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Biotestamento: Roccella, difficile arrivi in Aula prima della pausa estiva


Il sottosegretario, Eugenia Roccella, intervenuta al “sanit”, il forum internazionale della salute in corso di svolgimento a Roma, si è detta scettica sulla possibilità che l’Aula di Montecitorio arrivi a votare il Ddl sul biotestamento prima dell’estate.

23 GIU - Che fine ha fatto il testo sul testamento biologico approvato dal Senato nel marzo del 2009 e fermo da mesi in XII Commissione alla Camera? L’iter della legge, dopo la morte di Eluana Englaro, aveva assunto i connotati di una vera e propria corsa contro il tempo “per evitare altri casi Englaro” si era detto. Governo e maggioranza di centrodestra si erano “spesi” per far approvare il Ddl Calabrò (dal nome del suo relatore al Senato) quanto prima.
 
E adesso? È  “difficile” che il disegno di legge sul testamento biologico arrivi in Aula alla Camera prima della pausa estiva. A dirlo è il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, secondo la quale “non ci sono proprio i tempi” sia perchè ancora mancano i pareri di diverse Commissioni sul provvedimento, sia per gli impegni che dovrà affrontare l’Aula di Montecitorio da qui alla fine di luglio quando scatterà la pausa estiva.
 
Il testo messo a punto in commissione Affari Sociali, relatore Di Virgilio, è cambiato rispetto a quello licenziato da palazzo Madama dove dovrà tornare per essere riapprovato definitivamente se non verrà a sua volta mutato, dando quindi vita a alla spola parlamentare.
 
Il sottosegretario Roccella è comunque soddisfatta del testo che definisce “abbastanza equilibrato” in quanto tiene conto “della libertà di decidere” ma anche delle “garanzie da fornire alle persone in un momento di fragilità”. Quando si parla di idratazione e nutrizione, ha aggiunto la Roccella, “familiari e infermieri ben sanno che non si tratta di terapie ma di un gesto di accudimento”.
 
Infine, la Roccella intervenuta al convegno sul fine vita organizzato al Sanit di Roma, suggerisce che non si parli più solo di “alleanza terapeutica” ma anche di “alleanza di cura”. L’infermiere “ha la possibilità di fluidificare le relazioni non sempre facili tra sistema sanitario, medici, familiari e pazienti”. E per farlo al meglio “va sentita di più la voce della categoria, e non solo dei medici, anche nei percorsi decisionali del Parlamento”.
 
S.S.

23 giugno 2010
© Riproduzione riservata

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