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Quando e perché un “dente rotto” è un problema di salute pubblica. Come prevenire e assistere i traumi in età evolutiva. Ecco le linee guida del Ministero della Salute


Gli eventi traumatici che coinvolgono il distretto oro-facciale, comprese le arcate dentarie sono un problema di salute pubblica legato, secondo le Linee guida nazionali aggiornate,  all’aumentato dinamismo della vita quotidiana, al maggior coinvolgimento dell’individuo in età evolutiva in attività di gioco e sportive agonistiche e non, all’aumentato dell’uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti e alla diffusa tendenza al possesso di animali domestici, soprattutto cani. LE LINEE GUIDA

04 GIU - Un dente rotto negli adolescenti non è da sottovalutare. Può anzi diventare un vero e proprio problema di salute pubblica. Negli ultimi anni, negli individui in età evolutiva, è aumentata la prevalenza di eventi traumatici che coinvolgono il distretto oro-facciale, comprese le arcate dentarie.

Questo rappresenta, appunto, un problema di salute pubblica legato, secondo le Linee guida nazionali aggiornate “per la prevenzione e la gestione clinica dei traumi dentali negli individui in età evolutiva” appena pubblicate dal ministero della Salute, all’aumentato dinamismo della vita quotidiana, al maggior coinvolgimento dell’individuo in età evolutiva in attività di gioco e sportive agonistiche e non, all’aumentato dell’uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti e alla diffusa tendenza al possesso di animali domestici, soprattutto cani.

Scuola, ambiente domestico, sportivo e stradale sono le sedi dove con maggiore frequenza avvengono eventi traumatici e, allo stesso tempo, luoghi dove è possibile far funzionare misure d’informazione e prevenzione.

Campagne di informazione, attraverso la scuola, le società sportive, la televisione, i giornali, opuscoli e poster, ma anche e, soprattutto, il web, sono, fino dall’età prescolare le strategie migliori per la prevenzione e il primo soccorso del trauma dentale o dell’intero distretto oro-facciale.

Secondo le linee guida non sono poi  da sottovalutare le situazioni di abuso sui minori, le cui conseguenze coinvolgono spesso il distretto oro-facciale e possono trovare nell’odontoiatra il sanitario "sentinella”, così come una particolare attenzione deve essere data ai traumatismi auto-inflitti.

L'arrivo a un Pronto soccorso di un paziente con un trauma dentale è un'evenienza frequente che richiede, per una corretta presa in carico dell’individuo, competenze multidisciplinari (odontoiatriche, maxillo-facciali, pediatriche, medico-legali, medico-sportive, di medicina d’urgenza e di medicina preventiva), per un recupero funzionale ed estetico ottimale.

Durante la prima visita è importante anche l'approccio psicologico del paziente traumatizzato che, spesso, risulta provato anche dal punto di vista emotivo per l'ansia e la paura determinate dall'evento acuto.

Il percorso diagnostico e terapeutico deve essere affrontato secondo uno specifico protocollo: prima un'accurata raccolta dei dati anamnestico-circostanziali del trauma, poi una prima fase clinica e radiologica, una seconda di specifico intervento terapeutico e una terza che preveda la programmazione di controlli a distanza per seguire l'evoluzione clinica.

Alcuni studi indicano che solo il 4% dei medici fornisce, in una fase iniziale, un trattamento appropriato. La prognosi delle lesioni traumatiche dentarie dipende dal tempo tra l’evento traumatico e l'inizio del trattamento e, spesso, la prima figura che gestisce il trauma dentale è il medico di Pronto soccorso o quello ospedaliero o il pediatra di libera scelta.

Secondo le Linee guida è importante il ruolo del pediatra perché è il professionista al quale i genitori si rivolgono ogni volta che si presenta un bisogno di salute per il proprio figlio.

Obiettivo delle linee guida  è fornire raccomandazioni e indicazioni evidence based sulla prevenzione e gestione immediata del trauma dento-alveolare nei pazienti in età̀ evolutiva e un’attenta valutazione delle implicazioni medico legali.

Le indicazioni si dovrebbero applicare negli ambienti di vita quotidiana e in tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private che prendono in carico i giovani pazienti coinvolti in eventi traumatici del distretto maxillo-facciale.

E sono rivolte ai medici di medicina generale, ai medici specialisti in pediatria, in chirurgia maxillo-facciale, in chirurgia di urgenza e Pronto soccorso, in medicina dello sport, in medicina legale, agli odontoiatri, agli igienisti dentali, al personale infermieristico, al personale scolastico, al personale di assistenza nei centri sportivi e ai genitori/caregiver.

Un ruolo importante è dedicato alla prevenzione

Le linee guida spiegano che i traumi dentari possono portare a dolore, perdita di funzioni e problemi estetici, con conseguenze fisiche, emotive e sociali per gli individui in età evolutiva e le loro famiglie. Questo indica la necessità di programmi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.

Le misure di prevenzione primaria hanno lo scopo di proteggere i soggetti sani e la sua attuazione dipende dalla corretta informazione veicolata tra i medici di medicina generale, gli odontoiatri pediatrici, gli igienisti dentali, i genitori/caregiver, gli insegnanti scolastici e quelli sportivi, tutti in stretta collaborazione con i pediatri.

Misure di prevenzione secondaria devono intervenire, invece, quando il danno si è verificato e servono a limitarne gli effetti nocivi.

La prevenzione terziaria, di stretta pertinenza odontoiatrica, ha lo scopo di ridurre le complicazioni e ripristinare la funzione masticatoria, estetica e fonetica.

Prevenzione primaria in ambiente domestico

Gli individui in età evolutiva e gli anziani sono le categorie di persone più colpite da incidenti domestici.

Fino a 14 anni l’ambiente più rischioso è il soggiorno, lo spazio della casa dedicato al tempo libero e al gioco (74,6% degli incidenti domestici).
Nella prima infanzia, l’inizio della deambulazione, con e senza girello, è il momento più frequente per i traumi dentali per la tendenza a cadere e a urtare i mobili di arredamento.

I piccoli obesi presentano una maggiore esposizione alle cadute, tuttavia i dati attualmente disponibili non consentono di stabilire una effettiva relazione causale tra trauma dentale, attività fisica e stato nutrizionale.

Negli individui con overjet (distanza tra incisivi superiori e inferiori in senso antero-posteriore), come nei soggetti che hanno l’abitudine a succhiare il pollice o il ciuccio, sono più frequenti, in caso di caduta frontale, i traumi dentari.

In tutti questi individui, come nei soggetti particolarmente vivaci, sarebbe opportuno l’uso di paradenti.

Traumi orali nei minori possono essere anche causati da morsicature di animali (per lo più cani e gatti) che, oltre a danni fisici e psicologici, possono causare infezioni. Poiché le ferite sono frequentemente localizzate sul viso, i chirurghi orali e maxillofacciali dovrebbero conoscere il trattamento dei traumi da morsi di animali e educare i pazienti a evitare lesioni future.

Il rilevamento e l’asportazione di denti o frammenti nelle lesioni è fondamentale per ridurre il rischio di infezione. In particolare, le strategie di prevenzione del morso dei cani comprendono la  supervisione delle interazioni tra cani e soggetti in età evolutiva, l'educazione pubblica sulla responsabilità del proprietario del cane e il rispetto delle norme sul controllo degli animali. È necessario migliorare la conoscenza della comunità riguardo la rabbia e la necessità di vaccinare gli animali contro questa.

Prevenzione primaria in ambiente scolastico

Vista la frequenza di traumi dentali in ambiente scolastico, sarebbe opportuno che gli Istituti scolastici organizzassero corsi di formazione per il personale docente, non-docente e gli alunni per identificare e contenere i rischi a cui questi ultimi possono andare incontro.

La scelta del metodo didattico deve tener conto dell’evoluzione delle tecnologie tra cui l’impatto audiovisivo, rivelatosi efficace nel trasmettere messaggi educazionali.

I traumi più frequenti derivano dall’abitudine a mordere la penna, a trattenere in bocca oggetti di cancelleria, a litigi, all’utilizzo di giochi che comprendono oggetti “potenzialmente” contundenti e a cadute durante le attività̀ sportive e ricreative.

Nelle strutture scolastiche dovrebbero esserci sempre presidi di primo soccorso e condizioni che consentono di intervenire tempestivamente in caso di trauma dentale.

Prevenzione primaria in ambiente sportivo

Sport di contatto come pallacanestro, pallavolo, calcio, rugby, equitazione ma anche sport senza contatto come nuoto (anche in relazione alla superficie bagnata intorno alla piscina) o ginnastica artistica e attività ludico-sportive come andare in bicicletta, usare lo skateboard, il monopattino o i pattini e sciare rappresentano alcune delle attività a cui è legato un aumentato rischio di trauma dentale nei soggetti in età evolutiva, dovuto a cadute o a scontri con altri giocatori.

In tali circostanze è opportuno che l’odontoiatra insieme al personale dei centri sportivi consigli l’uso di caschi, paradenti e/o maschere facciali in funzione del tipo di attività sportiva, informando il soggetto sul rischio di danno oro-facciale e quindi dei benefici a lungo termine di queste dispositivi di sicurezza.

Prevenzione secondaria

In caso di traumi dentari è necessario tranquillizzare il paziente, eliminare eventuali residui ematici e valutare attentamente l’entità del danno riportato (tipo di dente coinvolto, eventuali fratture del bordo masticatorio, mobilità o parziale estrusione del dente, possibilità̀ di recuperare il frammento di dente o il dente intero) e il trattamento di primo soccorso (necessità di avulsione, reimpianto, reincollaggio del frammento/i, protezione della polpa e/o della dentina esposta).

Un dente avulso ha buone probabilità di essere re-impiantato se è rimasto per un massimo di 2-3 ore in ambiente liquido (soluzione fisiologica, latte o saliva).

Il reimpianto immediato è la procedura alla quale si associa la maggior percentuale di successo.
Inoltre, buone possibilità di guarigione si hanno se il reimpianto, lo splintaggio temporaneo agli altri denti (per 2-4 settimane) e i controlli successivi sono gestiti in modo competente.

In ogni caso, va osservato un protocollo di controlli a distanza, per escludere l'insorgenza di complicanze. Se l'evento si è verificato in età precoce, l’occasione rappresenta un motivo valido per una prima visita odontoiatrica e per concordare controlli cadenzati e programmati nell'arco di un anno, anche per rassicurare il piccolo sulla possibilità̀ di recuperare completamente l'estetica del sorriso.

Le Linee guida trattano poi, oltre a un “Modello di certificazione clinica inerente lesioni traumatiche del cavo-orale nel soggetto in età evolutiva” argomenti specifici come il  protocollo di primo soccorso nel trauma oro-facciale, la  valutazione iniziale in pronto soccorso, la valutazione iniziale odontoiatrica e la  certificazione del trauma.
Un capitolo a se è dedicato  al trauma dentale da maltrattamenti/abusi su minori.

04 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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