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Migranti. Ecco le linee guida per assisterli al meglio. Le hanno elaborate Inmp, Iss e Simm. Parola d'ordine: “Evitare allarmismi”


Dall’anamnesi clinica, familiare e sociale alla ricerca di segni e sintomi di condizioni morbose come Tbc, malaria, infezioni sessualmente trasmissibili, parassitosi, anemia, diabete. Dalle visite mediche per valutare lo stato nutrizionale fino all’uso di strumenti informativi per la disponibilità di dati sanitari. Queste alcune delle raccomandazioni sui controlli sanitari di profughi e richiedenti asilo intercettati dal sistema di accoglienza italiano presentate alla Camera. Il DOCUMENTO

25 LUG - Favorire l’appropriatezza clinica e organizzativa dell’assistenza ai migranti. Evitare sprechi derivanti da pratiche che sul campo si sono dimostrate inutili. Ridimensionare le pratiche difensive spesso sostenute da ingiustificati allarmismi. 
 
Sono questi i punti cardine delle linee guida “I controlli alla frontiera. La frontiera dei controlli. Controlli sanitari all’arrivo e percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza” elaborate dall’Istituto nazionale salute migrazioni e povertà (Inmp), dall’Istituto superiore di sanità e della Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm) e presentate alla Camera.

Un documento -  illustrato dal direttore generale dell’Inmp Concetta Mirisola, dal presidente dell’Iss Walter Ricciardi, dal presidente della Simm, Maurizio Marceca e dal Direttore generale della Prevenzione del Ministero Ranieri Guerra - rivolto ai decisori, agli enti gestori dei centri di accoglienza e agli operatori sociosanitari proprio per fornire un aiuto pratico sui controlli sanitari di profughi e richiedenti asilo intercettati dal sistema di accoglienza italiano. E per dare uniformità ai comportamenti adottati sul territorio nazionale ad oggi ancora incerti ed eterogenei.

“Si tratta del primo importante contributo scientifico a livello europeo su un tema estremamente attuale – ha spiegato Mirisola, direttore generale dell’Inmp Concetta Mirisola – le linee guida sono state il frutto di un lavoro complesso realizzato da tante persone che con passione si sono dedicate a raggiungere questo risultato, dimostrando che, grazie a un lavoro in rete, si raggiungono più facilmente gli obiettivi”. Le raccomandazioni sono state infatti elaborate nell’ambito del “Programma nazionale linee guida salute migranti”, sviluppato dall’Inmp in collaborazione con l’Iss, a partire dall’esperienza maturata nell’ambito del Sistema nazionale linee guida, e con la Simm, in quanto unico network scientifico mirato alla tutela della salute degli immigrati e impegnato a sostenere le buone pratiche nell’assistenza sia a livello nazionale sia locale, attraverso i propri gruppi immigrazione e salute (GrIS).

“L’obiettivo delle linee guida – ha aggiunto Mirisola – è quello di promuovere l’appropriatezza clinica evitando quindi quegli sprechi che possono derivare da pratiche inutili, ma anche quello di ridimensionare pratiche difensive causate spesso da allarmismi ingiustificati. All’elaborazione delle raccomandazioni ha infatti lavorato un panel multidisciplinare e multiprofessionale di esperti, scelti in rappresentanza delle principali società scientifiche interessate e di istituzioni sanitarie nazionali e internazionali. È stata seguita una metodologia rigorosamente evidence-based, che ha previsto una ricognizione sistematica della letteratura biomedica sui temi d’interesse: in totale, 1.059 documenti reperiti e valutati criticamente”.

Dal primo soccorso alla prima accoglienza. Alla luce delle evidenze emerse, per ciascuna delle patologie e condizioni individuate, gli esperti del panel hanno elaborato delle raccomandazioni di taglio clinico-organizzativo, incardinandole all’interno di un percorso modulato e progressivo, che va dalla valutazione iniziale in fase di soccorso alla visita medica completa in prima accoglienza, fino alla “presa in carico” vera e propria nella seconda accoglienza.

Sotto la lente sono finite le principali malattie infettive e diffusive (tubercolosi, malaria, epatite B e C, Hiv, parassitosi, infezioni sessualmente trasmissibili) e alcune patologie cronico-degenerative (diabete, anemie, ipertensione, carcinoma cervice uterina) la cui diagnosi precoce si associa a una riduzione degli esiti negativi per la salute e dei costi per il Ssn. Ma sono state considerate anche alcune condizioni, come la gravidanza, meritevoli di particolare tutela e in grado di modificare il percorso di accoglienza.

“Quello dell’immigrazione è un tema epocale – ha detto Ricciardi – e l’Italia ha dimostrato, grazie alla legge Turco Napolitano, di essere uno dei pochi Paesi che garantisce assistenza a tutti. Ma tutto questo non può più essere affrontato solo con la generosità. Di fonte a numeri e problematiche importanti ci vuole metodologia. Serve rigore scientifico. Non dimentichiamo che proteggere la salute dei migranti vuol dire proteggere anche la salute dei cittadini. Ora deve seguire un’altra fase, quella di diventare punto di riferimento a livello internazionale. Per far conoscere quello che l’Italia è stata in grado di realizzare. Dobbiamo consolidare i nostri risultati e comunicarli meglio a livello mondiale”.

Un plauso alle linee guida è arrivato dal Direttore generale della Prevenzione del Ministero: “Il flusso dei migranti è difficile da gestire perché implica una collaborazione di tutta una serie di soggetti – ha sottolineato Guerra – ben vengano quindi le linee guida perché colmano un vuoto dal momento dello sbarco ai centri di accoglienza. Ma spetta a noi farle diventare cogenti. Con la regione Sicilia abbiamo realizzato il secondo piano di contingenza per capire chi deve fare cosa. Ora con le alle linee guida sarà possibile realizzare cose ancora migliori”.

Ma bisogna muoversi con cautela, ha avvertito Marceca: “Ci muoviamo su un terreno scivoloso con informazioni da parte dei media spesso errate e allarmismi inutili. Le linee guida non sono la bibbia e non esauriscono tutte le necessità dei migranti: nonostante facciamo molto per la tutelare la loro salute, ancora non siamo in grado di tutelarli a livello sociale. Soprattutto le linee guida non devono essere essere applicate in modo rigido, acritico, passivo, ma vanno interpretate. Auspichiamo quindi che il ministero si faccia promotore attraverso le regioni per dare concreta loro applicazione. Salute e dignità sono per noi due concetti indissolubili”.
 
In arrivo entro la fine del 2017 le linee guida sulla Tbc. E questo è solo l’inizio di un lavoro di collaborazione tra Inmp, Iss e Simm. Sono in cantiere altre linee guida, a partire da quella sulla Tbc che dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno. Ma saranno prodotti anche altri documenti evidence-based su temi relativi alla salute dei migranti, selezionati come prioritari a partire dalle indicazioni dei rappresentanti regionali della rete nazionale coordinata dall’Inmp, di esperti del settore e di qualificati stakeholder.

25 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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