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Vaccini. Il Veneto replica a Ricciardi. Mantoan (DG sanità): “Ha sbagliato bersaglio. Da noi le senza obblighi le cose funzionano”

di Domenico Mantoan

Il presidente dell’Iss ieri aveva sostenuto che l'obbligo vaccinale serve anche in Veneto visto il calo delle vaccinazioni registrato anche in quella regione. Mantoan: “Nel 2007 la sospensione dell’obbligo vaccinale in Veneto fu condivisa con il Ministero e con l’Iss. Nell’ultimo incontro del 14 marzo scorso con membri dell’Iss, la valutazione dell’andamento è stata positiva. Tutto il  lavoro fatto ci viene riconosciuto dai genitori che hanno riconquistato la fiducia nella pratica vaccinale. E i dati lo dimostrano”.

14 GIU - In relazione all’editoriale scritto da Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato ieri sulla newsletter dell’Iss, il direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione del Veneto, Domenico Mantoan, ha replicato con la seguente nota diffusa dall’ufficio stampa della Regione Veneto:

“Il professor Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), intima  alla Regione del Veneto di lavorare sul proprio sistema di offerta vaccinale. Forse non sa o non ricorda che la  legge 7/2007 di sospensione dell’obbligo vaccinale in Veneto è un provvedimento che fu condiviso con il Ministero della Salute e con l’Istituto Superiore di Sanità e che non fu impugnato a livello costituzionale.  

La legge fu promulgata, infatti, in conseguenza della  possibilità di sospensione dell’obbligatorietà  prevista dal Piano Nazionale Vaccini 2005-2007  in presenza di particolari condizioni di sorveglianza della copertura  vaccinale e dell’andamento delle malattie infettive prevenibili.

La legge 7/2007 ha previsto la costituzione di un Comitato della sospensione dell'obbligo per l’analisi semestrale dell'andamento delle coperture vaccinali. Questo comitato  prevede come componenti il Direttore della Prevenzione del Ministero della Salute e, per l’appunto, il Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. Dal 2008 ad oggi, ogni sei mesi viene preparato e pubblicato un report dettagliato che descrive l'andamento di tutte le vaccinazioni (obbligatorie e raccomandate), presentato preventivamente  a tale comitato perché effetti una approfondita valutazione.  La valutazione, nello specifico, avviene seguendo quanto previsto dal “piano di monitoraggio” che è stato approvato a supporto della legge e, anche in questo caso, condiviso con l’ISS e con il Ministero. Il “piano”  identifica  dei livelli di copertura ottimali, di attenzione e di allarme. I livelli di attenzione sono quelli pari al 90%, mentre il livelli di allarme sono raggiunti quando la copertura scende a livelli inferiori o uguali all’ 85%.

Nell’ultimo incontro, svoltosi il 14 marzo 2017 con membri dell’ISS designati dal Presidente Ricciardi, la valutazione è stata positiva.

A ciò si aggiunga che gli  ultimi dati semestrali (nati 2016) ci indicano per la polio una copertura pari al  92,6%  e, poiché le coperture consolidate sono quelle rilevate a 24 mesi, il valore atteso a 24 mesi è stimato intorno al 94%.  

Le coperture vaccinali vengono valutate a 6, 12, 24 e 36 mesi di vita del bambino. La valutazione viene fatta con un'anagrafe vaccinale informatizzata (AVI, unica in Italia come fonti indipendenti hanno avuto modo di sottolineare e apprezzare) che si basa su un'anagrafe regionale degli assistiti e che rappresenta un’eccellenza a livello nazionale. L'AVI ci consente di avere le coperture in tempo reale suddivise per comune, per azienda Ulss, per provincia, per medico di medicina generale e per pediatri di libera scelta.

Ogni sei mesi, oltre alle coperture vengono presentati al comitato i dati relativi a “Canale Verde” , un sistema specifico per la segnalazione delle reazioni avverse, che, oltre a disporre di tutti i dati aggiornati delle segnalazioni, si occupa di prendere in carico per il follow-up chi ha avuto reazioni avverse e di seguirne l'esito nel tempo, per garantire la massima sicurezza ai genitori e per segnalare all’Agenzia italiana del farmaco eventi avversi per eventuali provvedimenti.

Al comitato  vengono inoltre  presentati i dati di incidenza delle malattie batteriche invasive, il programma formativo per gli operatori sanitari e le azioni messe in atto o in programma per il recupero delle coperture. Viene infine predisposto ogni anno un piano educativo e di comunicazione per la popolazione.

Pare opportuno sottolineare, inoltre che la gestione della profilassi vaccinale si basa su procedure scritte, standardizzate e approvate con delibera di Giunta regionale in parte  “incluse “ dal ministero nel Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019.

Semmai occorrerebbe preoccuparsi della qualità delle coperture vaccinali che arrivano con i flussi ministeriali da parte delle regioni. Sono esse affidabili e confrontabili?

Il Veneto, già nel 2015, al tavolo Lea, ha chiesto ed ottenuto che venisse inserito nella griglia Lea che tutte le coperture vaccinali presentate dalle Regioni provenissero da anagrafi informatizzate e nel caso queste non fossero disponibili, gli venisse attribuito un valore pari a 0. Coperture calcolate con AVI e verificabili, confrontate con coperture provenienti da sistemi che registrano a “mano”, sono infatti poco affidabili. La garanzia di sistemi affidabili di rilevazione della copertura vaccinale  è in capo al Ministero della Salute e al suo organo tecnico che si esprime nell’ISS, e che sulle coperture vaccinali basa la valutazione del rischio.

Per quanto riguarda il decreto del Governo sull’obbligo vaccinale, non è corretto scaricare soltanto sui genitori un sistema coercitivo ma al contempo non fare minimamente menzione sulle responsabilità di chi – anche operatore del Sistema sanitario nazionale – svolge opera di controinformazione in modo davvero irresponsabile.

Si ricorda che soltanto nella Regione del Veneto l’Ordine dei medici  ha avviato il percorso di radiazione di un medico responsabile di sostenere  tesi antivaccinali e di fare controinformazione.

Tutto il  lavoro fatto ci viene riconosciuto dai genitori che hanno riconquistato la fiducia nella pratica vaccinale. E i dati ce lo dimostrano. Probabilmente, tuttavia,  il presidente ISS non si informa prima di dichiarare che il Veneto dovrebbe imparare dai propri errori. Lo attendiamo presso le nostri sedi vaccinali per mostrargli gli avanzati strumenti di monitoraggio e di comunicazione di cui la Regione Veneto si è dotata. Prima in Italia, lo ripeto.
 
Una Regione così organizzata sul tema vaccinale non può che “sostenere” e considerare prioritarie le vaccinazioni come unico strumento per prevenire le malattie infettive. Abbiamo pubblicato nel 2012 una ricerca sui determinanti del rifiuto vaccinale e in questi giorni è in fase di pubblicazione la nuova edizione di questo studio. In esso si dimostra che l’esitazione dei genitori è legata alla paura delle reazioni avverse, alla scarsa percezione del rischio delle malattie che non vedono più e non certo al fatto che non siano obbligatorie.

Forse il professor Ricciardi dovrebbe ammettere di aver sbagliato bersaglio prendendosela col sistema di prevenzione veneto che ha sempre garantito collaborazione leale e aperta al Paese. Il professor Ricciardi dovrebbe occuparsi, piuttosto, di aumentare la credibilità agli occhi degli italiani dell’Istituzione che presiede”.

Domenico Mantoan
Direttore generale Area Sanità e sociale Regione del Veneto


14 giugno 2017
© Riproduzione riservata

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