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Puglia. Mariano (Pd): “Fronteggiare le emergenze sanitarie di Brindisi e provincia”


La questione al centro di una interrogazione presentata in commissione Affari Sociali. Dal sottosegretario De Filippo l’impegno “ad avviare ogni iniziativa di monitoraggio e verifica, volta ad assicurare che il piano di riordino della rete ospedaliera pugliese, con specifico riguardo all’area di Brindisi, sia adeguato a fronteggiare le emergenze sanitarie”.

18 LUG - “Quali iniziative, per quanto di competenza, intende assumere” il ministero della Salute “per fronteggiare le emergenze sanitarie di Brindisi e della provincia già note al Ministro” Beatrice Lorenzin “e garantire pienamente i livelli essenziali di assistenza”? E’ quanto chiede la deputata Elisa Mariano (Pd) in una interrogazione presentata in commissione Affari Sociali della Camera.  

“La regione Puglia – spiega la deputata nella sua interrogazione - , in adempimento a quanto previsto dalla legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016) e dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, ha predisposto la riorganizzazione della rete ospedaliera con la deliberazione della giunta regionale n. 161 del 2016, successivamente rettificata con la deliberazione di giunta regionale n. 265 del 2016”. E “come evidenziato dalla risposta del sottosegretario alla salute, on. De Filippo, all’atto di sindacato ispettivo n. 5-08223, ‘tale documentazione, come previsto dall’articolo 1, comma 541, della legge n. 208 del 2015, è stata sottoposta all’esame del tavolo del Regolamento sugli standard ospedalieri (decreto ministeriale n. 70 del 2015), che ha ritenuto la stessa non sufficiente per esprimere una valutazione, considerata la mancanza di elementi essenziali e prioritari, rispetto ad un disegno di rete assistenziale coerente con il decreto ministeriale n. 70 del 2015. Il tavolo del Regolamento sugli standard ospedalieri ha rinviato pertanto la valutazione di merito alla presentazione di un provvedimento di riorganizzazione della rete ospedaliera, integrato con la rete dell’emergenza-urgenza, che tenga conto di tutte le osservazioni già rese dai Ministeri affiancanti’”.

“La provincia di Brindisi – si legge ancora nelle premesse all’interrogazione - è caratterizzata da una dotazione di posti letto inferiore agli standard e la nuova deliberazione di giunta regionale n. 265 del 2016 prevede per la provincia di Brindisi una ulteriore contrazione dei posti letto pubblici, passando dai 1085 previsti ai 901 del piano previsto dalla deliberazione di giunta regionale n. 265 del 2016 e posizionandosi al di sotto dei parametri previsti dal decreto ministeriale n. 70 del 2015; questa ulteriore decurtazione dei posti letto nelle provincia di Brindisi non tiene conto di fattori importantissimi quali, innanzitutto, lo stato di salute della popolazione della provincia di Brindisi. Si ricorda, infatti, che la provincia di Brindisi, è stata dichiarata area a elevato rischio di crisi ambientale con due decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 novembre 1990 e del 30 luglio 1997”.

La deputata ricorda poi che “il decreto legislativo n. 22 del 1997 e il successivo decreto legislativo n. 152 del 2006 hanno incluso Brindisi tra i 57 siti di interesse nazionale per interventi di bonifica. Si ricorda che il criterio di inclusione di un sito tra quelli di interesse nazionale dipende dal rischio sanitario che le condizioni di quel sito determinano per le popolazioni; il piano regionale della qualità dell’aria predisposto dall’Arpa Puglia inserisce Brindisi in fascia C, la più critica, che necessita di azioni di riduzione dell’inquinamento; la legge regionale 24 luglio 2012, n. 21, ‘Norme a tutela della salute, dell’ambiente e del territorio sulle emissioni industriali inquinanti per le aree pugliesi già dichiarate a elevato rischio ambientale’, introduce, all’articolo 2, in riferimento sia a Taranto che a Brindisi, in quanto dichiarate entrambe ‘aree ad elevato rischio ambientale’, l’obbligo di redigere con cadenza annuale un rapporto di ‘valutazione del danno sanitario’”.

“Numerosi studi – prosegue Mariano - hanno mostrato una mortalità in eccesso rispetto alla media regionale per malattie cardiovascolari (in particolare infarto acuto del miocardio) e malattie respiratorie croniche in relazione all’alzamento di alcuni inquinanti atmosferici, in considerazione del fatto che la provincia ospita un’area ad elevato rischio di crisi ambientale e un sito di interesse nazionale per le bonifiche che condiziona il profilo della salute della popolazione residente; per tali motivi sono in corso, nell’ambito del centro salute ambiente della regione Puglia, specifici interventi di monitoraggio ambientale e di sorveglianza epidemiologica. Si evidenzia infatti che nell’area a rischio esistono eccessi di mortalità nel sesso maschile per tumori della vescica e leucemie oltre che per malattie dell’apparato respiratorio; nel sesso femminile si registrano eccessi per tumori del polmone e malattie respiratorie croniche. Nel comune di Brindisi, si osservano in aggiunta eccessi per tutti i tumori e tumori della pleura, mentre nelle donne per malattie dell’apparato digerente e per tutte le cause così come evidenziato dai report epidemiologici della stessa regione Puglia; con riferimento agli obiettivi del piano di riordino: ‘La ratio della legge è quella di ricondurre le strutture ospedaliere dentro un regime gestionale che coniughi efficienza economica, alti volumi, adeguata qualità e la migliore sicurezza delle cure’. In particolare, l’efficienza economica (rispetto degli standard e dei volumi) pone, tra gli indici di verifica, lo standard relativo alla degenza media: meno di 7 giorni di degenza per i ricoveri ordinari”.

“La delibera della giunta regionale – prosegue la deputata - sintetizza il decreto ministeriale n. 70 del 2015, in particolare: ‘individuazione dei fabbisogni prestazioni ospedaliere, ai fini della ridefinizione della rete ospedaliera dei letti per acuti e postacuti, con individuazione analitica del numero dei posti letto suddivisi per struttura, disciplina; (...)’; ‘Aumento del numero di posti letto ospedalieri per postacuti per l’adeguamento agli standard nazionali al fine di migliorare la qualità dell’assistenza, offrendo al paziente la giusta intensità di cura per le sue condizioni cliniche e la presa in carico globale (...)’”.

“Attualmente – si legge ancora nella interrogazione - , la provincia di Brindisi risulta soprattutto carente di posti letto dedicati a percorsi terapeutici post acuzia. In particolare, sono attivati soltanto posti letto per riabilitazione motoria e per riabilitazione neurolesi e motulesi pari all’0,36 per mille sulla popolazione. Si sottolinea come tali posti letto siano interamente affidati a strutture private. In tutta la provincia risulta completamente assente sia nell’offerta pubblica che in quella privata la disponibilità di posti letto per la riabilitazione pneumologica e cardiologica, pur a fronte dei dati epidemiologici evidenziati e della previsione di due reparti di pneumologia per acuti sia presso il Perrino di Brindisi, che presso l’ospedale di Ostuni. Per ciò che attiene alla lungodegenza, ad oggi, per tutta la provincia sono previsti 35 posti letto distribuiti tra gli ospedali di Fasano, Mesagne e San Pietro. Il nuovo piano riduce ulteriormente questa dotazione poiché, a fronte della prevista riconversione dei tre suddetti ospedali, sia il Camberlingo di Francavilla Fontana, per storici problemi di staticità, sia il Perrino di Brindisi, per mancanza di spazi utili, non saranno nelle condizioni di attivare ed ospitare nell’immediato le lungodegenze; ne consegue – secondo Mariano - un gap in termini di assistenza e qualificazione futura con prevedibile impossibilità a rientrare negli standard previsti dal decreto ministeriale n. 70 del 2015; in particolare, con il nuovo piano ospedaliero, il Perrino di Brindisi viene classificato come degenza ad elevata assistenza di II livello, l’ospedale di Francavilla Fontana di I livello e quello di Ostuni come ospedale di base, mentre per gli ospedali di Fasano, Mesagne, San Pietro Vernotico è prevista una riconversione in presidi territoriali di assistenza, dismettendo così i reparti che permettono di svolgere attività ospedaliera”.
 
“Nello specifico – prosegue la deputata -, l’ospedale Melli di San Pietro in Vernotico, ad oggi plesso del Perrino, rappresenta la struttura che più di tutte è adatta a svolgere funzioni di continuità assistenziale rispetto alla degenza ad elevata assistenza di II livello, dedicate a patologie internistiche e alla post acuzie nell’ottica di un decongestionamento dello stesso e, nell’ottica, di una maggiore appropriatezza dei ricoveri e dei percorsi terapeutici. La stessa struttura, infatti, è perfettamente rispettosa degli standard strutturali (presenza di area verde, di facile accesso, parcheggi), e dotata di reparti e di palestra, già recentemente ristrutturati ed equipaggiati per funzioni riabilitative specialmente nella riabilitazione, pneumologica e cardiologica e delle post acuzie in generale; altri recenti investimenti hanno riguardato le sale operatorie e la diagnostica senologica. Proprio per queste ragioni, presso l’ospedale di San Pietro Vernotico, è stata più volte prevista l’attivazione di 270 posti letto di riabilitazione cardiologica e pneumologica in realtà mai attivati che risulta oggi quanto mai necessaria. La stessa lungodegenza potrebbe essere potenziata ed ospitata nello stesso presidio, vista la disponibilità di spazi e reparti attrezzati; così come le sale operatorie potrebbero utilmente essere attivate per interventi di  day service chirurgico, oculistico e dermatologico, così come previsto da recenti delibere della direzione generale della asl”.

“Diventa, inoltre, rilevante – secondo Mariano - potenziare l’offerta sanitaria della struttura di II livello (Perrino), integrandone la dotazione esistente, prevedendo la presenza di una gastroenterologia e di una reumatologia, nonché salvaguardandone alcune particolari eccellenze tra cui il reparto grandi ustionati, centro di riferimento regionale, con 11 posti letto, sul quale sono stati già investiti 6 milioni di euro e altrettanti sono in corso di investimento, la radiologia interventistica e la « breast unit» per il cancro alla mammella, tra le prime della Puglia per numero di interventi”.

Questa la risposta del ministero, per voce del suo sottosegretario Vito De Filippo: “In adempimento alla legge di stabilità valida per il 2016, e in ossequio a quanto previsto dal Programma Operativo 2013-2015, la regione Puglia ha trasmesso una proposta di riordino della rete ospedaliera in data 4 gennaio 2016. Tale documentazione è stata oggetto di un incontro tecnico di affiancamento presso il Ministero della salute, durante il quale sono state evidenziate alcune criticità con particolare riferimento ai bacini di utenza e alla frammentarietà dell’offerta ospedaliera, che impedisce la concentrazione dei volumi di attività con conseguente possibile compromissione della sicurezza dei pazienti, a scapito della correttezza dei percorsi diagnostico terapeutico-assistenziali (PDTA). Successivamente, la Regione ha trasmesso la DGR n. 161/2016, modificata dalla DGR n. 265/2016, che è stata sottoposta al parere tecnico del Tavolo del regolamento di cui al decreto ministeriale n. 70 del 2015. Il citato Tavolo, ai fini di una valutazione definitiva, ha richiesto alcune integrazioni, con specifico riguardo alla rete dell’emergenza-urgenza.  Da ultimo, lo scorso 22 giugno, il Tavolo ha esaminato la documentazione integrativa trasmessa dalla Regione, valutando favorevolmente l’impianto programmatorio complessivo e richiedendo impegni specifici da parte della Regione a garanzia della qualità e della sicurezza delle cure. Il completamento dell’iter valutativo è rimandato, comunque, al Tavolo di verifica degli adempimenti e al Comitato LEA in seduta congiunta come disposto dalla legge di stabilità 2016”.

“Si premette – si legge ancora nella risposta del ministero esposta da De Filippo - che la valutazione effettuata dal Tavolo del regolamento, sulla base di un’istruttoria condotta dal Ministero della salute, è tesa a verificare la coerenza dei provvedimenti regionali con l’impianto metodologico definito dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, e il rispetto degli specifici standard. L’individuazione dei nodi delle reti nonché l’organizzazione delle strutture rientrano nelle competenze esclusive regionali, sulla base delle specificità dei territori documentate sulla base di evidenze epidemiologiche e di accessibilità, tale che l’offerta sia adeguatamente parametrata alla domanda di salute”.

“Con riferimento ai quesiti relativi alla provincia di Brindisi – prosegue il sottosegretario - si forniscono di seguito alcuni elementi informativi. La provincia di Brindisi, da quanto si evince dalla banca dati ministeriale aggiornata alla data di ieri 13 luglio 2016, risulta disporre al 1° gennaio 2015 di una dotazione totale di 1.122 posti letto, di cui 1.054 afferenti alla strutture pubbliche e 68 afferenti alle strutture private, ovvero 2,8 posti letto totali (pubblici e privati accreditati) per mille residenti. Di questi, 180 sono dedicati alla cura delle post-acuzie (0,45 posti letto per 1000 abitanti). Gli ultimi prospetti trasmessi dalla Regione evidenziano una dotazione provinciale programmata pari a 1.099 posti letto totali (2,76 posti letto per mille abitanti), pubblici e privati accreditati, di cui 944 per acuti (2,37 posti per 1000 abitanti) e 155 per la post-acuzie (0,39 posti letto per mille abitanti). Si rammenta che lo standard di dotazione dei posti letto, pari a 3,7 posti letto per mille abitanti, come previsto dalla normativa, è un riferimento massimo per l’offerta del territorio regionale e non provinciale. Per completezza, si rappresenta che il tasso di ospedalizzazione relativo all’attività erogata dalle strutture provinciali per il 2015 è stato pari al 115 per mille e il tasso di utilizzo dei posti letto è stato dell’88 per cento. I valori dei predetti indicatori provinciali sono sostanzialmente analoghi a quelli regionali e sono coerenti con la metodologia di determinazione del fabbisogno ospedaliero definita dal decreto ministeriale n. 70 del 2015”.

Con specifico riferimento a quanto segnalato relativamente alla struttura di San Pietro Vernotico, il ministero spiega che “le informazioni desumibili dalla banca dati ministeriale alla data odierna mostrano che trattasi di uno stabilimento ospedaliero del PO Perrino di Brindisi, con una dotazione di offerta al primo gennaio 2015 pari a 81 posti letto, a vocazione prettamente medica, con presenza della discipline di geriatria, pneumologia, medicina generale; psichiatria e lungodegenza. La documentazione da ultimo trasmessa dalla Regione lo configura come struttura riconvertita in presidio territoriale di assistenza. Il percorso riabilitativo di post-acuzie ospedaliera è previsto, nella citata provincia, presso la struttura di Ceglie Messapica (posti letto di recupero e riabilitazione funzionale e di neuroriabilitazione) e presso l’IRCCS Medea (posti letto di neuroriabilitazione). Si evidenzia, infine, che il Regolamento Regionale di riordino della rete ospedaliera, allegato alla DGR n. 265/2016, all’articolo 2 prevede che, entro il 31 dicembre di ogni anno, sia elaborata una relazione di verifica del rispetto del funzionamento della rete in relazione agli standard quali-quantitativi e di sicurezza dell’assistenza ospedaliera. Tale relazione, individuerà, fra l’altro, anche eventuali esigenze di riconfigurazione delle strutture pubbliche e private”.

“L’atto ispettivo – conclude De Filippo - è stato presentato successivamente alla delibera di cui sopra; tuttavia, mi impegno fin da subito ad avviare ogni iniziativa di monitoraggio e verifica, volta ad assicurare che, a seguito delle prescritte verifiche, il piano di riordino della rete ospedaliera pugliese, con specifico riguardo all’area di Brindisi, sia adeguato a fronteggiare le emergenze sanitarie anche con particolare riferimento all’attivazione dei posti letto di riabilitazione cardiologica e pneumologica.  La stessa verifica viene fatta nel reparto grandi ustionati, centro di riferimento regionale”.

Per la deputata Mariano “i dati forniti dimostrano che nella provincia di Brindisi il numero di posti letto, nonostante le difficoltà ambientali, è inferiore a quanto previsto dalla normativa vigente”. Accogliendo con favore la disponibilità mostrata dal presidente della regione Puglia, sottolinea che ogni eventuale chiusura di presidi sanitari sul territorio “deve essere accompagnata in modo tassativo da una contestuale, e non successiva, riorganizzazione dei servizi, per evitare disfunzioni”.

18 luglio 2016
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