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Legge di Bilancio. Ostetriche: “Si accolgano emendamenti per potenziare finanziamento sanità”


La Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche auspica un ritorno sui propri passi da parte del Governo accogliendo gli emendamenti, già scartati in Senato, ripresentati alla Camera. "In particolare, per il settore che la Fnco rappresenta, è decisivo l’accoglimento del rilievo fatto in merito all’intervento per definire nuovi strumenti di programmazione per le assunzioni di personale: il vincolo del 1,4 % (-1,4% della spesa del 2004) è ormai anacronistico".

12 DIC - La Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche guarda con attenzione e anche con preoccupazione l’iter di approvazione della legge di Bilancio, legge che, come già evidenziato dalla Commissione sanità nella Conferenza Stato Regioni, interviene con tagli drastici sulla sanità. "Una riduzione di fondi così significativa, in un settore strategico e già in forte crisi economica, rischia di essere pericolosa per la tenuta del sistema di assistenza sanitaria nazionale, poiché non si garantisce la corretta promozione della salute e l’appropriatezza della presa in carico dei cittadini", spiega la Federazione.
 
Ecco perché la Fnco sottoscrive e appoggia il documento presentato dalla Commissione Salute delle Regioni nel quale vengono individuate le richieste principali da presentare ai Presidenti della Commissione Salute delle Regioni e, se approvata, al Governo affinché "la legge di bilancio non metta ulteriormente in ginocchio il settor"e.
 
“Come Presidente della Federazione che rappresenta le 22mila Professioniste ostetriche/i che lavorano in Italia non posso che auspicare un ritorno sui propri passi da parte del Governo accogliendo gli emendamenti, già scartati in Senato, ripresentati alla Camera. In particolare, per il settore che la Fnco rappresenta, è decisivo l’accoglimento del rilievo fatto in merito all’intervento per definire nuovi strumenti di programmazione per le assunzioni di personale: il vincolo del 1,4 % (-1,4% della spesa del 2004) è ormai anacronistico – afferma la Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche, Maria Vicario -. Un intervento che permetterebbe, per quel che riguarda la Categoria, la possibilità di garantire un giusto turn over, di ridurre il tasso di disoccupazione professionale che riguarda non solo giovani professioniste che devono immettersi per la prima volta nel mercato del lavoro ma, anche il rientro di coloro che in seguito a riordini delle strutture in cui lavoravano sono attualmente senza lavoro. Ma soprattutto la maggior presenza delle ostetriche sul territorio significa garantire un servizio di prevenzione, presa in carico e tutela della salute delle donne e quindi di tutta la comunità”.
 
In questi giorni sono usciti i dati Istat che denunciano come ben 1 italiano su 3 sia in povertà o a rischio di povertà. In particolare sono penalizzate le famiglie con 3 o più figli, quelle monoreddito e quelle dove un membro è straniero. Questi dati, insieme al tasso di denatalità ormai strutturale, dovrebbero spingere il Governo e il Parlamento a impegnare maggiori risorse per l’assistenza sanitaria e sociale. I tagli previsti danneggerebbero ulteriormente il settore sanitario e l’assistenza in ambito materno infantile, accelerando il trend di denatalità, anziché contrastarlo. I 500 milioni di euro in meno al Fondo sanità, come previsto nella legge di Bilancio, significherebbero precarizzare il settore sanitario che avrebbe invece bisogno di investimenti importanti per assicurare ai professionisti che vi lavorano le condizioni migliori per poter svolgere in maniera adeguata il proprio lavoro e quindi offrire agli utenti e alle utenti un servizio sempre di qualità. Peraltro, com’è stato già evidenziato nelle sedi opportune e come giustamente ribadisce il documento della Commissione Sanità delle Regioni il livello di finanziamento pubblico del servizio Sanitario Nazionale deve essere mantenuto al di sopra del 6,5 % del Pil. Ridurre a 112 miliardi di euro il fondo per la sanità per tutto il Paese è una scelta che non si può condividere. A essere messi a rischio sarebbero ad esempio i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), oltre al rinnovo dei contratti. Se questo si verificasse, quello della sanità sarebbe forse il solo comparto a rimanere con contratti bloccati", prosegue la Federazione.
 
“Per quel che riguarda l’ambito in cui opera la Categoria Ostetrica, un taglio di fondi così drastico metterebbe di certo a rischio la presa in carico e la tutela della salute delle donne a livello regionale – sottolinea la Presidente Vicario -. Il che avrebbe, come si può ben immaginare, una ricaduta in termini di costi sociali e sanitari non indifferenti. A farne le spese sarebbero i soggetti deboli, coloro che appartengono a condizioni economiche e sociali fragili: donne e migranti cui già con grande professionalità e anche molti sacrifici la Categoria cerca di arrivare. Quella Ostetrica, così come tutte le altre professioni sanitarie, ha bisogno di maggiore e concreto sostegno da parte del Governo, fatto con investimenti che garantiscano di poter svolgere al meglio il proprio lavoro”.
 
Senza contare poi che i 400 milioni di euro riconosciuti alle Regioni per gli investimenti sono del tutto insufficienti e quindi sarebbe impossibile preventivare spese per l’edilizia sanitaria, in strutture che spesso sono diventate non più rispondenti ai bisogni sia degli operatori sia degli utenti. L’invito che mi sento di rivolgere al Governo è quello di tornare sui propri passi. Un Paese come il nostro non può permettersi un rischio così alto, ovvero di non garantire il diritto alla salute dei propri cittadini – conclude la Presidente Vicario -. Da parte della Categoria c’è la massima disponibilità al confronto, a sedersi attorno a un tavolo per discutere con documenti e numeri alla mano come potenziare e migliorare ancora di più la sanità italiana”.

12 dicembre 2017
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