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Interrogazioni/2. Coletto su Croce Rossa Roma: “Turnazioni garantiscono minimo di 11 ore di riposo tra un turno e l’altro”


"Viene garantito inoltre almeno 1 giorno di riposo a settimana. In ordine all'asserita omessa sterilizzazione delle ambulanze e dei presìdi in dotazione alle diverse unità, la Cri-Roma ha assicurato di utilizzare esclusivamente dispositivi monouso". Così il sottosegretario alla Salute rispondendo ieri in Commissione Affari Sociali alla Camera all'interrogazione di Novelli (FI).

11 APR - "In merito alle criticità relative alla gestione del Comitato della Croce Rossa Italiana dell'area metropolitana di Roma Capitale,con riferimento alle asserite 'turnazioni estenuanti', è stato data assicurazione che la turnazione viene articolata nel rispetto del Contratto collettivo nazionale di lavoro della associazione nazionale pubbliche assistenze, garantendo al personale un minimo di 11 ore di riposo tra un turno lavorativo e l'altro, ed almeno 1 giorno di riposo nella settimana. Inoltre, le ore di straordinario e gli eventuali cambi di turno vengono preventivamente concordati con il singolo dipendente, ed inseriti solo in caso di accettazione da parte dello stesso". 
 
Queste alcune delle rassicurazioni fornite ieri dal sottosegretario alla Salute, Luca Coletto, che ha risposto in Commissione Affari Sociali alla Camera all'interrogazione presentata da Roberto Novelli (FI) in tema di criticità della situazione lavorativa degli operatori della Croce Rossa dell'area metropolitana di Roma.
 
Questa la risposta integrale del sottosegretario Coletto:
 
"In merito alle criticità relative alla gestione del Comitato della Croce Rossa Italiana dell'area metropolitana di Roma Capitale, richiamate nell'interrogazione parlamentare in esame, il Ministero della salute ha ritenuto di interessare il Segretario generale della Croce Rossa italiana, il quale ha fornito le seguenti informazioni, relative alle singole criticità riportate nell'articolo di stampa del 23 febbraio 2019.
Con riferimento alle asserite «turnazioni estenuanti», è stato data assicurazione che la turnazione viene articolata nel rispetto del Contratto collettivo nazionale di lavoro della associazione nazionale pubbliche assistenze, garantendo al personale un minimo di 11 ore di riposo tra un turno lavorativo e l'altro, ed almeno 1 giorno di riposo nella settimana.
Inoltre, le ore di straordinario e gli eventuali cambi di turno vengono preventivamente concordati con il singolo dipendente, ed inseriti solo in caso di accettazione da parte dello stesso.

Quanto alla gestione delle chiamate, occorre ricordare che lo smistamento delle stesse ai singoli equipaggi non è effettuato dal Comitato CRI di Roma, bensì dalla centrale operativa ARES 118, che gestisce il Servizio di emergenza territoriale extra-ospedaliero; la Croce Rossa, infatti, non gestisce l'attivazione dei soccorsi sul territorio, ma mette a disposizione, come da apposita Convenzione, le risorse necessarie affinché la Centrale possa fornire una pronta risposta alle necessità della cittadinanza.
In riferimento alle presunte criticità delle divise degli operatori, la CRI di Roma ha comunicato di aver elaborato e adottato un protocollo operativo relativo alla «Gestione degli indumenti da lavoro» – diffuso, condiviso e pubblicato su di un sistema di gestione accessibile a ciascun operatore già dal 2016 – che è specificamente rivolto a garantire la tutela degli operatori e dei pazienti trasportati dal rischio biologico.

Tale procedura offre dettagliate indicazioni in merito a: uso e conservazione degli indumenti di lavoro; valutazione dello stato degli indumenti e procedure di sicurezza in ipotesi di contaminazione; cadenze periodiche entro cui procedere alla sanificazione dei vari indumenti utilizzati e non contaminati; procedure per la gestione degli indumenti contaminati; attività di pulizia e sanificazione degli indumenti, e relativi moduli per attivare detti servizi; sostituzione indumenti danneggiati.
In ordine all'asserita omessa sterilizzazione delle ambulanze e dei presìdi in dotazione alle diverse unità, la CRI-Roma ha assicurato di utilizzare esclusivamente dispositivi monouso che, venendo smaltiti dopo il loro impiego, non richiedono alcuna attività di sterilizzazione.
Inoltre, CRI-Roma ha adottato una specifica procedura inerente alla «Sanificazione e sanitizzazione dei mezzi di soccorso», volta a disciplinare in modo uniforme e omogeneo le modalità operative per l'igienizzazione e decontaminazione dei vani dei mezzi di soccorso.

Tale procedura descrive in modo dettagliato le diverse operazioni di «sanificazione/sanitizzazione/decontaminazione» che devono essere effettuate con cadenza giornaliera o settimanale, da parte dell'operatore, in ragione dell'intervento di soccorso realizzato.
Inoltre, le operazioni di sanificazione vengono documentate su un apposito registro indicante: data e ora di avvenuta sanificazione; firma dell'operatore sanitario; targa del mezzo e postazione; azione posta in essere: il tutto al duplice scopo di lasciare indicazioni all'equipaggio del turno successivo e di conservare una tracciabilità dell'operato svolto, in modo da permettere al funzionario responsabile di valutare eventuali negligenze o omissioni del personale in servizio.

CRI-Roma ha, peraltro, acquistato il sistema «Pure-Health» per la sanificazione costante e continua delle pareti interne del vano sanitario.
Circa le criticità nelle sedi romane da dove partono i soccorsi, con particolare riferimento alla Sede di San Pietro, la CRI-Roma ha chiarito che essa è, in realtà, solo un mero locale di deposito di materiali, costituito da due piccoli ambienti, dove insistono una scrivania, delle sedie e taluni armadi contenenti materiale sanitario per l'equipaggiamento delle ambulanze.
Pertanto, tale sede non costituisce una base di partenza per i soccorsi né, tanto meno, un luogo di deposito delle bombole di ossigeno, atteso che il rifornimento di queste viene effettuato direttamente presso la sede principale CRI di Via Ramazzini n. 31, ove il deposito è ubicato in posizione idonea e tenuto in stato di assoluta sicurezza, in conformità con le prescrizioni di legge in materia.
All'interno della struttura di San Pietro è, inoltre, presente una pompa di calore idonea al riscaldamento della sede: pertanto, non corrisponde al vero la circostanza che gli operatori sarebbero costretti ad utilizzare una stufetta per riscaldarsi.

La CRI-Roma, ha, infine, precisato che la sede di San Pietro non costituisce un «luogo di lavoro» – per il quale debbano valere le disposizioni del decreto ministeriale 10 marzo 1998, in materia di sicurezza antincendio e gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro – trattandosi, bensì, di un mero deposito materiali nonché locale di rifornimento delle autoambulanze. In questa sede, dunque, in conformità al Disciplinare tecnico Servizio mezzi di soccorso ARES 118, è garantita ai dipendenti la sola Postazione di Stazionamento, per tale dovendosi intendere l'area di sosta di mezzi e dei relativi equipaggi in attesa dell'attivazione del Servizio.

Con riferimento, invece, alla postazione del Nuovo Salario, la CRI-Roma ha comunicato di aver provveduto a rimuovere i materassi citati nell'articolo di stampa di cui si discute, al fine di garantire più adeguate condizioni di igiene per gli operatori.
Da ultimo, circa la Sede di San Basilio, si segnala che essa è stata chiusa per motivi inerenti all'utenza elettrica e non in relazione a presunti interventi della polizia locale a seguito di esposti del vicinato.

Ciò posto in relazione alle dettagliate notizie rese dal Segretario Generale della Croce Rossa Italiana, intendo ringraziare l'onorevole interrogante poiché con il suo atto ispettivo ha consentito al Ministero della salute di acquisire le necessarie rassicurazioni circa la correttezza delle attività e delle procedure seguite dalla CRI di Roma, a garanzia sia della sicurezza e della dignità dei suoi operatori, sia soprattutto della efficienza del servizio che viene da sempre reso a beneficio della collettività".
 
Roberto Novelli (FI), replicando, osserva che, in base al tenore della risposta, la Croce Rossa dovrebbe farsi carico di denunciare per procurato allarme gli operatori che hanno diffuso le notizie oggetto della sua interrogazione. Rilevando che la risposta fornisce rassicurazioni circa le modalità con cui viene assicurato un importante servizio sanitario, si interroga sulle ragioni che hanno portato alla formulazione di accuse di tale gravità da parte di operatori del settore. Rileva, inoltre, che la risposta non fornisce elementi in ordine al credito che la Croce Rossa vanterebbe nei confronti dell'agenzia regionale del Lazio per i servizi sanitari di emergenza. Si dichiara, quindi, complessivamente soddisfatto della risposta ma nello stesso tempo preoccupato, invitando pertanto a mantenere una vigilanza rispetto ai temi oggetto dell'interrogazione.

11 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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