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La sanità nel contratto di Governo Lega-5 Stelle. Solo promesse? Forse, ma almeno se ne parla

di Cesare Fassari

A prescindere da come andrà a finire, possiamo e dobbiamo onestamente riconoscere che la sanità non è stata dimenticata, come spesso accaduto nel passato, nell'agenda delle priorità. Certamente molti dei programmi e delle intenzioni annunciati sono generici e in alcuni casi non è chiaramente indicato da dove prendere le risorse per attuarli, ma il fatto che se ne parli, dando alle tematiche della salute una pari dignità di intenti rispetto alle altre questioni, è di per sé un fatto positivo

20 MAG - La sanità, nel cui ambito rientra anche parte di quanto previsto nel paragrafo dedicato alle disabilità, occupa uno spazio di tutto rispetto nel contratto di Governo alla firma di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
 
Rispetto ad altre voci e temi molto discussi e dei quali si sono succedute diverse versioni del contratto di governo, il testo riguardante la sanità, a quanto si sa, e a parte le righe aggiunte alla fine sui vaccini (che del resto riprendono la posizione espressa a più riprese sia dai 5 Stelle che dalla Lega durante la discussione sul decreto Lorenzin e anche nella recente campagna elettorale), è rimasto pressoché inalterato nelle varie bozze e non è mai stato oggetto di discussioni particolari né di polemiche.
 
Non sappiamo se questo sia accaduto per totale sintonia o “minore” attenzione rispetto ad altre voci più problematiche, ma resta il fatto che il Governo giallo/verde che dovrebbe vedere la luce a breve ha promesso molte cose in questo campo.
 
La sintesi punto per punto l’abbiamo fatta l'altro ieri e come avrete letto di carne al fuoco ce n’è molta. Come molti sono anche i passaggi solo accennati, dai quali traspare più il fine che il come e il quando.
 
Alcuni esempi. 
Finanziamento Ssn e ticket. E’ chiara la volontà di incrementare i fondi per la sanità pubblica e contestualmente ridurre le compartecipazioni dei cittadini (ticket). Ma sul come farlo le indicazioni sono piuttosto generiche passando dalla lotta agli sprechi (senza dire quali) alla governance farmaceutica (che vuol dire tutto ma anche niente), alla centralizzazione di acquisti, informatizzazione e digitalizzazione (in gran parte già in atto), alla revisione di convenzioni e accreditamento (vale quanto detto per la governance del farmaco) e alla lotta alla corruzione e trasparenza (in proposito leggere quanto dichiarato recentemente da Cantone per capire che non stiamo parlando di miliardi come qualcuno sosteneva fino a poco tempo fa).
 
Basta rapporti tra politica e nomine. Lo dicono tutti da anni. Ma nei fatti, a torto o a ragione, perché mai le Regioni, comprese quelle attualmente governate dalla Lega, dovrebbero rinunciare a nominare manager sanitari di loro fiducia quando a questi è affidato il 70% e più delle risorse regionali? E poi l’elenco nazionale degli idonei DG di Asl e ospedali è già stato fatto…
 
Integrazione sociosanitaria. Anche di questa cosa se ne parla da anni (almeno venti) e il contratto giallo/verde conferma l’idea di superare la visione ospedalocentrica, ma ancora una volta senza una ricetta chiara e lampante su come riuscirci.
 
Medici di medicina generale. Si parla di rivedere il loro ruolo per farne il “principale protagonista della filiera di cura del malato”, ma come non si dice.
 
Molto generiche, pur se apprezzabili, anche le idee per ridurre i tempi di attesa e controllare l’intramoenia.
 
Auspicabile, ma non quantificata, la scelta di dare il via a nuove assunzioni di personale sanitario e quella di implementare i servizi per le cronicità.
 
Nulla da obiettare sull'intenzione di dare maggiore e concreta attuazione alle iniziative e ai servizi di assistenza per le disabilità, ma anche qui le risorse per farlo non è chiaro da dove possano provenire.
 
E infine anche la partita vaccini, indica l’obiettivo (pur senza citarlo), di rivedere il decreto Lorenzin, ma non dice come.
 
Ma in ogni caso, lo ripetiamo, al di là di come la si possa pensare sui singoli obiettivi, la sanità nell'orizzonte del futuro possibile Governo c’è, con un incipit nel capitolo ad essa dedicata tutto a favore e conferma del Ssn equo e universalistico, che segna un evidente smarcamento rispetto all’apertura al privato ventilata invece nel programma elettorale della coalizione di Centro Destra di cui fa (o ha fatto?) parte Salvini.
 
Resteranno impegni e promesse sulla carta? Vedremo effettivamente realizzate tutte le riforme annunciate (di cui molte, lo ripetiamo, sono più titoli che programmi) o si tratta dell’ennesimo libro dei sogni? Oggi è presto per dirlo.
 
Oggi possiamo e dobbiamo onestamente riconoscere che la sanità non è la Cenerentola delle promesse e degli impegni di inizio mandato di questo inedito Governo, come spesso è accaduto nel passato in altri Esecutivi di ogni colore.
 
Cesare Fassari

20 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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