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Salute nelle città. Commissione Affari Sociali approva risoluzione per un nuovo approccio alla tutela della salute nelle aree urbane


Per Daniela Sbrollini, prima firmataria della risoluzione è "un passo fondamentale per l’avvio di politiche concrete a sostegno della salute dei cittadini. La maggioranza della popolazione vivrà sempre più nelle aree urbane ed è necessario ora avviare politiche mirate al sostegno della salute e a garantire spazi per uno stile di vita sano ed attivo". LA RISOLUZIONE.

19 LUG - “Un nuovo tassello per la riforma del sistema di welfare che, pian piano, sta passando da una forma assistenziale ad un welfare generativo e partecipativo, che si pone alla base di un nuovo patto sociale”. È così che Daniela Sbrollini, Vicepresidente della Commissione Affari Sociali e Sanità, definisce  la risoluzione approvata, oggi all'unanimità dalla stessa commissione, in materia di salute nelle città. Il documento, articolato per punti, indirizza il Governo ad adottare diverse misure per sviluppo di politiche per la salute nelle aree urbane del Paese.
 
Un passo fondamentale - ha spiegato Sbrollini - per l’avvio di politiche concrete a sostegno della salute dei cittadini. La maggioranza della popolazione vivrà sempre più nelle aree urbane ed è necessario ora avviare politiche mirate al sostegno della salute e a garantire spazi per uno stile di vita sano ed attivo. Questo documento sancisce finalmente le linee di una visione complessiva della questione per salute nelle città”.
 
Le malattie “urbane”
Non è un caso se questa risoluzione sia stata approvata proprio ora. È di pochi giorni fa l’allarme lanciato dagli esperti sulla crescita del rischio di malattie croniche non trasmissibili, in particolare diabete e obesità, riscontrato negli abitanti delle città. In Italia ci sono 3 milioni e mezzo di diabetici, un terzo dei quali risiede nei grandi insediamenti urbani. Nelle città con oltre 500 mila abitanti, il 35,2 per cento dei residenti è sovrappeso e il 9,2 per cento obeso. Ancora 4 italiani su 10 hanno una vita sedentaria.
 
A questo si agggiunge la “Lettera aperta ai Sindaci italiani per promuovere la salute nelle città come bene comune”, siglata da Health City Institute, Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Federsanità Anci, Rete italiana città sane dell’Organizzazione mondiale della sanità, Coni, Istituto superiore di sanità, rivolta agli oltre 8mila sindaci italiani.
 
Per il lavoro svolto, il Vicepresidente della Commissione Affari Sociali e Sanità ringrazia “la grande disponibilità del Governo e la collaborazione del ministero della Salute, in particolare del Sottosegretario Davide Faraone. Voglio ringraziare - ha aggiunto - tutti i colleghi della mia commissione, di tutti i gruppi parlamentari, per aver condiviso e sottoscritto il contenuto del provvedimento”.
 
La risoluzione approvata (vedi anche testo integrale) impegna il Governo a:
- ad assumere iniziative per la promozione della salute dei cittadini, studiando e monitorando i determinanti della salute specifici del proprio contesto urbano facendo leva sui punti di forza delle città e riducendo drasticamente i rischi per la salute, nonché prevedendo modalità di coinvolgimento attivo dei cittadini e forme di partenariato pubblico – privato per la realizzazione di politiche che mettano al centro la salute come diritto;
 
- ad assumere iniziative per assicurare un alto livello di alfabetizzazione e di accessibilità all'informazione sanitaria (Health Literacy) a tutti i cittadini, aumentando il loro grado di autoconsapevolezza attraverso percorsi formativi a livello regionale o locale indirizzati agli operatori sanitari e alle associazioni dei pazienti e attraverso modalità di comunicazione con il sistema sanitario, agevolate dalle potenzialità offerte dalle tecnologie digitali; ad assumere iniziative per inserire l'educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, con particolare riferimento ai rischi per la salute nel contesto urbano;
 
- ad incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, rafforzando il sistema di incentivi rivolto alle imprese socialmente responsabili che investono in sicurezza e prevenzione e introducendo strumenti atti al controllo del rispetto delle norme sulla sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro, soprattutto relativamente alle caratteristiche degli ambienti;
 
- a promuovere una cultura e un'educazione alimentare appropriate attraverso programmi dietetici mirati (menu scolastici e aziendali appropriati) ed eventi divulgativi sul territorio, prevenendo l'innalzarsi dei tassi di obesità e generando un risparmio di risorse sanitarie e sociali; ad assumere iniziative per ampliare e migliorare l'accesso alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, secondo il principio dello «sport di cittadinanza», favorendo lo sviluppo psicofisico dei giovani, migliorando l'inclusione nelle città delle persone anziane e favorendone un invecchiamento attivo come previsto già nel 2012, anno europeo dell'invecchiamento attivo;
 
- ad assumere iniziative per sviluppare politiche di trasporto urbano, anche locale, orientate alla sostenibilità ambientale e alla creazione di una vita salutare;

- ad adottare iniziative per promuovere l'adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, trasmissibili e non trasmissibili, rappresentando queste ultime il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano oggi; a considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l'inclusione sociale nel contesto urbano, adottando politiche tese a migliorare le condizioni sociali, economiche ed ambientali dei quartieri disagiati, sia con interventi «mean-tested», sia con interventi volti a migliorare il contesto urbano di riferimento, facendo sì che ogni città si allinei agli standard più elevati di accessibilità e fruibilità dei servizi urbani per persone disabili, adeguando le infrastrutture sanitarie, la viabilità, l'accesso a servizi pubblici di qualsiasi tipo, promuovendo la loro partecipazione anche nelle attività sportive e ricreativa adottando politiche di prevenzione e inserimento socio-sanitario per le popolazioni di migranti;
 
- a studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini attraverso una forte alleanza con comuni, università, aziende sanitarie, centri di ricerca, industria e professionisti volta a: creare cabine di regia per lo studio e il monitoraggio dell'impatto dei determinanti della salute nel contesto urbano; promuovere partnership multi-stakeholder per dare vita a politiche urbane migliorative; dare vita a una conferenza permanente delle aziende ospedaliere delle aree metropolitane e delle strutture sanitarie territoriali che mettano in atto piani d'azione (piani obiettivo) di erogazione di servizi sanitari attraverso forme di accesso innovative mirate alla cronicità e alla protezione sul territorio dei soggetti portatori di patologie croniche ingravescenti.

19 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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