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Corruzione. Cantone (Anac): “La sanità continua a destare particolare preoccupazione”. La Relazione al Parlamento


E’ ancora allarme sulla sanità, ma “grazie alla proficua collaborazione con il Ministero della salute e Agenas, si sono individuate le aree più vulnerabili”, ha detto il presidente dell'Autorità Anticorruzione, presentando la Relazione alla Camera. Sulle misure adottate per fermare il fenomeno, scatterà un piano ispettivo ad hoc. Volto “non a criminalizzare ma a preservare un settore che ha grandi eccellenze e che consente a tutti l’accesso alle cure”. La relazione

06 LUG - “Il settore della sanità, per i rapporti curati da organizzazioni indipendenti, i tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite continua a destare particolare preoccupazione”. È quanto ha affermato il presidente dell’Anac (Autorità anticorruzione), Raffaele Cantone, illustrando alla Camera la relazione dell’attività Anac nel 2016.

Cantone ha però evidenziato come, “grazie alla proficua collaborazione con il Ministero della salute e Agenas, si sono individuate le aree più vulnerabili ad abusi e corruzione (gli appalti, i concorsi, l’accreditamento, la gestione dei proventi delle sperimentazioni cliniche, delle liste d’attesa e delle camere mortuarie) e si è chiesto di adottare per esse specifiche misure preventive, la cui attuazione sarà oggetto di un piano ispettivo ad hoc.  Un’attività volta non a criminalizzare ma a preservare un settore che ha grandi eccellenze e che consente a tutti l’accesso alle cure”.

Fra i vari casi trattati, il presidente dell’Anac ha voluto menzionare quello di “una ASL nella Regione Campania, in cui la vigilanza si è svolta con una logica di accompagnamento verso il ripristino della legalità. Si è partiti da una verifica ispettiva effettuata a seguito di notizie relative a gravi illeciti commessi per favorire, fra l’altro, l’accreditamento di strutture sanitarie private carenti dei requisiti e pagamenti multipli di fatture, da cui era emersa l’inadeguatezza delle misure preventive adottate. Il commissario straordinario della ASL ha accolto positivamente i rilievi e, con la collaborazione dei nostri uffici, ha adottato misure concrete e virtuose: in particolare, ha effettuato la rotazione dei direttori dei distretti, ha sostituito quasi tutti i componenti delle commissioni competenti al rilascio delle autorizzazioni e ha pubblicato sul proprio sito tutti gli atti di interesse pubblico”.

Un passaggio della Relazione è poi dedicato ai Piani triennali di prevenzione della corruzione (Ptpc), che tuttavia, “per la parte specifica sulla sanità, risulta ancora lontano dal risultato atteso”. Dal monitoraggio sul campione è infatti emerso che solo “una bassa percentuale di Asl e Policlinici universitari hanno censito alcuni dei processi tipici delle amministrazioni del comparto (tra cui, attività libero professionale e liste di attesa per circa il 35%, attività conseguenti al decesso in ambito intraospedaliero per circa il 28% delle amministrazioni campionate). Anche con riferimento alle misure specifiche suggerite dall’Aggiornamento 2015 al PNA nel focus sulla sanità, i livelli di recepimento rimangono tendenzialmente bassi (comunque sempre inferiori al 40%)”.

“In generale – riferisce Cantone - si è registrato da un lato, il superamento di alcune delle criticità sperimentate nelle precedenti annualità, legate perlopiù all’individuazione dei rischi di corruzione e alla capacità di collegarli adeguatamente ai processi organizzativi; dall’altro, il permanere delle difficoltà delle amministrazioni con particolare riferimento alle fasi di ponderazione del rischio. È inoltre emersa la necessità di migliorare le seguenti fasi: l’analisi di contesto, esterno e interno, la mappatura dei processi, l’individuazione e la valutazione del rischio, l’identificazione delle misure e le modalità di verifica, monitoraggio e controllo delle stesse”.

06 luglio 2017
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