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Manovra/2. Sulla sanità rassicurazioni insufficienti

di Antonio Magi

Quest’Esecutivo si è accreditato come il “Governo del cambiamento” ecco, al ministro Grillo e ai suoi colleghi, chiediamo prima come cittadini e poi come operatori di far fede a quel contratto firmato e di dare un segnale di cambiamento vero e profondo anche e soprattutto per celebrare degnamente il 40° anniversario del Servizio sanitario nazionale, il bene pubblico più prezioso di questo Paese, e valorizzare tutti i professionisti che vi operano. 

25 SET - I ministri del Governo Conte, Luigi Di Maio e Giulia Grillo affermano che sulla sanità non ci saranno tagli. “Neppure un taglietto” sono le parole del vicepremier mentre il ministro della Salute si dice certa che per “la prima volta non ci siano tagli alla sanità”. Questo se da un lato è una buona notizia, dall’altro è una rassicurazione forse insufficiente perché come sappiamo bene per la sanità servono inveceincentivi, investimenti e incrementiper un suo rilancio anche se non nell’immediato almeno previsti da subito per i prossimi due anni.
 
I segnali che si colgono, salvo sorprese dell’ultima ora, però non sembrano indicare un rilancio del Ssn, e infatti. Il vicepremier Matteo Salvini in un’intervista sul Corriere della Sera fa sapere che si devono tagliare gli sprechi, che sicuramente ci saranno, ma se è vero che il nostro sistema, come dicono, è il quarto al mondo per efficacia dei servizi sanitari evidentemente questi “sprechi” sono minimi e dunque, mi viene da pensare, non in grado da liberare chissà quali risorse da destinare al sistema. Comunque ben vengano i tagli agli sprechi.
 
L’Osservatorio Gimbe, poi la scorsa settimana, analizzando il contratto di governo Lega-Cinque Stelle ha sottolineato come il documento “contiene sì un programma molto dettagliato e potenzialmente efficace per ridurre sprechi e inefficienze” ma non parla di un aumento del fondo sanitario nazionale, né prevede un’inversione di tendenza del rapporto spesa sanitaria/Pil; stesso discorso per ridefinizione del perimetro dei Lea, oggi solo sulla carta esigibili su tutto sul territorio nazionale. Insomma per l’Osservatorio se le premesse sono buone il rilancio del Ssn è ancora lontano, concludendo che “sul destino della sanità pubblica, il primo segnale concreto dovrebbe arrivare con la nota di aggiornamento del Def 2018. In particolare, si attende quell’inversione di tendenza del rapporto spesa sanitaria/Pil annunciata anche dalle parole del Premier Conte nel discorso per la fiducia. Se così non fosse, le rassicuranti dichiarazioni di intenti con cui si apre il capitolo Sanità nel 'Contratto per il Governo del Cambiamento' rimarranno lettera morta, lasciando ancora una volta che sia il futuro a prendersi cura del Ssn". 
 
Infine le Regioni chiedono almeno un paio di miliardi in più per il Fondo sanitario,ma la risposta che immaginiamo possa venire da via XX settembre è “fatevene bastare uno”, il solito miliardo di euro che negli ultimi anni ha coperto il costo dell’inflazione.
 
Intanto i colleghi della dirigenza medica e sanitaria,da anni in attesa del rinnovo contrattuale, non escludono uno sciopero a novembre; c’è la necessità ormai di eliminare il blocco del turn over e di tornare,dopo anni, ad assumere giovani medici a tempo indeterminato in modo da tamponare l’importante gobba pensionistica che giungerà il suo culmine massimo nel 2025; c’è da mettere al centro dell’agenda politica il tema dell’Universalità del Ssn perché troppe sono le differenze da Regione a Regione sia nelle condizioni di salute che nell’aspettativa di vita degli italiani; c’è infine da affrontare un problema - non slegato dagli altri come la carenza di medici, il de-finanziamento, e le disuguaglianze territoriali - le liste d’attesachiaro indicatore del fallimento delle politiche regionali sulla sanità territoriale.
 
Questi sono alcuni punti cruciali, per non parlare della mancanza di specialisti, degli atti di violenza nei confronti degli operatori sanitari, della necessità di rivedere la formazione e via dicendo. È evidente che sarebbe da stolti pretendere di veder immediatamente risolti problemi strutturali che nel corso degli anni si sono incancreniti nel sistema.

Quest’Esecutivo si è accreditato come il “Governo del cambiamento” ecco, al ministro Grillo e ai suoi colleghi, chiediamo prima come cittadini e poi come operatori di far fede a quel contratto firmato e di dare un segnale di cambiamento vero e profondo anche e soprattutto per celebrare degnamente il 40° anniversario del Servizio sanitario nazionale, il bene pubblico più prezioso di questo Paese ancora oggi nonostante tutto accreditato tra i migliori al mondo, e valorizzare tutti i professionisti che vi operano.
 
Antonio Magi
Segretario generale SUMAI Assoprof 

25 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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