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Liberalizzazioni. Fioroni (Pd): “Sulle farmacie e i generici valuteremo modifiche”

di Lucia Conti

Intervista ad Anna Rita Fioroni, commissione Industria del Senato. Pd resta a favore della liberalizzazione della fascia C. Disponibili a verificare le criticità del decreto, soprattutto per eliminare le disparità sui concorsi. Sui generici, spingere le imprese verso l'innovazione

01 FEB - "Il Partito Democratico resta dell'idea che si debbano liberalizzare tutti i farmaci della fascia C. Ma credo che questo obiettivo possa essere raggiunto con gradualità per non compromettere la tenuta del sistema farmacia". Ad affermarlo, Anna Rita Fioroni, senatrice del Pd, componente della commissione Industria del Senato, che propro ieri ha avviato l'esame sul decreto liberalizzazioni.
L'abbiamo intervistata per capire quali spazi possano esserci ad eventuali modifiche nella parte riguardante le farmacie e i farmaci generici.  
 
Senatrice Fioroni, in questi mesi il dibattito sulla liberalizzazione delle farmacie ha sollevato forti polemiche, che non si sono spente nonostante le diverse modifiche apportate prima al decreto Salva Italia e ora a quello Cresci Italia. Qual è la sua opinione sul testo definitivo del decreto in materia di farmacie?
Le liberalizzazioni devono andare verso due obiettivi: assicurare un mercato più aperto e competitivo, quindi prezzi più bassi per i consumatori, ed eliminare tutte le barriere di accesso a determinati settori. La proposta del PD è chiara e riguarda in particolare la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C in canali diversi dalle farmacie, che oggi costituiscono un mercato chiuso. Il Governo era partito da questa linea, ma poi ha deciso di non percorrere questa strada. Credo, comunque, che nel medio-lungo termine debba essere questo l’obiettivo. Che è però possibile raggiungere con gradualità, tenuto conto della specificità del settore, che si intreccia con la salute dei cittadini.

Le farmacie chiedono la modifica del decreto e in particolare l’aumento del quorum farmacia/abitante. C’è disponibilità in commissione a rivedere l’articolo 11?
In commissione valuteremo l’impatto delle norme, tenendo conto anche delle criticità denunciate dalle categorie. Cercheremo quindi di trovare le opportune soluzioni normative per evitare che il decreto sia eccessivamente penalizzante per l'intero sistema distributivo. Qualche modifica credo che sarà fatta.

Quali potrebbero essere le criticità su cui intervenire?
Partiamo dalla consapevolezza che il decreto ha scontentato sia i farmacisti titolari di farmacia che quelli di parafarmacia. I primi preoccupati soprattutto dell’abbassamento del quorum e dell’impatto sul sistema derivante dall’apertura di un numero di farmacie ritenuto troppo elevato. I secondi perché hanno visto deluse le loro aspettative sulla liberalizzazione della vendita dei farmaci e si sentono comunque penalizzati dall’attuale norma sia per quanto riguarda l’accesso ai concorsi che rispetto all’apertura delle nuove farmacie. Disparità che credo vadano colmate, considerato che le parafarmacie sono entrate nel mercato facendo investimenti consistenti su esercizi che ora saranno invece meno remunerativi a causa dell’aumento della pianta organica.
Quando si parla di farmacie e parafarmacie, infatti, non dobbiamo dimenticare che si tratta di soggetti che sono imprenditori oltre che professionisti. La finalità ultima resta comunque quella di abbassare i prezzi.

Un’altra norma che ha suscitato polemiche è quella sui farmaci generici che, secondo Farmindustria, rischia di mettere in ginocchio molte aziende per le forti perdite che avranno nel mercato interno.
Il generico va promosso, sempre seguendo la finalità del risparmio per i cittadini. Anche in questo caso, però, parliamo di una materia delicata, che interferisce anche con l’attività prescrittiva del medico e la tutela della salute dei cittadini. Saranno quindi necessari degli approfondimenti.
Per quanto riguarda le industrie, pur comprendendo le preoccupazioni delle aziende del farmaco, credo che non si debba tanto frenare la diffusione del generico, quanto intervenire con norme a sostegno dell’innovazione e della ricerca. Ritengo sia questa la soluzione migliore per dare spazio al generico senza penalizzare le imprese del farmaco branded: aiutare queste ultime a spingersi sempre più verso le nuove frontiere del farmaco, affinché sia questa la loro principale area di produzione e quindi il loro principale mercato di riferimento.
 
Lucia Conti


 

01 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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