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Riduzione delle disuguaglianze e ”Health in all policies”. Ecco la rotta del nuovo Piano nazionale di prevenzione 2020-2025


Primi incontri al Ministero della Salute per la stesura del nuovo piano quinquennale. Tra le priorità anche il rafforzamento dell’azione proattiva per essere sempre più in grado di intercettare il bisogno di salute dei cittadini e superare l’ottica basata sull’offerta e la definizione di indicatori omogenei, misurabili e robusti collegati al monitoraggio dei Lea.

23 OTT - Riduzione delle principali disuguaglianze sociali e geografiche che si osservano nel Paese, definizione di indicatori omogenei, misurabili e robusti collegati al monitoraggio dei Lea, azione proattiva mirata a intercettare i bisogni di salute. 

Sono queste alcune delle linee prioritarie per il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, frutto di un primo incontro che si è tenuto il 26 settembre 2018 presso il Ministero della Salute tra i rappresentanti del Ministero e le Regioni. L'avvio dell'elaborazione del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione è previsto dall’articolo 7 dell’Intesa Stato-Regioni del 21 dicembre 2017 che, nel sancire la rimodulazione e la proroga del Piano in corso al 2019, ha impegnato Ministero e Regioni ad avviare i lavori entro il 30 settembre 2018.

Alla riunione erano presenti, per il Coordinamento Interregionale della Prevenzione, i rappresentanti delle Regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, P.A. Trento, Piemonte, Toscana, Veneto. 
Per il Ministero della salute ha partecipato il direttore della Direzione Generale della prevenzione sanitaria, dott. D’Amario, e i rappresentanti degli uffici competenti della DG prevenzione, della DG per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione e della DG e della sanità animale e dei farmaci veterinari.

“Nel corso dell’incontro – scrive il Ministero sul proprio sito - è stata ribadita l’importanza del Piano quale documento strategico di programmazione in ambito di prevenzione e sottolineato il valore delle azioni ad oggi portate avanti dalle Regioni per la salute e il benessere della popolazione.

Il percorso di redazione del prossimo Piano sarà quindi, come per il passato, partecipato e condiviso tra livello centrale e livello regionale, anche per la definizione del sistema di monitoraggio e valutazione dei Piani regionali.

Sì è condivisa l’opportunità che il Piano si avvalga dei risultati dei progetti promossi dal CCM (metodi e strumenti) ricordando anche altre importanti esperienze oltre a quelle presentate (es. progetti di formazione sulla promozione della salute e sul modello trans-teorico del cambiamento, coordinati dalla Regione Emilia Romagna)”. 
 
“Il 26 settembre – si legge - è stata presentata, pertanto, ai partecipanti all'incontro una proposta operativa per definire il contributo di tali iniziative alla definizione del prossimo PNP, sia in termini di consolidamento dei metodi, sia di fruibilità degli strumenti e dei prodotti (tool-kit, piattaforme web, ecc.) e di trasferibilità delle esperienze.
Prossima tappa sarà la definizione di una bozza di indice del nuovo Piano, comprensiva dell’elenco dei possibili macro-obiettivi (sulla base di quanto discusso), in base alla quale sarà formulata una proposta di organizzazione dei lavori (individuazione di sottogruppi, tempistica delle attività, ecc.)”.
Le priorità e obiettivi del nuovo Piano
Priorità trasversale a tutti gli obiettivi del Piano sarà la riduzione delle principali disuguaglianze sociali e geografiche che si osservano nel Paese, correlate, in gran parte, alla esposizione ai principali fattori di rischio affrontati dal Piano, in una prospettiva coerente con l’approccio di salute in tutte le politiche.
Il nuovo PNP, inoltre, spingerà maggiormente sulla valutazione di efficacia e sulla sostenibilità, anche attraverso la scelta condivisa, all’interno dei macro-obiettivi, di azioni/interventi riconosciuti come costo-efficaci, anche tenendo conto dei nuovi LEA della prevenzione (DPCM 12 gennaio 2017), per favorirne la messa a sistema e la ampia copertura regionale. Ciò potrà permettere l’individuazione di alcuni indicatori omogenei, misurabili e "robusti", rafforzando il collegamento del monitoraggio del Piano con gli strumenti di valutazione dei LEA (Nuovo Sistema di Garanzia).

Il Piano rafforzerà l’azione proattiva per essere sempre più in grado di intercettare il bisogno di salute dei cittadini e superare l’ottica basata sull’offerta. Proprio per questo, un altro elemento importante per coinvolgere le persone nella gestione della propria salute, saranno le azioni di promozione della health literacy, alla base di un approccio finalizzato all’empowerment degli individui e delle comunità.
Aree strategiche del Piano resteranno quelle della prevenzione delle malattie trasmissibili e delle malattie croniche non trasmissibili, anche attraverso la promozione di stili di vita sani, l’attenzione ai determinanti ambientali che impattano fortemente sulla salute e sulle disuguaglianze, della prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria, in un’ottica di “One Health”.

Nell’ambito della prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili si cercherà di assicurare una maggiore integrazione con il Piano Nazionale Cronicità (PNC) per diminuire la pressione dei fattori di rischio sull’incidenza e la severità delle malattie croniche e per una più appropriata e completa applicazione dei percorsi assistenziali delle malattie croniche e della fragilità.

Approccio di genere e investimento ulteriore sul benessere dell’infanzia e dell’età evolutiva, raccordo con altri piani di settore, coinvolgimento delle cure primarie anche in termini di programmazione nonché di valutazione degli interventi, formazione e migliore utilizzo delle diverse figure professionali, efficiente allocazione delle risorse e rendicontazione del loro utilizzo sono altri aspetti affrontati che saranno approfonditi nel prosieguo dei lavori.

Infine il tema di una governance multilivello della prevenzione che sia in grado cioè di promuovere una compartecipazione sinergica tra gli interlocutori centrali, regionali, aziendali e gli attori che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di salute, per lo sviluppo di politiche intersettoriali, in coerenza con la strategia di “Health in all policies”.
Si è auspicato, inoltre, che la definizione del nuovo PNP sia contestuale a quella del sistema di monitoraggio e valutazione del PNP e dei PRP, nonché delle Linee centrali di supporto, cosicché si possa arrivare all’adozione di un’unica Intesa Stato-Regioni che contempli tutti gli aspetti.

23 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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