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Martini: futuro sempre più ‘rosa’ per il Ssn


“La presenza femminile nel Ssn è pari al 60,9%. Tuttavia, nella dirigenza medica le donne sono presenti al 32%. Solo una donna ricopre la carica di presidente dell’Ordine dei medici, pochissime svolgono il ruolo di primario (11%), di Docente ordinario o di manager di Asl”. È quanto sottolineato dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, che ha annunciato l'organizzazione, in tempi brevi, della 1° Conferenza Nazionale sul tema ‘Ssn: un sistema sempre più al femminile’.

14 GIU - I dati parlano chiaro: le donne medico sembrano "relegate" a determinati settori della professione, in particolare all’area materno infantile e alla medicina di base, mentre sono quasi assenti in altre specializzazioni considerate appannaggio del sesso maschile (neurochirurgia. cardiochirurgia, urologia). Eppure, anche nelle università, ad oggi ogni 10 laureati, 8 risultano essere donne. Dall’analisi di questi dati si evince la necessità di una profonda riflessione sulla "femminilizzazione" della sanità, ha sottolineato il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, intervenendo stamani alla tavola rotonda ‘Sanità e prospettive per le donne medico’ organizzata nell’ambito del 44° Congresso Nazionale della Società italiana per la radiologia medica (Sirm), a Verona.
 
Martini ha quindi voluto ricordare come già lo scorso anno, a tale proposito, fu attivato sul sito web del ministero, per oltre un mese, il 1° Forum del Ministero 'La voce alle donne della sanità'. "Un luogo aperto dove poter discutere quei cambiamenti organizzativi e culturali necessari in un mondo come quello della sanità che ormai non può più fare a meno delle donne ma dove resistono differenze di genere nell’accesso a discipline mediche, reddito, carriere e in generale alle stanze dei bottoni". Grazie a questo Forum le donne hanno potuto rappresentare le proprie esperienze e le proprie proposte stabilendo un filo diretto con il Ministero. Quel che ne è emerso è che a fronte di un medico donna ogni tre camici bianchi, solo l’11,7% è risultato essere a capo di strutture complesse con rapporto esclusivo, mentre i camici rosa a capo di strutture semplici raggiungono il 26%. I dati, insomma, sembrano confermare quanto sia ancora attuale un processo di differenziazione e gerarchizzazione in campo medico. La stessa proporzione si può riscontrare tra i manager delle Asl, mentre le cose vanno addirittura peggio se si guarda alle università.

Per questo Martini ha sottolineato la necessità di intraprendere una serie di misure organizzative e culturali volte a facilitare e valorizzare il ruolo della donna medico nel Servizio sanitario nazionale" ed ha annunciato l'avvio di "un’Indagine conoscitiva sulle donne in sanità avente come obiettivi: l’analisi dei dati esistenti e comprensione dei trend, lo studio delle principali cause che determinano le differenze di accesso delle donne ai ruoli apicali del Ssn nonché ad alcune discipline mediche, lo studio delle dinamiche che possono incidere positivamente sul rapporto medico donna – paziente, lo studio dei modelli organizzativi delle strutture del Ssn in riferimento alle esigenze delle donne che vi lavorano".
I risultati dell'Indagine e le proposte avanzate dalla Commissione del Ministero saranno presentati in occasione della 1° Conferenza Nazionale sul tema ‘Ssn: un sistema sempre più al femminile’ che Martini si sta occupando di promuovere. "Proprio perché la sanità rappresenta una grande opportunità per le donne – ha concluso il sottosegretario – ritengo  strategico continuare a lavorare sulla medicina di genere e sui modelli di riferimento. Un esempio fra tutti: i tempi e l’organizzazione del lavoro dovranno cambiare quando ci sarà una prevalenza di donne in medicina. E questo può essere trainante anche per i contratti collettivi di lavoro".
 
G.R.

14 giugno 2010
© Riproduzione riservata

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