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Carenza medici. Aaroi-Emac: “Dubbi su specializzandi nel Ssn. Disponibili ad affrontare l’emergenza ma con regole chiare”


Il sindacato degli anestesisti anticipa alcune considerazioni che presenterà alla nuova riunione del Tavolo Tecnico del Ministero della Salute prevista per domani. “La proposta delle Regioni e del Ministero riguardo all’inserimento dei Medici in Formazione nel Ssn, così come percepita (in attesa di una stesura scritta) presenterebbe diverse criticità, alcune delle quali richiederebbero sostanziali e soprattutto preliminari modifiche legislative”.

29 AGO - “In Italia – ormai è un dato di fatto – la carenza di Medici Specialisti Ospedalieri, tra i quali gli Anestesisti Rianimatori, sta mettendo a rischio i LEA. Alle Organizzazioni Sindacali di categoria oggi viene chiesto di collaborare per una soluzione che nell’immediato possa assicurare ai cittadini che questo rischio sia allontanato ricorrendo all’utilizzo dei medici giunti perlomeno all’ultimo anno di formazione specialistica, quindi non ancora specializzati. L’emergenza in atto, tuttavia, non deve portare a scelte che ledano i diritti dei pazienti e che mettano a rischio l’operato dei Medici, sia specializzandi sia specialisti”. Da questo punto fermo l’Aaroi-Emac partirà nell’incontro tecnico al Ministero della Salute previsto per domani sulla carenza di Medici specialisti e sulla formazione post laurea, dove l’Associazione presenterà le proprie considerazioni sull’ipotesi di coprire la carenza di specialisti attraverso l’inserimento di specializzandi nel SSN.
 
“La proposta delle Regioni e del Ministero riguardo all’inserimento dei Medici in Formazione nel Sistema Sanitario Nazionale, così come percepita (in attesa di una stesura scritta) presenterebbe diverse criticità, alcune delle quali richiederebbero sostanziali e soprattutto preliminari modifiche legislative” sottolinea Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC, aggiungendo: “Ci vengono date rassicurazioni generiche in merito al proposito che quest’utilizzo non diverrebbe strutturale al SSN, ma resterebbe limitato al periodo di tempo strettamente necessario affinché una programmazione finalmente corretta dei fabbisogni di medici specialisti ospedalieri, una volta avviata, possa colmare le carenze di personale esistenti”.
 
“L’idea non è nuova – prosegue Vergallo –. Successivamente all’introduzione – ormai quasi trent’anni fa – dell’obbligo di specializzazione per i medici ospedalieri, più volte negli anni le Istituzioni di governo del SSN, a livello sia centrale sia decentrato, hanno pensato di tamponare in qualche modo gli esiti di una cattiva programmazione dei fabbisogni ospedalieri di personale medico specialista, ottusamente perpetrata per decenni, nonostante tutti gli allarmi e gli appelli lanciati dal mondo sindacale medico. Nel passato più recente – correva il 2014 – addirittura tentando di sdoganare un inquadramento contrattuale dei giovani medici in formazione specialistica allo stesso livello degli infermieri “caposala”. Il tentativo fallì, come del resto era prevedibile, per le sue evidenti distorsioni sia ideative sia, ancor peggio, applicative”.
 
Un punto che l’Aaroi-Emac porrà a base del confronto di domani 30 Agosto  è quello specifico degli ambienti e nei contesti ad alta criticità (Sale Operatorie e Terapie Intensive Polivalenti e/o Specialistiche) in cui “a garanzia della sicurezza nel percorso diagnostico, clinico, terapeutico e assistenziale, dovrà comunque essere presente, oltre allo specializzando, almeno un Tutor/Dirigente Medico strutturato. Né si ritiene possibile che in tali ambienti e contesti i Medici in formazione possano decidere da soli un percorso clinico-terapeutico specifico sul Paziente senza averlo condiviso, ed in un certo qual modo senza averne avuta autorizzazione, con i Dirigenti medici specialisti della disciplina. Occorrerebbe comunque, preliminarmente e con modalità strettamente uniformi su tutto il territorio nazionale, codificare le attività assistenziali che i Medici in Formazione potrebbero esercitare, secondo il crescente livello di autonomia e responsabilità, all’interno delle strutture dei vari Sistemi Sanitari Regionali, senza lasciare che le singole Regioni e financo le singole Aziende Ospedaliere italiane possano ancora una volta dar libero sfogo a fantasie applicative di regole nazionali”.
 
“Ma un altro ancora – prosegue la nota - , tanto più semplice concettualmente quanto più complicato, forse, da potersi garantire ed applicare, è il punto che per l’Aaroi-Emac è irrinunciabile: l’immediato e corretto ricalcolo dei fabbisogni di Medici specialisti, con relativo ed immediato aumento di tutte le Borse di studio che servono nelle discipline che ne hanno bisogno. In assenza di un adeguato ricalcolo, per l’Associazione qualunque soluzione si dimostrerebbe un fallimento già in partenza”.
 
“Sebbene esistano diverse criticità e numerose perplessità che riteniamo necessario approfondire – conclude il Presidente Vergallo –, non è nostra intenzione opporci a priori all’ipotesi del Ministero della Salute riguardo all’ingresso dei Medici in Formazione nel SSN, naturalmente anche attraverso il giusto coinvolgimento del mondo accademico cui afferiscono gli ambiti specialistici che la nostra Associazione rappresenta sindacalmente. Tuttavia, se non fossero sciolti i tanti interrogativi e fissate le regole inderogabili che poniamo a base della collaborazione richiesta, per quanto ci compete la strada risulterebbe impercorribile”.

29 agosto 2018
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