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Ipovisione e cecità. Il 2% degli italiani soffre di gravi limitazioni. Aumentano i pazienti ma scendono finanziamenti e numero di centri. La Relazione al Parlamento


Il report del Ministero della Salute segnala una forte disomogeneità sul territorio nazionale. Il numero dei casi assistiti risulta aumentato rispetto all’anno precedente, passando da 22.091 nel 2016 a 26.900 nel 2017. Il numero totale dei centri risulta diminuito rispetto agli anni precedenti: da 70 del 2015 a 51 nel 2017 (erano 59 nel 2016). Il problema riguarda più gli anziani ma sono forti le criticità per la riabilitazione nell’infanzia. LA RELAZIONE

08 MAR - “Nel nostro Paese due persone su cento, dai 15 anni in su, soffrono di gravi limitazioni sul piano visivo, percentuale che sale al 5,4% tra chi ha più di 65 anni e all’8,6% per chi ha almeno 75 anni. Se si sommano le limitazioni visive moderate a quelle gravi dai 75 anni in poi ne soffrono 43 persone su 100, il 33,4% a partire dai 65 anni e il 17,6% dai 15 anni in su”.A fare il punto sulla prevenzione dell’ipovisione e della cecità nel nostro Paese la Relazione annuale al Parlamento ai sensi della Legge 284/97 sulla riabilitazione visiva.
 
Il documento riporta tutte le attività svolte in questo settore nel 2017, dal Ministero, da IAPB Italia onlus, dal Polo Nazionale dei Servizi e Ricerca per la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva e dalle Regioni, nel pieno rispetto della trasparenza sui programmi di azione e sugli obiettivi raggiunti.
 
Centri di prevenzione e riabilitazione visiva
La revisione delle attività svolte dalle Regioni ha evidenziato una leggera riduzione del numero dei Centri rispetto alla precedente rilevazione e ha confermato una forte disomogeneità sul territorio nazionale. Il numero totale dei centri risulta diminuito rispetto agli anni precedenti: da 70 del 2015 a 51 nel 2017 (erano 59 nel 2016).

Nella distribuzione territoriale si nota che alcune Regioni hanno favorito una presenza più capillare dei Centri stessi, mentre altre hanno cercato di centralizzarli, magari con il fine di garantire una maggiore specializzazione. 8 Regioni e le 2 Province Autonome hanno dichiarato di avere un solo Centro; tra queste figurano anche Regioni con grande estensione territoriale.

La distribuzione territoriale dei Centri secondo l’International Standards for Vision Rehabilitation: Report of the International Consensus Conference di Roma 2015, presuppone tre livelli di servizi che si differenziano per complessità di assistenza e copertura territoriale:
- primo livello, capillare sul territorio, ha funzione di screening, di classificazione, di prima assistenza
- secondo livello, che esegue la riabilitazione visiva e anche il follow-up riabilitativo, agisce in un contesto multidisciplinare con tutta la tecnologia disponibile
- terzo livello svolge attività di ricerca, di formazione e di raccolta dati.
Un tale quadro di organizzazione assistenziale dovrebbe divenire l’obiettivo da realizzare da parte delle Regioni.
 
Alcuni dati sull'assistenza e riabilitazione visiva. Il numero dei casi assistiti risulta aumentato rispetto all’anno precedente, passando da 22.091 nel 2016 a 26.900 nel 2017. L’incremento dei casi (+4809) segnala un aumento significativo della domanda di riabilitazione visiva, in particolare nelle persone ultrasessantacinquenni.

Per quanto riguarda la tipologia dell’assistenza, in base all’età target della popolazione, nel 2017 i Centri per la riabilitazione visiva degli adulti risultano in percentuale maggiore (46,6%) rispetto alla fascia di età compresa tra 0 e i 18 anni (23,3%). 

In effetti in termini di incidenza e prevalenza la disabilità visiva dell’anziano risulta nettamente preponderante: solo per quanto riguarda la degenerazione maculare legata all’età la perdita della visione centrale raggiunge percentuali a due cifre negli ultrasettantenni. Tuttavia il quadro della riabilitazione visiva dell’infanzia presenta notevoli criticità: prima tra tutte la distribuzione dei centri specializzati sul territorio nazionale, nel centro sud d’Italia cinque Regioni (circa sei milioni di cittadini) non hanno servizi pediatrici specifici per la diagnosi e la riabilitazione visiva.
 
I finanziamenti. Infine, la forte decurtazione del finanziamento previsto dalla Legge 284, avvenuta con la legge di stabilità passando dalla somma di 2.109.382,42 € per il 2012 alla somma di soli 194.082,00 € previsti per le attività svolte nel 2013, successivamente ridotti ai 176.217,00 € del 2017, ha inciso negativamente sulle prestazioni erogate e sui servizi offerti ai disabili visivi.
 
 

08 marzo 2019
© Riproduzione riservata
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