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Pilastro europeo: le sette osservazioni delle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera. Maggiore equità, risorse sicure e garanzie di accoglienza


Il PIlastro europeo è uno strumento per sostenere il buon funzionamento e l'equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Nelle intenzioni, esso è destinato a servire da bussola per un nuovo processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa. Le commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII (Affari sociali) della Camera, esaminate la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, esprimono una valutazione favorevole alla sua costituzione. Ma con sette osservazioni. IL TESTO DEL PARERE.

19 LUG - Pilastro europeo dei diritti sociali: le commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII (Affari sociali) della Camera, esaminate la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, esprimono una valutazione favorevole alla sua costituzione. Ma con sette osservazioni.
Il PIlastro europeo è uno strumento per sostenere il buon funzionamento e l'equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Nelle intenzioni, esso è destinato a servire da bussola per un nuovo processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa.
 
La prima riguarda la necessità di un'Europa più attenta ai profili sociali, correggendo alcune gravi iniquità accentuate negli ultimi anni. Questa è una priorità fondamentale, anche per rafforzare la legittimazione del processo di integrazione europea e fronteggiare l’euroscetticismo e per questo il Pilastro non deve ridursi a una elencazione di enunciazioni di principio prive di conseguenze di carattere giuridico e di misure da assumere in futuro, sia da parte degli Stati membri che delle Istituzioni europee, a seconda delle rispettive competenze.
 
Poi, è necessario che il Pilastro assuma una valenza e un'efficacia pari a quelle delle regole relative alla finanza pubblica. I parametri e gli indicatori sociali in materia di riduzione della percentuale di popolazione a rischio di povertà e del tasso di disoccupazione, o di miglioramento delle competenze e di sviluppo della formazione e dell'istruzione, dovrebbero acquisire valore vincolante come gli obiettivi di finanza pubblica.
 
Terza osservazione è che occorre introdurre un obbligo di procedere a valutazioni di impatto sociale per i pacchetti di riforme proposti dai programmi nazionali di riforma (PNR), per le raccomandazioni specifiche per Paese (RSP) e per le iniziative più rilevanti adottate dall'Unione europea che possono avere conseguenze sul piano economico-sociale.
 
Occorre anche valutare, secondo le commissioni, l'opportunità di introdurre un meccanismo redistributivo da utilizzare in caso di shock asimmetrici, che contempli le conseguenze sociali delle attuali politiche economiche ed eviti che le ripercussioni siano interamente a carico dei singoli Stati membri, verificando la proposta italiana di costituzione di un “Sussidio europeo di disoccupazione” per sostenere la tenuta sociale nei Paesi colpiti da gravi crisi economiche, per limitarne gli effetti o la proposta di un fondo di adeguamento avanzata da alcuni Stati.
 
E’ necessario anche applicare un regime favorevole agli investimenti sociali nell'ambito delle regole del Patto di stabilità e crescita e della valutazione dei disavanzi pubblici individuando ambiti e obiettivi di investimento in cui far valere una vera e propria golden rule per gli obiettivi sociali qualificanti il Pilastro, tra cui il contrasto della povertà e la disoccupazione di lungo periodo, la formazione, l'occupabilità giovanile e femminile.
 
Ed è necessario integrare il Pilastro con obiettivi più stringenti e qualificanti sull'accoglienza e l'integrazione dei rifugiati e dei migranti, assicurando un approccio europeo comune e politiche coerenti a livello nazionale, superando l'attuale carenza di risorse finanziarie e di solidarietà tra gli Stati membri.
 
Infine, per quanto riguarda i fondi e i programmi finanziari indicati dalla Commissione europea nella proposta di Pilastro, occorre valutare la loro adeguatezza agli obiettivi del Pilastro, insieme alle risorse che eventualmente saranno stanziate dagli Stati membri che dovranno provvedere in larga parte. Un'autonoma, distinta e adeguata capacità di finanziamento del Pilastro da parte dell'Unione europea è – secondo le commissioni - cruciale, considerando che le disponibilità dei diversi Stati membri non sono omogenee e che proprio i Paesi che presentano più difficoltà a garantire non solo gli standard corrispondenti alle migliori pratiche, ma anche valori prossimi a quelli medi dell'Unione europea, dispongono di minori risorse e di spazi di manovra ridotti sul piano finanziario per vincoli di bilancio che li riguardano. Occorre valutare, in sostanza, se, in assenza di queste precondizioni relative allo stanziamento di risorse nell'ambito del bilancio dell'Unione europea e alla definizione di spazi finanziari per i bilanci dei singoli Stati, non si corra il rischio di andare nella direzione di un'accentuazione dei divari tra i diversi Paesi, piuttosto che di una tendenziale e progressiva armonizzazione delle condizioni registrate a livello nazionale.   

19 luglio 2017
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