tutelare la peculiarità del “bene salute”, prevenire eventi rischiosi a danno dei cittadini, fornire strumenti di lettura del settore sanitario, tenuto conto della sua specificità rispetto agli altri settori della PA. L’obiettivo è stato quello di fornire ai soggetti che interagiscono nel sistema sanitario specifiche raccomandazioni da osservare nella redazione e attuazione dei PTPC, considerato il contesto ambientale, la tipologia e il livello di complessità dell’organizzazione sanitaria e il sistema di relazioni in essa esistente. I contenuti dell’approfondimento sono l’esito di un lavoro congiunto svolto nell’ambito di un tavolo tecnico a cui hanno preso parte l’ANAC, il MISA e l’Agenas.
 
L’Autorità, inoltre ha ritenuto opportuno evidenziare la necessità di estendere il regime di inconferibilità e incompatibilità nelle aziende sanitarie a figure quali il direttore di dipartimento o di distretto, il dirigente medico e il medico convenzionato, non limitandola quindi alle sole tre figure apicali delle aziende ospedaliere (direttore generale, amministrativo e sanitario), attualmente previste dal decreto 39.
 
L’approfondimento muove dai risultati di una valutazione condotta su un campione di 247 PTPC di ASL, AO, aziende ospedaliere universitarie, IRCCS che ha rilevato una generale carenza, rispetto a diversi profili, dei Piani triennali adottati. L’analisi del contesto esterno è spesso risultata del tutto assente; inadeguata è stata l’individuazione delle specifiche misure preventive per contrastare comportamenti corruttivi in relazione agli eventi rischiosi; la mappatura dei processi e delle attività non sempre è stata sviluppata in modo esaustivo. A fronte di un’enunciazione formale di collegamento dei PTPC con gli altri documenti di programmazione (in particolare con il Piano della performance), non risultano indicazioni in merito alle modalità operative per l’effettiva realizzazione del coordinamento e dell’attività di monitoraggio.
 
Le istruzioni contenute nell’approfondimento, pertanto, rispondono all’esigenza di correggere le carenze riscontrate e di fornire agli operatori indicazioni metodologiche sul processo di gestione del rischio corruzione e strumenti operativi più specifici che meglio orientino le amministrazioni nell’analisi dei processi e nella revisione dei sistemi di gestione, controllo e monitoraggio interni.
 
Per alcune aree di “rischio generali” ovvero i contratti pubblici, gli incarichi e le nomine, la gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio, i controlli, le verifiche, le ispezioni e le sanzioni sono state formulate, in considerazione della tipicità del settore sanitario, ulteriori specificazioni rispetto a quanto indicato per le altre amministrazioni pubbliche.
 
Con riguardo ai contratti pubblici, ad esempio, sono state analizzate le variabili che costituiscono fattori predisponenti il rischio di corruzione degli acquisti sanitari, come la complessità dei beni e dei servizi da acquistare in relazione alla dinamica introduzione di nuove tecnologie, la varietà degli attori coinvolti nell’intero processo di approvvigionamento (clinici, direzione sanitaria, provveditori, ingegneri clinici, epidemiologi, informatici, farmacisti, personale infermieristico, etc.), la capacità dei soggetti che impiegano i beni acquistati di orientare la quantità e la tipologia di materiale richiesto (ad esempio, protesi e farmaci), la valutazione in merito alla fungibilità/infungibilità dei prodotti. A fronte delle variabili identificate sono state suggerite misure per governarle. Quanto invece alle nomine, l’approfondimento è dedicato all’esemplificazione di rischi e misure afferenti il conferimento di incarichi di struttura complessa e a soggetti esterni.
 
La sezione fornisce, inoltre, chiare indicazioni su ulteriori aree a “rischio specifico”, quelle che è opportuno che i PTPC considerino nel processo di gestione del rischio, anche per i risvolti direttamente collegati alla percezione della qualità dei servizi da parte dei cittadini e per l’importanza che le azioni suggerite rivestono in tema di lotta agli sprechi e di recupero della fiducia del cittadino. Si tratta di ambiti particolarmente sensibili in quanto centri di maggior impegno di risorse professionali ed economiche e di confluenza di relazioni e, pertanto, esposti al rischio di fenomeni corruttivi e di conflitto di interessi.
 
Le aree specifiche includono l’attività libero professionale, i rapporti contrattuali con privati accreditati, il decesso in ambito intraospedaliero, la farmaceutica, dispositivi ed altre tecnologie, la ricerca, la sperimentazione e le sponsorizzazioni.
 
In particolare, per questa ultima area, in considerazione della complessità dei processi che la caratterizzano e delle relazioni che intercorrono tra i soggetti che a vario titolo e livello intervengono nei processi decisionali, è stata suggerita, come misura di prevenzione, di rendere conoscibili le relazioni e/o interessi che possono coinvolgere i professionisti di area sanitaria e amministrativa nell’espletamento delle proprie funzioni. È stata, quindi, elaborata e  resa disponibile sul sito istituzionale dell’Agenas una modulistica standard che costituisce un modello di riferimento per l’identificazione da parte del dichiarante di attività/interessi/relazioni da rendersi oggetto di dichiarazione pubblica.
 
Il 2015 è stato segnato, inoltre, dall’ingresso a pieno regime dell’istituto del “commissariamento” introdotto dall’art. 32 del d.l. 90/2014 che, anche grazie alla collaborazione con Ministero dell’interno e Prefetture, è stato caratterizzato, il più delle volte, dall’affiancamento della misura di sostegno e monitoraggio a quella della straordinaria e temporanea gestione al fine di supportare adeguatamente l’impresa nel processo di riconversione organizzativa e gestionale. Con l’estensione dell’ambito applicativo dell’istituto delle misure straordinarie di gestione, sostegno e monitoraggio anche al settore sanitario, l’Autorità ha, sin da subito, affrontato il delicato commissariamento dell’Ospedale israelitico di Roma. Nonostante questa prima positiva esperienza, in considerazione della specificità del settore di riferimento, l’Autorità ha avviato un confronto con il Ministero dell’interno e il Ministero della salute per individuare specifiche linee guida che disciplinino la materia.
 

 

14 luglio 2016
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