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No al superticket, d’Ambrosio Lettieri (Dit): “Problema è trovare risorse che nel Def non ci sono”


“Perché non si finisca col fare le nozze coi fichi secchi e anche la risoluzione di maggioranza approvata al Senato con il Def non si trasformi nell’ennesimo spot elettorale, occorre essere concreti e trovare le risorse necessarie per abolire il superticket, stimate tra i  500 milioni e 1 miliardo di euro”

09 OTT - “Eliminare il superticket sulle prestazioni specialistiche è un dovere a cui la politica non si può sottrarre. Si tratta di un odioso balzello di stampo medievale, una tassa sulla sofferenza che finisce col gravare solo sulle fasce più deboli della popolazione e con il favorire il sistema privato al quale il cittadino si rivolge per sfuggire alle lunghe liste di attesa del pubblico.
 
Ma perché non si finisca col fare le nozze coi fichi secchi e anche la risoluzione di maggioranza approvata al Senato con il Def non si trasformi nell’ennesimo spot elettorale, occorre essere concreti e trovare le risorse necessarie per abolire il superticket, stimate tra i  500 milioni e 1 miliardo di euro.
 
Che, a giudicare dal trattamento che il Documento di economia e finanza 2017 riserva a welfare e sanità in termini di risorse e di risposte credibili, proprio non ci sono. Anzi, il fondo sanitario nazionale è sempre più messo a dura prova, tra tagli lineari, livelli essenziali di assistenza da garantire e personale carente.
 
Intervenire direttamente sulla governance del sistema, oggi oltretutto esposto alla disomogeneità delle programmazioni regionali, che di fatto crea cittadini di serie A e cittadini di serie B, a seconda della loro residenza, è, a mio avviso, ineludibile. In questa direzione, la proposta formulata oggi dalla Fondazione Gimbe, attraverso il suo presidente, Nino Cartebellotta, sulla possibilità di recuperare le risorse per abolire il superticket intervenendo sulla rimodulazione del sistema di detraibilità fiscale delle spese sanitarie che oggi non tiene conto delle differenze di reddito, merita apprezzamento e attenzione da parte del legislatore.
 
Stabilire la percentuale di detraibilità fiscale delle spese mediche in base alla fascia di reddito e al rapporto spesa sanitaria media/reddito medio potrebbero essere due soluzione su cui riflettere, considerato che da un lato si potrebbero recuperare risorse complessive sino a circa due miliardi tra le due soluzioni e dunque procedere all’abolizione di una tassa sulla salute intollerabile, praticamente a costo zero.
 
Dall’altro lato, mentre si porrebbe fine ad una iniquità sociale che pesa proprio sui meno abbienti, come documentano i dati emersi dall’analisi condotta proprio dalla Fondazione Gimbe, si favorirebbe anche l’emersione del nero. Per superare lo scaglione che lo conduce alla detraibilità fiscale, infatti, i cittadini sarebbero più motivati a esigere la documentazione fiscale.
 
Mi auguro, quindi, che le proposte di Gimbe non siano sottovalutate, ma prese seriamente in considerazione. Oggi più che mai occorre recuperare i principi della responsabilità e parlare un linguaggio di verità. Personalmente approfondirò con Gimbe i contenuti dello studio per i conseguenti emendamenti da proporre alla legge di bilancio ”.
 
Lo dichiara in una nota il sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri (Dit), componente Commissione Sanità Senato.

09 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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