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Commissione Affari Sociali. Tutte le interrogazioni svolte ieri e le risposte del Governo


Asl di Taranto e tumori, epatite C, nuovo ospedale di Chieti, incendio all’Umberto I di Siracusa, tariffario laboratori di analisi e diploma di laurea in fisioterapia all’estero. Questi temi delle interrogazioni svolte ieri in Commissione alla Camera alle quali ha risposto il sottosegretario alla Salute Faraone.

24 MAG - Interrogazione Fucci e Labriola (Misto-Conservatori e Riformisti) sulla Asl di Taranto.
I parlamentari chiedono al Governo se alla luce dei dati sui tumori nel territorio della Asl di Taranto “intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a conferire un assetto speciale alla Asl di Taranto, che la ponga in una situazione più diretta con le strutture statali competenti, proprio per la peculiarità della grave situazione sanitaria e per garantire i livelli minimi di assistenza ai malati”.
 
La risposta del sottosegretario Faraone:
In merito alle problematiche segnalate dagli On.li interroganti, desidero innanzitutto dare piena assicurazione sul fatto che esse sono ben note al Ministero della salute, che in questi anni ha riservato, nei limiti delle proprie competenze, la massima attenzione alla questione prospettata. 
 
Ricordo, infatti, che il ruolo del Ministero della salute è quello di affiancare le Regioni e le Province Autonome nella predisposizione di atti programmatori in adempimento alle disposizioni normative vigenti, mentre rientra nelle esclusive competenze regionali l'allocazione e la qualificazione dei punti di erogazione dei servizi sanitari, in considerazione della specificità dei territori. 
 
Preciso, peraltro, che la funzione ministeriale, in relazione alle Regioni soggette a piani di rientro, si esplica principalmente, e con maggior incidenza, nell'ambito dei Tavoli di Verifica e Monitoraggio delle principali misure gestionali ed organizzative adottate dalle Regioni. 
 
A tal riguardo, segnalo che proprio nell'ambito delle recenti riunioni dei citati Tavoli in relazione all'esame del Programma Operativo 2016-2018 predisposto dalla Regione Puglia, sono emersi importanti iniziative progettuali che riguardano l'ASL di Taranto. 
 
In particolare, l'ultima bozza di Programma Operativo, trasmessa il 21 aprile u.s. ed ancora all'esame dei citati Tavoli, reca un paragrafo dedicato a «Specifici interventi per l'area di Taranto», nel quale, dopo aver analizzato i dati epidemiologici, vengono programmati gli interventi finalizzati al Potenziamento delle Attività di prevenzione e promozione attiva della salute, ed al Potenziamento dell'Assistenza ospedaliera e territoriale. 
 
Più in dettaglio, con riferimento al Potenziamento dell'Assistenza ospedaliera e territoriale, la Regione Puglia ha reso noto che, nell'ambito del recente provvedimento di riordino della rete ospedaliera, pure all'attenzione dei Tavoli di Verifica, è stata rimodulata l'offerta ospedaliera in Provincia di Taranto, coerentemente con le indicazioni provenienti dalle evidenze epidemiologiche: a fronte dell'attuale disponibilità di posti letto attivi nelle strutture ospedaliere pubbliche della Provincia di Taranto (pari a 884 unità), la nuova offerta prevista potrà essere accresciuta di oltre duecento unità, pervenendo al totale di 1.088 posti letto. 
 
Con la nuova programmazione regionale l'offerta pubblica, sulla base delle evidenze epidemiologiche del territorio, si arricchisce, pertanto, di un significativo quantitativo di posti letto, molti dei quali afferenti alle patologie evidenziate dall'interrogazione in esame (e dunque: oncologia, oncoematologia pediatrica, chirurgia toracica, chirurgia plastica a supporto della «breast unit», pneumologia, ecc.). 
 
La programmazione regionale ha inoltre stabilito di modulare, in particolare, l'offerta assistenziale dell'Ospedale «S. G. Moscati» di Taranto in senso oncologico: a tal fine, già nel corso del 2016, è stata avviata l'attività Ambulatoriale di Endoscopia Bronchiale Oncologica e l'attività Ambulatoriale Polispecialistica di Chirurgia Oncologica, dedicate ai pazienti delle strutture di oncologia ed ematologia. 
 
La trasformazione del «S.G. Moscati» prevede, in particolare, la realizzazione di sale operatorie di tipo integrato, che consenta un approccio multidisciplinare alle problematiche di carattere oncologico. 
 
L'allestimento strumentale e tecnologico consentirà la massima flessibilità di utilizzo da parte delle chirurgie ad indirizzo oncologico, relative ai vari distretti corporei, ed una delle sale sarà dedicata alla chirurgia robotica. 
 
È inoltre previsto il rinnovamento e potenziamento delle attività di Radiologia, anche con una sala di Radiologia interventistica di tipo ibrido – caratterizzata quindi come una sala operatoria ubicata nel gruppo operatorio – all'interno della quale verrà posto un Angiografo idoneo all'esecuzione di procedure di termo ablazione e di crioablazione. 
 
Anche la Radioterapia sarà potenziata mediante l'installazione di un terzo acceleratore lineare (o di una Tomoterapia) e della sostituzione dei due esistenti, nonché di una apparecchiatura per l'esecuzione di Radioterapia intraoperatoria e di un apparecchio per TC/simulazione. 
 
Sarà realizzata, inoltre, la Piastra Endoscopica che risponderà anche alle più avanzate richieste di endoscopia bronchiale. 
 
In conclusione, desidero assicurare che sarà cura dei Tavoli di Verifica e Monitoraggio continuare a dedicare una specifica attenzione all'attuazione di quanto programmato dalla Regione. 
 
A conferma di tale impegno, comunico che proprio tali Tavoli hanno rilevato in più occasioni rilevanti criticità nell'erogazione degli «screening» oncologici, ed hanno quindi invitato la Regione Puglia a definire specifici obiettivi nel P.O. 2016-2018, raggiungibili e misurabili, rivolti al raggiungimento di livelli soddisfacenti di estensione e di adesione agli stessi «screening» oncologici.
 
Interrogazione Grillo e altri (M5S) sui nuovi farmaci per l’Epatite C
I parlamentari Cinque Stelle chiede conto della situazione dei farmaci innovativi per la cura dell’Epatite C alla luce dell’ingresso sul mercato di nuovi medicinali.
 
La risposta di Faraone: “Con nuovi criteri saranno curati tutti i malati”
In merito all'atto parlamentare in esame, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha ritenuto di precisare, innanzitutto, che, in virtù dell'immissione sul mercato delle nuove molecole anti-epatite, come ad esempio quella alla base del farmaco «Epclusa-pangenotipico», disposta con determinazione AIFA del 21 aprile 2017, n. 780, viene, ad oggi, garantito il trattamento a favore dei pazienti affetti da epatite C cronica. 
 
La stessa Agenzia ha comunicato che la procedura di ricontrattazione del medicinale «Sovaldi» si è conclusa con esito negativo e, dunque, con il conseguente inserimento del medicinale stesso in classe C; la relativa determinazione AIFA è, attualmente, in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
 
L'Agenzia ha reso noto, ancora, che il medicinale «Epclusa» costituisce la prima terapia pangenotipica per il trattamento dell'epatite C, mentre a breve sarà disponibile sul mercato, a seguito di approvazione da parte dell'Agenzia Europea per i Medicinali-EMA, una nuova combinazione di farmaci di diversa titolarità. 
 
Peraltro, per i genotipi 1 e 4, risultano presenti sul mercato italiano farmaci competitori che vengono già rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. 
 
Devo evidenziare che la trattativa negoziata dall'AIFA ha consentito di poter acquistare il nuovo farmaco «Epclusa» ad un prezzo che potrà essere – grazie all'applicazione del meccanismo «prezzo-volume», inserito all'articolo 2 della citata determinazione n. 780/2017 – addirittura inferiore a quello indicato nella determinazione medesima, e che, in ogni caso, risulta già più basso rispetto a quello negoziato da tutti gli altri Paesi in cui il medicinale viene attualmente commercializzato. 
 
La stessa Agenzia, inoltre, è in procinto di attivare i nuovi registri di monitoraggio per i farmaci anti-Epatite C, sulla base dei nuovi e ben più ampi criteri di accesso previsti dal nuovo Piano di eradicazione dell'infezione da HCV; un Piano, la cui attuazione consentirà di trattare efficacemente, ogni anno, circa 80.000 pazienti affetti da Epatite C e che, anche grazie all'incremento del numero dei Centri abilitati alla somministrazione dei nuovi medicinali antivirali (che passeranno dagli attuali 226 a 273), contribuirà alla progressiva riduzione dell'incidenza dell'infezione, con l'obiettivo di giungere, in pochi anni, ad una completa eradicazione della malattia. 
 
Ciò posto, concludo evidenziando che, poiché le summenzionate misure potranno consentire, nel medio-lungo periodo, l'inclusione al trattamento di tutti i soggetti infetti e quindi, nel tempo, la sostanziale eradicazione dell'infezione, ogni decisione in ordine all'esercizio della licenza obbligatoria prevista dagli articoli 30 e 31 degli accordi internazionali TRIPS, e disciplinata dal regolamento (CE) n. 816/2006, potrà essere assunta all'esito del monitoraggio sulla efficacia delle predette misure e, in ogni caso, sulla base di una attenta valutazione dei relativi presupposti.
 
Interrogazione Gullo e Di Stefano (FI) sul project financing per la realizzazione del policlinico di Chieti.
I parlamentari chiedono quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare il Ministro della Salute interrogato in relazione al progetto esposto in premessa che denota tante incongruenze e criticità evidenziate dalle citate relazioni, dal momento che le risorse erogate sono di provenienza statale. 
 
La risposta di Faraone: “Progetto sotto osservazione di Anac”
In via preliminare, è opportuno precisare che la questione riportata dagli onorevoli interroganti rientra nell'esclusiva competenza programmatoria e gestionale della Regione Abruzzo, alla quale, pertanto, sono stati chiesti gli elementi informativi che mi accingo ad illustrare. 
 
In data 27 giugno 2014 la ASL Lanciano-Vasto-Chieti comunicava alla Regione Abruzzo la ricezione, da parte del Raggruppamento di Imprese Maltauro SpA, della proposta per l'affidamento del contratto di concessione relativo alla progettazione definitiva ed esecutiva, alla esecuzione dei lavori di nuova costruzione, demolizione e ristrutturazione dell'Ospedale Clinicizzato di Chieti, nonché alla gestione di alcuni servizi non sanitari, chiedendo alla Regione di esprimere il proprio parere in ordine alla opportunità di procedere. 
 
In data 23 maggio 2015, la Regione, sottolineato il ruolo strategico rivestito dal Presidio Ospedaliero di Chieti, disponeva di «procedimentalizzare» la predetta proposta di «Project Financing», in quanto riferibile alle funzioni programmatorie e gestionali amministrative proprie del livello di Governo regionale. 
 
Con successiva Deliberazione di Giunta n. 133/2016, la Regione rimarcava, in particolare, la necessità che il riconoscimento del «pubblico interesse» dell'opera non potesse essere espresso dalla ASL, alla quale, invece, sono state indicate, con la medesima delibera, una pluralità di azioni e prescrizioni di natura istruttoria. 
 
Con la stessa deliberazione, peraltro, la Giunta Regionale disponeva di trasmettere gli atti all'ANAC, ai fini dell'acquisizione di un parere sull'intera procedura. 
A seguito dell'entrata in vigore del Nuovo Codice dei contratti pubblici introdotto dal decreto legislativo n. 50/2016 – che, peraltro, ora prevede il termine perentorio di tre mesi per la conclusione del procedimento di verifica della fattibilità del progetto – la nuova proposta di «Project Financing» per l'Ospedale di Chieti, aggiornata ed adeguata, è stata ripresentata alla ASL in data 19 luglio 2016. 
 
Tuttavia, a seguito della mancata chiusura dell'istruttoria, con successiva Deliberazione di Giunta Regionale n. 170 del 13 aprile 2017, la Regione Abruzzo, anche in ragione delle rilevanti esigenze di interesse pubblico, nonché delle conseguenze pregiudizievoli potenzialmente discendenti dall'ulteriore trascorrere del tempo, diffidava l'ASL Lanciano-Vasto-Chieti a concludere il procedimento di valutazione della proposta in esame entro il termine del 30 aprile 2017. 
 
Con nota del 28 aprile 2017, il Direttore Generale dell'Azienda ha comunicato di avere ancora in corso le attività valutative previste per la dichiarazione di fattibilità della proposta stessa, e che il procedimento sarebbe stato concluso entro e non oltre il termine del 15 maggio 2017. 
 
Con nota del 10 maggio 2017, il Presidente della Regione Abruzzo, nel prendere atto che anche il termine ultimo del 30 aprile u.s., assegnato con atto di diffida, era infruttuosamente decorso, ha disposto che la ASL provvedesse a trasmettere, entro e non oltre 3 giorni dal ricevimento della missiva, copia conforme di tutta la documentazione prodotta e descrittiva delle attività svolte, nonché la corrispondenza intercorsa con i soggetti pubblici e privati, a qualunque titolo coinvolti, così da consentire la definizione della procedura in atto e l'espressione finale circa la fattibilità della proposta. 
 
Con nota del 12 maggio 2017, infine, il Direttore Generale della ASL Lanciano-Vasto-Chieti, a riscontro ed in esecuzione della nota del 10 maggio 2017, ha trasmesso la documentazione richiesta, che, pertanto, è, allo stato, alla valutazione degli organi regionali. 
In conclusione, ritengo doveroso precisare che il progetto per l'Ospedale di Chieti si colloca al di fuori dell'Accordo di Programma sull'edilizia sanitaria che imporrebbe il coinvolgimento del Ministero della salute nel relativo iter procedimentale. 
 
Nonostante ciò, in considerazione della rilevanza della questione, mi preme rassicurare gli onorevoli interroganti che il Ministero della salute sta seguendo la vicenda al fine di verificare la rispondenza del progetto – e del suo impatto sulla rete ospedaliera della regione Abruzzo (la quale, come noto, è soggetta a piano di rientro) – ai criteri del DM 70/2015. 
 
Ed infatti, anticipo in questa sede che il Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici in sanità sta concordando con la Regione Abruzzo una specifica riunione, da dedicare proprio all'intervento in parola. 
 
Devo, infine, precisare che l'ANAC, come riferito dagli onorevoli interroganti, ha avviato un procedimento di vigilanza sull'intera vicenda, in merito alla quale, tuttavia, ha comunicato di non poter ancora esprimere le proprie definitive valutazioni.
 
 
Interrogazione Lenzi e altri (PD) su un incendio all'interno del reparto di malattie infettive dell'ospedale Umberto I di Siracusa
I parlamentari chiedono di quali elementi disponga il Ministero della Salute sul merito dell'accaduto e alle operazioni di ripristino della completa operatività del reparto di malattie infettive dell'Ospedale Umberto I di Siracusa e quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare episodi analoghi a garantire la sicurezza delle strutture ospedaliere.
 
La risposta di Faraone: “Nessuna stanza degenza né altri locali del reparto interessati all’incendio”
In merito all'incendio verificatosi il 17 maggio 2017 presso il Reparto di Malattie Infettive del Presidio Ospedaliero «Umberto I e Rizza» di Siracusa, il Ministero della salute è a conoscenza dei seguenti elementi, forniti dalla locale Azienda Sanitaria Provinciale, per il tramite dell'Assessorato alla Salute della Regione Sicilia. 
 
L'incendio in parola ha riguardato esclusivamente un materasso e altro materiale di modesta entità collocati in un piccolo locale di servizio del Reparto di Malattie Infettive, sito al II Piano di un padiglione separato dal resto dell'Ospedale; pertanto, nessuna stanza di degenza né altri locali del reparto sono stati interessati dalle fiamme, né, tantomeno, nessun altro reparto dell'Ospedale è stato chiuso nel corso dell'incendio. 
 
L'evacuazione, infatti, ha riguardato esclusivamente il citato reparto di malattie infettive per il solo tempo necessario alle operazioni di spegnimento incendio ed accertamento dei fatti, durate circa tre ore a partire dalle 2.00. 
 
Una volta liberati i locali dal fumo, oltre a sostituire gli estintori utilizzati, si è provveduto alla rimozione sia della polvere depositata dagli estintori sia delle scorie residue ed alla pulizia: in tal modo la funzionalità del reparto veniva ripristinata già a partire dalle ore 06.00 dello stesso 17 maggio. 
 
Gli stessi agenti di Polizia intervenuti, al termine delle operazioni di spegnimento incendio e rilievi dell'accaduto, hanno posto sotto sequestro esclusivamente il piccolo locale tecnico oggetto d'incendio. 
 
Inoltre, è stato comunicato che 3 dei 16 pazienti presenti nel reparto sono stati visitati da un medico del Pronto Soccorso e non presentavano sintomi da correlare all'incendio; anche i rimanenti 13 pazienti, gli infermieri e gli operatori intervenuti non hanno accusato alcun sintomo da intossicazione da fumo. 
 
L'Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa ha inteso precisare, inoltre, che il Presidio Ospedaliero Umberto I, così come tutti gli immobili aziendali a destinazione d'uso sanitaria, sono dotati di Segnalazione Certificata di Inizio Attività Antincendio, ai sensi del d.m. 19 marzo 2015. 
In particolare il Presidio Ospedaliero Umberto I è dotato di un apposito Progetto di Prevenzione Incendi approvato dal Comando dei Vigili del Fuoco di Siracusa in data 22 giugno 2015, e di Segnalazione Certificata rilasciata in data 22 aprile 2016. 
 
Per tutti gli immobili aziendali soggetti alla normativa di prevenzione e rientranti nell'ambito di applicazione del d.m. 19 marzo 2015, è stato, inoltre, adottato un Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio, con Deliberazione del Direttore Generale n. 347 del 22 aprile 2016. 
 
Tale modello prevede una costante vigilanza, ai fini antincendio, di tutti i locali oggetto di attività, da parte degli addetti di compartimento aziendali e degli addetti alle squadre aggiuntive antincendio, composte dal personale individuato con Deliberazione n. 492/2016, e con l'integrazione di addetti antincendio di aziende esterne specializzate nel settore. 
 
I presidi e gli impianti antincendio presenti negli immobili, in conformità alle Segnalazioni Certificate presentate, sono inoltre in manutenzione secondo le scadenze normative a cura di ditte esterne specializzate. 
 
Da ultimo, devo rammentare che le iniziative e le attività rivolte alla prevenzione e alla sicurezza delle strutture ospedaliere rientrano nella esclusiva responsabilità delle Regioni e Province Autonome.
 
Interrogazione Rondini e Grimoldi (Lega Nord) sul nuovo tariffario delle prestazioni dei laboratori di analisi in preparazione presso il Ministero della Salute.
I parlamentari chiedono se il Ministro della Salute sia a conoscenza della situazione di criticità che si verrebbe a creare con le ulteriori ventilate riduzioni (si parla del 20% in meno rispetto al taglio del 40% disposto a suo tempo da Balduzzi) e se non intenda intervenire al fine di evitare che un intero settore possa risentirne, sia per quanto riguarda l'offerta di servizi sia in merito ai livelli occupazionali, sospendendo la definizione del nuovo tariffario e convocando le associazioni di categoria per la predisposizione di un'analisi dei costi più oggettiva di quella attualmente delineata.
 
La risposta di Faraone: “Nessuna penalizzazione per gli erogatori di queste prestazioni”
In via preliminare, devo rammentare che, ai sensi dell'articolo 15, comma 16, del decreto-legge n. 95/2012, convertito nella legge n. 135/2012, le tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ambulatoriale e di assistenza protesica, come determinate con il d.m. 18 ottobre 2012, costituiscono il valore di riferimento fino alla data del 30 settembre 2016, mentre le tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera, individuate con il medesimo provvedimento, costituiscono il valore di riferimento fino alla data del 31 dicembre 2016. 
 
Tali disposizioni, unitamente al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, concernente i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, rendono, dunque, necessaria e non procrastinabile la definizione del nuovo tariffario e, quindi, non accoglibile una eventuale richiesta di sospensione del procedimento avviato. 
 
Nel merito della questione, occorre specificare che, con particolare riferimento al nuovo tariffario delle prestazioni dei laboratori di analisi, la Commissione permanente istituita presso il Ministero della salute ai sensi del Patto per la Salute 2014-2016, non ha ancora concluso l'attività istruttoria, che si è già avvalsa del contributo delle Associazioni di categoria e delle Società scientifiche, convocate appositamente per acquisire elementi ulteriori ai fini della definizione di una corretta analisi dei costi. 
 
Poiché l'attività istruttoria è ancora in corso, non risulta, allo stato, avvenuta l'approvazione del tariffario dalla quale, in ipotesi, possa desumersi una penalizzazione per determinati soggetti erogatori di tali prestazioni. 
 
A tal riguardo desidero informare che, a garanzia dell'assoluto interesse, da parte di tutti i soggetti componenti della Commissione permanente, di giungere ad una corretta valorizzazione tariffaria, questo Ministero provvederà ad una ulteriore convocazione delle Associazioni di categoria e delle Società scientifiche per l'acquisizione di tutti gli ulteriori elementi utili. 
 
Concludo riferendo che il Ministero della salute ritiene di poter garantire l'assoluta conformità alla normativa in vigore dell'iter procedimentale in atto, finalizzato alla predisposizione del nuovo tariffario delle prestazioni dei laboratori di analisi, anche in ragione della partecipazione e dell'utile contributo delle Associazioni di categoria rappresentative e delle Società scientifiche.
 
Interrogazione Monchiero e D’Ambrouso (Civici e Innovatori) su riconoscimento laura in fisioterapia conseguita in Svizzera presso istituto ungherese
I parlamentari sollevano il caso di alcuni studenti italiani che hanno conseguito il titolo presso un’Università ungherese con sede in Svizzera ma che non si sono ancora visti riconoscere il diploma di laurea in Italia.
 
La risposta di Faraone: “Istruttoria ancora in corso, decisione il 26 maggio”
In relazione alla problematica posta con l'interrogazione in esame, occorre, preliminarmente, chiarire che la normativa indicata dagli Onorevoli interroganti (la Direttiva 2005/36 CE e il decreto legislativo n. 206/2007 di attuazione della direttiva medesima) è finalizzata al «riconoscimento delle qualifiche professionali» e non attiene, pertanto, al riconoscimento di titoli. 
 
Questa precisazione si rende doverosa in quanto le norme ora richiamate sono rivolte unicamente alla libera circolazione, all'interno dell'Unione europea, dei soggetti che esercitino già una professione, anche di natura sanitaria, mentre la richiesta di riconoscimento dei titoli afferisce ad altra finalità. 
 
In tale ambito, invero, il Ministero della salute ha dovuto preliminarmente chiedere al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, se i periodi formativi svolti dai sei studenti fossero stati autorizzati ai sensi dell'articolo 2 della legge 14 gennaio 1999, n. 4, che contempla la c.d. procedura di «filiazione». 
 
Devo ricordare, infatti, che tale norma prevede che le Istituzioni di formazione estere – che abbiano per scopo attività di studio decentrato in Italia di materie che fanno parte di programmi didattici o di ricerca delle rispettive università e che impartiscano gli insegnamenti solo a studenti che siano iscritti alle rispettive università – devono trasmettere al MIUR, al Ministero dell'interno e al Ministero degli affari esteri, prima dell'inizio della loro attività in Italia, la documentazione necessaria a comprovare l'esistenza delle molteplici condizioni previste dalla norma medesima. A seguito di tali comunicazioni, il Ministero dell'università provvede ad autorizzare, preventivamente, tale «filiazione». 
 
Ebbene, il MIUR, con nota del 14 ottobre 2016, ha comunicato al Ministero della salute che l'Ateneo ungherese non ha avviato alcuna procedura di c.d. «filiazione» e che tale Istituzione estera non risulta neppure essere accreditata in Italia secondo le modalità stabilite dal «Regolamento recante criteri e procedure per gli istituti stranieri di istruzione superiore che operano in Italia ai fini del riconoscimento del titolo di studio da essi rilasciato» (Decreto 26 aprile 2004, n. 214). 
 
Questo Dicastero, dunque, al fine di acquisire una completa informazione sulle modalità di conseguimento dei titoli di fisioterapista rilasciati dall'Università «Semmelweis» di Budapest, ha dovuto richiedere all'Ambasciata Italiana di acquisire informazioni presso l'Autorità ungherese competente in merito ai corsi effettuati dall'Istituto di Studi L.U.de.S. di Lugano per conto di «Semmelweis». 
 
Alla luce di ciò, il Ministero della salute, anche in ragione di un altro caso analogo verificatosi nella Repubblica Ceca – in occasione del quale era emerso che i tirocini effettuati dalla medesima L.U.de.S. di Lugano non si configuravano come parte del programma di fisioterapia e, pertanto, non risultavano sottoposti alla vigilanza dell'Università ceca – ha chiesto nuovamente, in data 8 febbraio, le valutazioni della competente Autorità ungherese in merito al tirocinio clinico effettuato in Italia presso strutture pubbliche/private. 
 
Peraltro, con particolare riferimento alla posizione dell'Istituto di studi L.U.de.S. di Lugano, devo precisare che, già con nota del 1o settembre 2014, la Segreteria di Stato della Confederazione elvetica per la formazione, la ricerca e l'innovazione SEFRI ha affermato che «i corsi offerti da L.U.de.S sono corsi privati e i diplomi rilasciati da questa scuola non permettono di esercitare direttamente la professione regolamentata di fisioterapista in Svizzera» e che, inoltre, «non esiste alcun accordo tra la Confederazione o il Canton Ticino e l'Università ungherese di Semmelweis»; circostanza, questa, confermata, in data 10 novembre 2016, con nota della medesima Segreteria di Stato elvetica. 
 
L'esposizione dei summenzionati fatti consente, pertanto, di chiarire il perché non si sia reso possibile attivare il c.d. iter «semplificato». 
Devo rammentare, infatti, che tale iter, previsto dall'articolo 16 del decreto legislativo n. 206 del 2007, non può essere applicato qualora, come nel caso in esame, emergano documentazione e fatti nuovi rispetto a richieste già decise in Conferenza di servizi. 
 
Infine, do notizia che solo in data 7 marzo u.s. le Autorità ungheresi hanno fornito riscontro, per il tramite della nostra Ambasciata, alle richieste del Ministero, fornendo tra l'altro la lista delle strutture pubbliche/private italiane che figurano nel registro dell'Ufficio dell'istruzione, dove l'Ateneo ungherese ha dichiarato che i propri studenti effettuano il tirocinio in Italia. 
 
Solo dopo attenta verifica dei dati forniti dalle Autorità ungheresi e le singole richieste, si è valutato di portare le richieste stesse alla prossima Conferenza di servizi ex articolo 16 d.lgs. n. 206/2007 e s.m., che si terrà il prossimo 26 maggio.

24 maggio 2017
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