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Manovra. Cimo: “Garantire subito le risorse del contratto per frenare l’emorragia di medici”


La chiarezza immediata su questo punto costringerà ad alzare il velo sulle gestioni regionali dei fondi sanitari e metterà in chiaro la volontà politica di assicurare il giusto a chi sta onestamente impegnando la propria energia ed elevata esperienza professionale nella sanità pubblica”. Questo il commento del presidente Cimo, Guido Quici.

05 OTT - "Il valzer di cifre sui fondi aggiuntivi richiesti per la sanità deve trovare al più presto un punto di caduta e un serio impegno da parte del Governo per affrontare le criticità che stanno portando al collasso l’assistenza sanitaria, prima fra tutte la corsa al pensionamento e la fuga dei medici ospedalieri verso il privato, fenomeni innescati anche dall’assenza di un rinnovo contrattuale. E se dalla scorsa estate si è aperto con drammatici accenti il dibattito sulla carenza dei medici, culminato con la 'scoperta' che l’invecchiamento della popolazione medica sta raggiungendo il massimo della gobba pensionistica, oggi l’allarme riguarda l’ulteriore picco di uscite dal Ssn previsto con il varo della 'quota 100'”. 
 
Questo l'allarme lanciato dalla Cimo in una nota stampa. "Sicuramente ‘quota 100’ aumenterà l’uscita dei medici dal servizio sanitario pubblico, ma è pur vero che lo stato di disagio dei medici ospedalieri è da troppi anni conclamato” - commenta il Presidente Nazionale Cimo, Guido Quici -. Già oggi i medici ultrasessantenni lavorano in condizioni insostenibili: oltre ad aver coperto con turni logoranti la carenza di personale, aver visto aumentare le responsabilità legali e diminuire la sicurezza e la formazione, i medici subiscono l’ulteriore umiliazione della mancanza di risorse e garanzie per il loro contratto. Chi continua a fare da oltre trent’anni turni nei pronto soccorso, nelle terapie intensive e nei reparti di degenza sa bene di cosa si parla; chi è in credito di centinaia di ore non pagate o di mesi di ferie non godute è testimone del profondo disagio della categoria. Per molti di costoro ‘quota 100’ può essere una soluzione a questa agonia professionale”. 
 
“Non c’è quindi da sorprendersi delle emergenze in sanità denunciate in questi mesi – aggiunge Quici – perché le premesse di questo disastro partono dal 2004, ben quattro anni prima della crisi economica, con il taglio di 2,4 mld al Fsn e, da allora il blocco del turn over ha portato ad un aumento esponenziale del precariato e all’esplosione dei contratti interinali sottopagati e illegittimi”
.
“Per frenare l’emorragia di medici che rischia di portare la sanità pubblica allo stallo, la priorità è garantire subito e ora le risorse per il contratto dei medici. La chiarezza immediata su questo punto costringerà ad alzare il velo sulle gestioni regionali dei fondi sanitari – conclude Quici - e metterà in chiaro la volontà politica di assicurare il giusto a chi sta onestamente impegnando la propria energia ed elevata esperienza professionale nella sanità pubblica”.
 

05 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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