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“Basta discriminazioni contro i diabetici”. Fdg chiede abrogazione delle vecchie leggi che vietano l’accesso a molti lavori ma spesso anche la patente per la guida


La Federazione diabete giovanile denuncia il perdurare di “un pregiudizio che spinge una parte dei datori di lavoro a non assumere i diabetici”. La colpa, secondo Fdg, è anche di una serie di vecchie norme presenti nell nostro ordinamento, mai concretamente abrogate, che escludono i lavoratori diabetici da certi lavori. E sulla scia di quanto già accaduto in Spagna, scrive ai ministri di Salute, Lavoro, Interno, Giustizia e Difesa per chiedere che siano abrogate queste leggi. LA LETTERA AI MINISTRI

24 GEN - Non possono lavorare a bordo delle navi, né intraprendere la carriera militare. Ma spesso non possono neanche guidare un'auto, visto che, a volte per eccesso di prudenza, sono ancora molti i medici che non rilasciano l’idoneità fisica per la patente alle persone con diabete non invalidante.
 
A denunciarlo è la Federazione Giovanile Diabete che, sulla scia di quanto accaduto in Spagna (dove per eliminare tali discriminazioni sono state abrogate le disposizioni che impedivano l’accesso dei lavoratori diabetici alle Forze Armate ed ai Corpi di sicurezza dello Stato stabilendo che ogni caso venga valutato singolarmente alla luce delle conoscenze scientifiche del momento) ha scritto ai ministri di Salute, Roberto Speranza; del Lavoro, Nunzia Catalfo; dell'Interno, Luciana Lamorgese; della Giustizia, Alfonso Bonafede; e della Difesa, Lorenzo Guerini, per chiedere di abrogare le disposizioni che anche in Italia limitano l’accesso al lavoro alle persone con diabete.

In realtà, nel nostro ordinamento esiste già una norma (art. 8 della legge n. 115 del 1987) che sancisce che “la malattia diabetica priva di complicanze invalidanti non costituisce motivo ostativo al rilascio del certificato di idoneità fisica per la iscrizione nelle scuole di ogni ordine e grado, per lo svolgimento di attività̀ sportive a carattere non agonistico e per l’accesso ai posti di lavoro pubblico e privato, salvo i casi per i quali si richiedano specifici, particolari requisiti attitudinali”.

La legge, quindi, è chiara: l’inidoneità non è una condizione presente in tutte le persone con diabete. Può esserci, ma solo nel caso che di “conseguenze invalidanti” della malattia, da valutare, secondo la Fdg, “caso per caso”.

Tuttavia, nonostante la legge 115, la Fdg denuncia “il permanere un pregiudizio che spinge una parte dei potenziali datori di lavoro a non assumere lavoratori diabetici”.

La colpa, però, non è tutta solo dei pregiudizi, secondo la Federazione Diabete Giovanile. “Alla legge del 1987 non è stato dato compiuto seguito, perché sarebbe stato necessario l’adattamento di norme di legge o regolamentari al principio sancito da tale legge. Ed infatti, permangono nel nostro ordinamento una serie di norme, ancora formalmente in vigore, che escludono i lavoratori diabetici, per la sola presenza della malattia, da numerosi impieghi pubblici e privati”.

Tra gli esempi che la Federazione cita al nostro giornale, c'è il Regio Decreto legge 14 dicembre 1933, n. 1773 per l’“Accertamento dell'idoneità fisica della gente di mare di prima categoria”, convertito in legge dalla L. 22 gennaio 1934, n. 244. Poi il Decreto del Ministero della Difesa 4 giugno 2014 in materia di “Approvazione della direttiva tecnica riguardante l'accertamento delle imperfezioni e infermità che sono causa di non idoneità al servizio militare e della direttiva tecnica riguardante i criteri per delineare il profilo sanitario dei soggetti giudicati idonei al servizio militare”. E anche il Dpr 16 dicembre 1992, n. 495 in materia di “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada”.

Ai ministri la Federazione Diabete Giovani chiede, dunque, di “valutare l’opportunità di proporre un intervento legislativo in grado di adattare la nostra legislazione al livello delle attuali conoscenze scientifiche in modo da far venir meno le persistenti discriminazioni nel pieno rispetto delle esigenze di sicurezza da valutare individualmente”. A questo scopo la Federazione offre ai ministeri la piena collaborazione, “per mezzo dei nostri consulenti tecnici sia in campo medico che in campo giuridico, fornendole tutta la documentazione che ritenga di utilità”.

Chiesto anche un incontro “al fine di pervenire ad un possibile provvedimento che riteniamo di indubbio interesse pubblico”.

24 gennaio 2020
© Riproduzione riservata
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