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Interpellanza. Sileri su rischi sostanze industria chimica: “Da Ministero della Salute controlli su 49 imprese italiane”


"Verranno effettuati gli approfondimenti più appropriati ed avviare, qualora ritenuto necessario, le conseguenti attività di indagine in collaborazione con le autorità di controllo a livello territoriale". Così il viceministro della Salute rispondendo oggi alla Camera all'interpellanza di Ianaro (M5S), riguardante alcuni dati divulgati da parte di una Ong ambientalista tedesca sulla produzione e l'uso di sostanze chimiche pericolose per la salute umana in UE.

11 OTT - "In merito poi alle 49 imprese italiane menzionate dall'Ong, assicuro che il Ministero della Salute intende effettuare gli approfondimenti più appropriati ed avviare, qualora ritenuto necessario, le conseguenti attività di indagine in collaborazione con le autorità di controllo a livello territoriale. Inoltre, in merito alle iniziative volte a limitare l'uso e l'immissione in commercio di sostanze per le quali i rischi per la salute umana e per l'ambiente si rivelino non adeguatamente controllati, garantisco l'impegno del Ministero della Salute a rafforzare la partecipazione ad azioni regolatorie comunitarie nel prossimo quinquennio".
 
Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, rispondendo oggi in Aula alla Camera all'interpellanza presentata da Angela Ianaro (M5S), riguardante alcuni dati divulgati da parte di una Ong ambientalista tedesca sulla produzione e l'uso di sostanze chimiche pericolose per la salute umana in UE.
 
Di seguito la risposta integrale del viceministro Sileri:
 
"Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole, professoressa Ianaro, che nell'illustrazione ha già delineato il percorso di controllo delle sostanze chimiche in Europa attraverso l'Agenzia e mediante un regolamento che controlla la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e l'eventuale restrizione delle sostanze.
 
L'Echa, cioè l'Agenzia europea, che per semplicità ora chiamerò sempre “Agenzia europea”, raccoglie e mantiene i dati scientifici prodotti dalle imprese sulle sostanze fabbricate, importate e utilizzate. Sulla base di tali dati, tale Agenzia avvia le procedure regolatorie previste dal regolamento Reach, poc'anzi enunciato, per la gestione di eventuali rischi evidenziati e propone alla Commissione europea i connessi emendamenti al regolamento stesso.
 
Il regolamento affida agli Stati membri dell'Unione europea il compito di instaurare un sistema di controlli ufficiali ed altre attività adeguate alle circostanze.
 
In merito all'evidenziata non conformità delle sostanze in questione, segnalo che è necessario distinguere quali obblighi del Reach si presume siano stati violati. Sottolineo che la citata Agenzia, in base alla procedura richiamata dal regolamento, svolge una verifica della conformità dei fascicoli di registrazione su almeno il 5 per cento dei fascicoli ricevuti. Tale verifica riguarda la rispondenza agli obblighi di informazione sulle sostanze sancite dal regolamento, obblighi che riguardano le caratteristiche di pericolo delle sostanze stesse e, per talune sostanze pericolose e prodotte in grandi volumi, la valutazione della sicurezza chimica negli scenari di utilizzo previsti delle stesse.
 
In esito a questo processo di valutazione, l'Echa invia puntualmente, alle competenti autorità degli Stati membri nei quali le aziende risultate implicate hanno sede, la conclusione della valutazione, con annessa richiesta di avviare ogni opportuna azione di controllo. Preciso che tale conclusione determina una violazione solo nei casi in cui, a fronte della non conformità evidenziata, decorsi i termini di legge, le aziende non hanno risposto alle richieste di integrazione dei dati chimico-fisici, tossicologici e eco-tossicologici da fornire con la registrazione delle sostanze di cui al regolamento Reach.
 
Per quanto reso pubblico ad oggi dall'Agenzia europea, la non conformità dei fascicoli di registrazione delle sostanze in possesso della stessa Agenzia corrisponde a circa il 70 per cento dei fascicoli esaminati. La scarsa qualità dei fascicoli di registrazione è stata evidenziata nel rapporto della Commissione europea sul funzionamento del Reach nel 2018.
 
L'Italia, insieme agli altri Stati membri, ha condiviso con la stessa Commissione la necessità di rafforzare l'impegno dell'Agenzia per la verifica della conformità dei fascicoli di registrazione, ed ha sostenuto l'adozione di un recente emendamento del regolamento, che stabilisce che la percentuale dei fascicoli da sottoporre a controllo sia innalzata dal 5 al 20 per cento di quelli in possesso dell'Echa. Tale misura concorrerà al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile per la tutela della salute e dell'ambiente individuati a livello comunitario.
 
Desidero garantire che il Ministero della Salute, in quanto autorità competente per il Reach nel nostro Paese, partecipa attivamente a tutte le attività di valutazione coordinate dall'Agenzia europea, avviando ogni azione di controllo ritenuta necessaria. Infatti, lo Stato italiano, come previsto dal regolamento, ha instaurato un sistema di controlli ufficiali per la verifica del rispetto della conformità alle disposizioni dello stesso regolamento.
 
L'accordo in Conferenza permanente Stato-regioni del 29 ottobre 2009, tra il Governo e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, concernente il sistema dei controlli ufficiali e relative linee di indirizzo per l'attuazione del regolamento Reach, disciplina la programmazione e l'organizzazione dei controlli ufficiali. Sulla base di tale accordo, il Ministero della Salute adotta, su base annuale, un Piano nazionale per l'attività di controllo sui prodotti chimici e pubblica rendicontazioni in merito ai risultati dei controlli condotti l'anno precedente.
 
Tra le attività previste nei citati piani di controllo, è opportunamente considerata la conduzione di attività di indagine in risposta alle richieste dell'Agenzia. In merito alle sostanze menzionate dall'organizzazione non governativa tedesca, si rappresenta in particolare che il dibutilftalato è incluso nella lista di sostanze in autorizzazione nel Reach, con data di scadenza 21 febbraio 2015, e pertanto risulta vietato il suo uso in Europa, a meno che non sia stata rilasciata un'autorizzazione da parte della Commissione europea all'impresa che intende utilizzarla. Il tricloroetilene è incluso nella lista di sostanze autorizzate nel Reach, con data di scadenza 21 aprile 2016, e, pertanto, risulta vietato il suo uso in Europa, a meno che non sia stata, anche in questo caso, rilasciata un'autorizzazione da parte della Commissione europea all'impresa che intende utilizzarla. L'acetato di metile è una sostanza registrata congiuntamente da 25 imprese, con un volume di produzione dalle 100 mila al milione di tonnellate l'anno; non è soggetta al momento attuale ad alcun processo regolatorio restrittivo e autorizzativo, in quanto non rientra tra le sostanze identificate dall'Europa come estremamente preoccupanti. Le misure di gestione del rischio a garanzia dell'uso sicuro individuate nel rapporto sulla sicurezza chimica devono essere adeguatamente trasmesse in allegato alla scheda dei dati di sicurezza e rispettate dagli utilizzatori.
 
In merito poi alle 49 imprese italiane menzionate dall'ONG, assicuro che il Ministero della Salute intende effettuare gli approfondimenti più appropriati ed avviare, qualora ritenuto necessario, le conseguenti attività di indagine in collaborazione con le autorità di controllo a livello territoriale. Inoltre, in merito alle iniziative volte a limitare l'uso e l'immissione in commercio di sostanze per le quali i rischi per la salute umana e per l'ambiente si rivelino non adeguatamente controllati, garantisco l'impegno del Ministero della Salute a rafforzare la partecipazione ad azioni regolatorie comunitarie nel prossimo quinquennio".
 
“Apprendo con soddisfazione che questo Governo sta mostrando la giusta attenzione a una problematica, quella della protezione della salute rispetto ai rischi di determinate sostanze prodotte dall’industria chimica, che riguarda tutti i cittadini”, ha commentato in una nota stampa Angela Ianaro.
 
“L’allarme lanciato recentemente da una ong ambientalista tedesca sulla possibile violazione da parte delle imprese della normativa europea sull’utilizzo di sostanze altamente nocive per l’uomo e l’ambiente, deve destare grande preoccupazione e deve essere seguita da iniziative concrete di controllo e prevenzione da parte delle istituzioni. Parliamo, infatti, di sostanze come il dibutilftalato o l'acetato di metile”, sottolinea Ianaro, “che non sono solo impiegate nei processi industriali, ma con cui le persone possono entrare in contatto ogni giorno, essendo contenute nei cosmetici, nei vestiti, nei mobili, nei giocattoli o nelle calzature”.
 
“Ritengo che, alla luce dei dati fino ad oggi resi pubblici, sia necessario intraprendere un’azione di trasparenza, prevedendo il coinvolgimento di tutti i soggetti responsabili della tutela della salute pubblica. L’industria chimica svolge un ruolo fondamentale nella vita quotidiana e nella competitività generale dell’economia: per questo, è fondamentale migliorare la conoscenza dei rischi e dei pericoli derivanti dai prodotti chimici, portando avanti un’azione congiunta e strutturale, anche a livello europeo, in modo da assicurare più elevati livelli di protezione”, conclude la deputata del MoVimento 5 Stelle.
 

11 ottobre 2019
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