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Lea. 60 milioni di “nuovi” ticket? È polemica tra Lorenzin e Cgil

di Cesare Fassari

Ha suscitato allarme la denuncia della Cgil di pochi giorni fa sull’arrivo, insieme ai nuovi Lea, di 60 milioni di nuovi ticket per i cittadini. Ma le cose non stanno esattamente così. Ecco perché.

26 SET - “E' un falso allarme, come ce ne sono tanti in Italia”. Così Beatrice Lorenzin, ha commentato oggi l’allarme sui 60 milioni di nuovi ticket che, secondo la Cgil, si porterebbero in dote i nuovi Lea.
E’ una cosa di cui “non siamo riusciti a comprenderne il senso”, ha aggiunto sottolineando il fatto che stiamo parlando “di Lea in cui sono state inserite nuove prestazioni sanitarie per oltre 800 milioni di euro, che oggi vengono pagate interamente dai cittadini. Quindi l'aumento dei Lea comporta una compartecipazione come avviene per le altre prestazioni".
 
Ha ragione il ministro a dirsi così stupita della denuncia della Cgil? In gran parte sì. Intanto per il fatto che il calcolo sui 60 milioni di ticket legati al riassetto dei Lea è nota da tempo e figura nei documenti ampiamente diffusi dal Ministero sin dai primi di luglio, dove era ben spiegato come 42 milioni di ticket sarebbero derivati dall’ampliamento delle prestazioni specialistiche soggette a ticket e altri 18 sarebbero arrivati dopo lo spostamento di alcune prestazioni. attualmente erogate in Day Surgery (senza ticket), in regime ambulatoriale (da sempre soggetto a ticket). Quindi la “denuncia” della Cgil arriva onestamente tardiva ma tant’è ha suscitato scalpore mediatico come sempre accade quando si batte sulla tastiera la parola ticket.
 
Ma il punto è che, al di là della tempistica, sono le cifre presentate dalla Cgil a prestarsi a erronee interpretazioni. Come abbiamo detto, infatti, dei 60 milioni di ticket legati ai nuovi Lea, in realtà solo 18 possono essere considerati “nuovi” e cioè addebitati su prestazioni oggi esenti. E si tratta di quelli relativi per l'appunto alle 24 prestazioni giudicate “ad alto rischio di inappropriatezza se erogate in Day Surgery” e per le quali viene previsto lo spostamento in regime ambulatoriale.
 
Scelta sbagliata? Bisognerebbe chiederlo a chi ha stilato l’elenco. Ma in ogni caso di questo stiamo parlando e cioè di 18, e non 60, milioni di incassi stimati per i ticket su quelle 24 prestazioni che saranno trasferite in ambulatorio, perché il loro trattamento in Day Surgery è stato valutato da Governo e Regioni inappropriato.
 
Diverso il discorso più generale della Cgil sul rischio che i soldi (gli 800 milioni stanziati) non bastino e che alla fine ci si trovi di fronte a un documento velleitario. Un dubbio condiviso anche dalle Regioni che hanno infatti chiesto una verifica entro l'anno, per valutare l'impatto effettivo del nuovo paniere del Ssn.
 
E in proposito, per quel che vale, dubbi sulle stime del ministero, che da un impatto teorico di 3 miliardi è arrivato a a valutare il costo reale in meno di 800 milioni l'anno, li avevamo espressi anche noi, ripercorrendo tutti i calcoli fatti per giungere al fabbisogno poi sancito dalla stabilità 2016. Ma questo è un altro discorso.
 
C.F.

26 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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