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Barriere architettoniche: in arrivo nelle Regioni 180 milioni per abbattere anche quelle degli edifici privati


Bonaccini: "E’ una battaglia di civiltà e una misura fortemente voluta insieme al Governo, che ha inserito queste risorse nella legge di Bilancio e che interessano in particolare i fabbisogni legati al 2017. Le regioni ripartiranno a loro volta queste risorse verso i comuni". IL PROVVEDIMENTO.

15 FEB - “Un importante riparto per l’eliminazione delle barriere architettoniche è stato approvato oggi in sede di Conferenza Unificata”, dichiara Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni.
“Si tratta di 180 milioni che andranno alle Regioni per favorire il superamento delle barriere architettoniche e in particolare negli edifici privati. E’ una battaglia di civiltà e una misura fortemente voluta insieme al Governo, che ha inserito queste risorse nella legge di Bilancio e che interessano in particolare i fabbisogni legati al 2017. Le regioni ripartiranno a loro volta queste risorse verso i comuni.    
 
E’ da sottolineare anche come questa legge non venisse più rifinanziata, nonostante i continui richiami dei cittadini e delle loro associazioni.
 
Ora verificheremo, a questo punto con il prossimo Governo, gli stanziamenti necessari per il 2018, partendo da quanto proposto dal ministro Delrio per ulteriori finanziamenti dei fabbisogni eccedenti, con l’impegno di stabilizzare la dotazione finanziaria del Fondo”.
 
Lo schema di decreto su cui è stata espressa l’intesa ripartisce, appunto, 180 milioni, utilizzando il criterio del fabbisogno inevaso comunicato dalle Regioni, criterio condiviso dagli enti territoriali e che deriva dalla legge 13/1989 che ha istituito il fondo speciale per l'eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati, attualmente privo di risorse in quanto non alimentato da tempo.
 
Anche il ministero dell'Economia, nel decreto di assegnazione delle prime risorse per il 2017 (20 milioni) ha specificato che la ripartizione deve essere effettuata secondo la legge 13.
 
Lo schema di decreto prevede il riparto tra tutte le regioni che hanno presentato il fabbisogno inevaso, compresa la regione Puglia che era stata esclusa dal riparto ed è stata riammessa dopo la comunicazione del fabbisogno inevaso al 2017 e la regione Sicilia che ha comunicato un'integrazione.
 
Le regioni Calabria e Valle d'Aosta, invece, non hanno presentato la comunicazione, ma hanno indicato solo le risorse già stanziate per le quali non sono previsti rimborsi e perciò sono state escluse dal riparto.
 
Le province autonome di Trento e Bolzano sono state escluse dal riparto per l'abrogazione prevista dalla legge 191/2009 che gli consentiva di partecipare al riparto dei fondi speciali istituiti per garantire livelli minimi di prestazioni in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
 
Il comma 3 stabilisce che i fabbisogni non soddisfatti dal presente decreto potranno essere soddisfatti sul fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge n. 232/2016, come rifinanziato dall'articolo 1, commi 1072 e 1166, della legge n.205/2017.
 


15 febbraio 2018
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