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Ssn. Mandelli (Fofi): “È ora di ripensarlo per mantenerlo inclusivo e universale”


Il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti su Radio 1 parla del futuro del Servizio sanitario nazionale. “Dopo quarant’anni, anche questo istituto, un’eccellenza a livello mondiale, sta entrando in crisi. Occorre lavorare sulle cure territoriali e sulla prevenzione”.

15 NOV - “Ormai diamo per scontata la possibilità di accedere senza condizioni alle cure di cui abbiamo bisogno ed è merito del nostro Servizio Sanitario Nazionale universalistico. Dopo quarant’anni, però, anche questo istituto – un’eccellenza a livello mondiale – sta entrando in crisi”. È quanto ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, intervenendo nella puntata odierna della trasmissione di approfondimento Obiettivo Radio 1 dedicata alla povertà sanitaria.
 
“Tutte le indagini e i rapporti, quelli dell’Istat e dell’Osservatorio del Banco Farmaceutico come quelli di Cittadinanzattiva, testimoniamo di un numero crescente di cittadini che devono rinunciare alle cure, a causa della lunghezza delle liste di attesa, sono circa 2 milioni, e soprattutto per ragioni economiche: circa 4 milioni” prosegue Mandelli.
 
“In questa situazione chi può ricorre a prestazione private, e difatti la spesa sanitaria “out of pocket” è cresciuta del 9,6% dal 2013 al 2017, toccando 37,3 miliardi. Certamente occorre aumentare le risorse pubbliche destinate alla sanità, che da tempo oscillano attorno al 6,5-6,8% del PIL, ma bisogna anche procedere a un ripensamento dell’assistenza pur mantenendo fermi i principi di inclusione e di universalità”.
 
Al di là della congiuntura economica sfavorevole, i fattori che determinano la crescita della spesa sanitaria sono strutturali: l’aumento dell’aspettativa di vita, il conseguente aumento delle malattie croniche, così come il crescente flusso di innovazioni in campo farmacologico e tecnologico.
 
“Non esiste una soluzione unica per salvaguardare il nostro modello sanitario, ma occorre agire su più fronti” approfondisce il presidente della FOFI.
 
”Si deve riorganizzare l’assistenza per affrontare le patologie croniche sul territorio, così da ridurre le acuzie e la progressione della malattia, evitando quindi il ricorso all’ospedale e a cure di secondo livello intrinsecamente più costose. Altrettanto importante è operare sul piano della prevenzione e dell’educazione sanitaria: giustamente si parla di empowerment del cittadino, ma questo significa anche promuovere abitudini corrette, come l'abbandono di fumo e abuso di alcol, e l’attività fisica. Sono misure che chiunque può attuare a costo zero, anzi risparmiando direttamente. E anche la crescente spesa privata potrebbe essere razionalizzata, trasformandola in un secondo pilastro per il finanziamento delle cure: sono possibili diverse soluzioni, dalle polizze alle mutue. Solo così” conclude Andrea Mandelli “potremo assicurare il futuro del nostro Servizio Sanitario”.

15 novembre 2018
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