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Milleproroghe. Aim: “Ferma contrarietà a innalzamento età pensionabile dirigenti medici”


“Sorpresi che il Governo del 'cambiamento', invece di attuare le leggi vigenti con l’emanazione dei relativi decreti attuativi, proponga proroghe per l’entrata in vigore del limite dei due mandati consecutivi per le cariche Esecutive dei Consigli Direttivi e dei Comitati Centrali degli Ordini professionali sanitari”. Così l'Associazione Italiana Medici commenta gli emendamenti al decreto all'esame della Commissione Bilancio della Camera.

27 GEN - "Esprimiamo la nostra ferma contrarietà ad ogni ipotesi di innalzamento dell’età pensionabile dei dirigenti medici del Servizio Sanitario Nazionale oltre il limite dei quarant’anni di servizio e fino a 70 anni di età. Oltre a quanto chiaramente dimostrato dalle evidenze scientifiche circa le possibili implicazioni sulla sicurezza delle cure dei cittadini, puntualmente richiamate dalla Fondazione Gimbe, riteniamo che i contra di siffatta iniziativa superino di gran lunga i pro". Così l'Associazione Italiana Medici commenta gli emendamenti al decreto all'esame della Commissione Bilancio della Camera.
 
"Infatti, ad esempio, è lecito attendersi che la stragrande maggioranza dei dirigenti che aspirino a rimanere in servizio ricoprano, oggi, ruoli apicali (purtroppo non sempre esenti dal condizionamento della politica regionale, stanti le attuali modalità di selezione dei responsabili delle unità operative complesse e di individuazione della governance delle Aziende sanitarie) e, pertanto, permanendo nel ruolo impedirebbero la progressione di carriera degli altri medici che abbiano i titoli per farlo, facendo da 'tappo' a cascata anche per i livelli di responsabilità sottostanti. Ciò rappresenterebbe un ulteriore 'incentivo' ad abbandonare il servizio sanitario pubblico a favore del privato, rivelatosi già di gran lunga più attrattivo, come emerso da più analisi. Ed il danno sarebbe doppio, poiché le Regioni - e sembra adesso anche il Governo che ne recepisce le loro istanze in forma di emendamenti alla Milleproroghe - invece che lavorare per rendere più attrattivo il servizio pubblico per i nostri specialisti, intenderebbero reclutare specializzandi a partire dal terzo anno di corso; per di più, riproponendo una interpretazione assai discutibile, per non dire creativa, della formazione a tempo parziale prevista dalla normativa europea, ed abbassando gli standard di qualità dell’assistenza ai danni dei pazienti",  afferma l’Aim.
 
"Semmai, tali competenze senior, dopo l’entrata in quiescenza e per un periodo di due anni, potrebbero essere utilmente recuperate, ma al di fuori di ogni rapporto di lavoro, con funzioni tutoriali a supporto della formazione dei giovani medici per quelle strutture che facciano parte di reti formative accreditate delle scuole di specializzazione".

E l’Aim non fa sconti al Governo neanche sul fronte dell’ipotesi di proroga dell’entrata in vigore del limite dei due mandati consecutivi per le cariche Esecutive dei Consigli Direttivi e dei Comitati Centrali degli Ordini Professionali, attraverso un emendamento che intenderebbe modificare la Legge 3 del 2018, entrata in vigore nell’ormai lontano febbraio 2018.
 
"Tale legge mirava a riformare, seppur timidamente, la governance degli Ordini professionali in ambito sanitario, introducendo alcuni elementi positivi nel senso di favorire il ricambio generazionale nella rappresentanza e l'equilibrio di genere, nonché di favorire la partecipazione al voto attraverso la possibilità di istituire più seggi distribuiti nel territorio, ovvero di prevedere l’adozione del voto telematico. Tuttavia, tali aspetti innovativi giacciono in larga parte inapplicati a causa del mancato completamento dell’iter di emanazione dei decreti attuativi. Orbene, spiace rilevare come, a ben due anni dalla promulgazione della legge, il Ministero della Salute, piuttosto che accelerare l’iter di implementazione della norma, si affretti a presentare un emendamento che intenda far slittare ancora in avanti l’entrata in vigore della legge 3/2018, per di più a distanza di pochi mesi dalle prossime elezioni per il rinnovo delle cariche ordinistiche provinciali e degli organi di governo dell’Ente previdenziale Enpam".
 
Ne conseguirebbe che, nel caso degli Ordini dei medici chirurghi ed odontoiatri, soggetti che ricoprono ruoli apicali da almeno due mandati, e in taluni casi sin da più di due decenni, potrebbero ricandidarsi per ulteriori due mandati e rimanere in carica, quindi, per altri quattro o addirittura otto anni (poiché la legge ha esteso da 3 a 4 anni la durata del mandato, parte questa che non necessita di attuazione), favorendo la cristallizzazione delle posizioni e tutto ciò che ne consegue. "Spiace dirlo, ma, in tema di sanità l’attuale governo appare schiacciato su posizioni che appaiono più orientate alla restaurazione che al cambiamento, ammiccando ai potentati professionali che vogliono rifarsi una verginità, pur avendo compartecipato, in passato, all’adozione di politiche che mettono oggi a rischio la sostenibilità del nostro Ssn", conclude l'Aim.
 

27 gennaio 2020
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