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La sanità del futuro secondo i Cinque Stelle. Da un sistema che cura i malati a uno che evita di ammalarsi. Ecco il progetto e gli obiettivi


Il progetto nasce come un laboratorio di idee pensando al programma per le prossime regionali del Lazio ma oggi, con il lancio sul sito di Beppe Grillo, si candida a progetto per la sanità di tutto il Paese. Fulcro è il passaggio dall’attuale modello di sanità basato sulla  medicina “passiva poiché basata sull’attesa della malattia conclamata” a una “proattiva e basata sul mantenimento della salute”.

07 GEN - “Un progetto sicuramente ambizioso e molto ampio”. Così Davide Barillari, Portavoce dei Cittadini al Consiglio Regionale del Lazio e Presidente Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle alla Regione Lazio definisce il  progetto “Libro Bianco Sanità 5 stelle”, di cui parla oggi sul blog di Beppe Grillo con un post sulla home page.
 
“Da troppi anni – scrive Barillari- assistiamo inermi ad una sanità pubblica sempre più vittima di clientelismi, sprechi e corruzione. Una sanità che avvantaggia sempre più gli enormi interessi privati a discapito della tutela della salute pubblica di tutti i cittadini”.
 
Per questo “è arrivato il momento di ridisegnare completamente la nostra sanità, sia per dare una risposta urgente a tutte le persone che hanno bisogno urgente di assistenza (11 milioni di italiani ormai rinunciano alle cure perché costano troppo e perché i tempi di attesa per fare un esame sono infiniti), e sia per restituire dignità ai tantissimi professionisti che lavorano ogni giorno senza sosta, demotivati, all’interno di Asl e fra le corsie degli ospedali pubblici”.
 
Pur se ufficialmente impostato come programma per la sanità in vista delle regionali del Lazio del 2018, l’ambizione che traspare è quella di creare un vero e proprio nuovo modello di sanità che, a partire dal Lazio, possa poi essere esportato per tutto il Paese.  
 
“Un nuovo modello di governance – scrive Barillari - che metta in discussione, profondamente, il ruolo stesso della sanità "novecentesca": da una sanità passiva che resta in attesa che una persona si ammali e cronicizzi negli anni la sua malattia, ad un sistema socio sanitario proattivo e di iniziativa, rivolto ai cittadini sani, che tuteli al massimo il mantenimento del benessere psicofisico, attraverso il modello innovativo della medicina predittiva (intercettare tutti i sintomi sentinella per anticipare l’insorgenza stessa delle principali patologie)”.
 
“Un sistema socio sanitario – spiega ancora l’esponente M5S - che non si preoccupi solo di curare la malattia, ma faccia tutto il possibile per prevenirne lo sviluppo”.
 
“Un nuovo approccio che rivoluziona le basi stesse della presa in carico dei cittadini ‘potenzialmente malati’ attraverso team multidisciplinari costruiti sulla base del proprio profilo bioanalitico (grazie all'avvio del nuovo Fascicolo Socio Sanitario Elettronico Regionale) e che apre la strada a percorsi diagnostici terapeutici personalizzati di assistenza sociosanitaria domiciliare, fra servizi territoriali ed ospedalieri non più differenziati fra loro”, sottolinea sempre Barillari sul suo post.
 
Tutto nasce nell’ottobre 2016 quando si è costituito l’Advisory Board, strutturato in 8 tavoli tecnici di lavoro, che sarà attivo fino a gennaio 2018. Ne fanno parte – si legge nel sito dedicato – “singoli professionisti con documentata esperienza e competenza specifica nell’elaborazione di modelli di governance sanitaria, ed enti/organizzazioni di ricerca indipendenti di alto profilo istituzionale e tecnico”.
 
Il lavoro di analisi si sviluppa con l'approfondimento di 10 tematiche, ciascuna affidata a specifici gruppi di lavoro:
1. Governance attuale e modello ipotetico
2. Il modello della sanità predittiva e il nuovo processo di presa in carico 
3. Il fascicolo socio sanitario elettronico regionale
4. Soluzioni identificate area governance/architettura Ssr
5. Soluzioni identificate area prevenzione
6. Soluzioni identificate area reti assistenza
7. Soluzioni identificate area servizi territoriali e integrazione
8. Soluzioni identificate area sviluppo politiche personale
9. Soluzioni identificate area partecipazione e trasparenza
10. Soluzioni identificate area sistemi monitoraggio e controllo
 
Al momento sono in fase avanzata i primi tre approfondimenti (Governance, Sanità predittiva e Fascicolo sanitario elettronico) dai quali si possono già trarre interessanti spunti per capire la filosofia del progetto e immaginare quali potrebbero essere le linee portanti del Libro Bianco, per il quale bisognerà comunque (salvo accelerazioni) aspettare il 2018 quando il libro sarà pronto in vista delle elezioni regionali laziali.
 
In ogni caso è già on line la bozza in evoluzione del Libro Bianco con aggiornamenti costanti mano mano che i vari gruppi completeranno il loro lavoro.
 
Ad oggi questo lo stato dell’arte con l’elenco degli obiettivi principali:
· superamento blocco turnover e uscita sostenibile dal commissariamento (verifica piano di rientro con il governo e valutazione degli impatti dei decreti del commissario ad acta),
· fine dei tagli lineari ingiustificati, con tagli solo a strutture/servizi inefficienti e ridondanti,
· revisione completa del riassetto organizzativo di Asl e Distretti, con superamento delle macroaree, degli accorpamenti ingiustificati delle Asl e delle competenze (volutamente) sovrapposte,
· eliminazione di ogni tipo di ingerenza politica nella sanità pubblica e privata,
· criteri verificabili di meritocrazia e trasparenza nelle assunzioni, nelle nomine, nelle promozioni, nei trasferimenti,
· reinternalizzazione dei servizi e massima riduzione di ogni forma di precariato ed instabilità professionale,
· investimenti su strutture pubbliche e sulla formazione/motivazione del personale,
· rinnovamento tecnologico, con particolare riferimento alla sanità elettronica e alla telemedicina,
· poteri reali di verifica sul rapporto pubblico-privato (attività intramoenia) e creazione di strutture di auditing/controllo con reali poteri ispettivi,
· revisione criteri accreditamento strutture private convenzionate, con verifiche periodiche e sospensione/ritiro dell’autorizzazione,
· politica sanitaria predittiva per una reale prevenzione e sviluppo dei servizi sociosanitari sul territorio,
· campagne per l’ educazione e l’informazione sanitaria, con particolare attenzione ai corretti stili di vita ed all’alimentazione,
· revisione completa del modello case della salute,
· riapertura di strutture sanitarie chiuse o depotenziate fra il 2009 e il 2018 (giunte Polverini e Zingaretti), se evidenziate carenze nell’assistenza sanitaria ai cittadini in territori disagiati o dove non esistono strutture sanitarie pubbliche.

Questi invece i temi di analisi in corso di approfondimento:

1. Come stimolare l’efficienza territoriale (servizi diagnostici, distretti e poliambulatori, poli ospedalieri + case della salute) in vista della ridefinizione del modello sanitario in ottica di deospedalizzazione e prevenzione primaria (medicina predittiva),
2. Come ribilanciare l’attività privata (intramoenia) restituendo vantaggi ai servizi pubblici,
3. Come ristrutturare le agende recup, per ridurre i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie,
4. Come rivedere il sistema di appalti e forniture, per un vantaggio economico collettivo,
7. Come riorganizzare il sistema di controllo, verifica ed accreditamento dei privati convenzionati con il SSR,
8. Come reintegrare funzioni e servizi esternalizzati a svantaggio dei pazienti.
 
Ma in attesa che il lavoro sia concluso spunti salienti per capire la direzione e la filosofia del progetto già sono esplicitati nei sotto progetti già in stato avanzato di lavoro, in particolare governance, sanità predittiva e fascicolo sanitario elettronico.
 
Si parte innanzitutto dall'analisi dell'esistente, che viene definito un  "modello ospedalocentrico e basato sulla cronicità", dove:
· il “SSR attende passivamente l'insorgenza conclamata della malattia”,
· il paziente è considerato un “malato da curare”,
· impera la “dispersione e sovrapposizione funzioni”,
· la “mancanza assoluta di condivisione dei dati sanitari”,
· la diagnosi e i processi terapeutici sono “minimamente coordinati”,
· i servizi sono “disaggregati” e c’è “scarsa comunicazione fra le risorse del Ssr”,
· persiste “l’intasamento del pronto soccoro” e “il disinvestimento da strutture socioterritoriali”,
· i privati sono “l’unica soluzione ai disservizi del pubblico”,
· il “cittadino rinuncia a curarsi o si indebita con banche e assicurazioni sanitarie”.
 
Tutto questo comporta:
· “Bassa qualità della presa in carico”,
· “Alti costi di gestione PA”,
· “Scarsi controlli su efficacia”,
· “Rinuncia alle cure e alti costi da sostenere per i cittadini”,
· “Affollamento (costante) dei Pronto Soccorso”,
· “Tempi di attesa infiniti per fare un esame”.
 
Per uscire da questo sistema non c’è altra soluzione, secondo i Cinque Stelle, che costruire un “nuovo modello”di sistema sociosanitario proattivo basato sulla promozione della salute.
 
Queste le caratteristiche:
· Cittadino “sano” al centro, non passivo e in attesa della malattia.
· Sanità one to one, su misura, verso obiettivo “malattia zero” e applicazione del modello di Medicina Predittiva.
· Deospedalizzazione, forte investimento su servizi sanitari e socio sanitari territoriali.
· Servizi aggregati e alta comunicazione/condivisione fra tutti i livelli del SSR (equipe multidisciplinari, specialisti di II livello, servizi territoriali e domiciliari).
- Funzioni altamente integrate e coordinate su PDTA elettronici dinamici e personalizzati sulle specifiche esigenze (ePDTA).
- Diagnosi e processi terapeutici avanzati e coordinati via Fascicolo Socio Sanitario Elettronico Regionale (FSSEr) costantemente aggiornato.
- Follow up continuo sull'esito delle terapie, con gestione unica/programmazione dei percorsi diagnostici.
 
E questi gli effetti sperati:
· Massima presa in carico
· Costi ridotti per il cittadino
· Efficacia del monitoraggio
· Migliore tempistica di risposta
· Accesso a servizi territoriali sanitari e sociosanitari a km0
· Vera prevenzione
 
Ma per farlo serve il “Superamento separazione funzionale ospedale/territorio”, un “distretto su logica di processo assistenziale”, l’ introduzione di “modelli di management care”, e l’integrazione completa dei “sistemi informativi” e l’implementazione del FSSEr”.
 
Ma non basta. Sarà necessaria anche la revisione della ripartizione del budget, “non più per funzione ma per processo”, l’introduzione del livello di un vera e propria “Rete Prevenzione” quale “fondamenta del sistema di medicina predittiva”.
 
E arriviamo così al cuore del progetto, almeno in questa fase iniziale, quello del passaggio da un sistema che cura chi è già malato a quello che, prima di tutto, evita che il cittadino si ammali. Stiamo parlando della medicina predittiva sui cui M5S punta moltissimo e chenel documento, viene definita come “Medicina predittiva biomolecolare personalizzata”, “proattiva e basata sul mantenimento della salute (omeostasi/benessere psicofisico)” e che dovrà prendere il posto della “Medicina tradizionale” intesa come “passiva poiché basata sull’attesa della malattia conclamata”.
 
Ma come attuare il progetto? Fondamentale è avviare una vera e propria mappatura delle abitudini di ogni cittadino. Un vero e proprio data base multifunzionale con i dati dei fattori di rischio “dove vivi, i luoghi che frequenti, cosa mangi...”, dei segnali sentinella “il tuo lavoro, i tuoi spostamenti, la tua condizione psichica...”, della valytazione della condizione biopsicofisica attuale “la tua situazione socio-economica, il tuo stile di vita, i farmaci che consumi...”, l’analisi della storia clinica e genetica “la tua anamnesi, le tue caratteristiche genetiche, le tue diagnosi genetiche pre-post natali”.
 
E per farlo si ipotizza l’uso di una moltitudine di sistemi informatici generali e personali, dal telefonino, al braccialetto elettronico per il monitoraggio dell’attività fisica ma anche con la tracciabilità della carta di credito per vedere quali alimenti si comprano al supermercato.
 
Da qui dovrebbe pervenire una massa di dati immensa, gestita anche attraverso il Fascicolo sanitario elettronico, che dovrebbe fornire al sistema sanitario un quadro costante e sempre monitorizzato dello stato di salute complessivo di ogni singolo cittadino per poter predisporre correzioni nelle abitudini di vita, nell’alimentazione o individuare in anticipo esami diagnostici e approfondimenti clinici da effettuare in fase avanzatissima rispetto all’eventualità di una malattia alla quale potremmo esser predisposti.
 
Affascinante ma anche inquietante. E infatti gli stessi estensori del documento sottolineano come siano senz’altro da approfondire alcuni elementi a partire dalle “ripercussioni e considerazioni bioetiche”, ma anche il diritto di “non sapere”, e naturalmente la “gestione della privacy” anche se “in relazione al diritto collettivo di tutela della salute pubblica”. E poi la questione della “proprietà dei dati personali che dovrebbero passare dalla proprietà delle “multinazionali per fini di marketing”, a quella “pubblica per fini collettivi”.
 
Insomma un progetto che farà senz’altro discutere e che, informano i 5 Stelle, sta già coinvolgendo enti di ricerca, università, organizzazioni, associazioni, comitati, e oltre 110 professionisti sanitari che in 8 gruppi tecnici di lavoro stanno analizzando le 10 macroaree tematiche ed oltre 150 specifiche soluzioni, sviluppando per ognuna di essa un piano di fattibilità con tempi, modalità e costi di applicazione.

07 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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