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Coronavirus. Fnomceo su Decreto ‘Cura Italia’: “Bene il sistema delle lauree abilitanti, no ai neolaureati in corsia. Subito 10mila borse”


Il presidente dell’Ordine dei medici plaude all’abolizione dell’esame di stato ma giudica “impensabile l’introduzione dei neolaureati in corsia, se non in situazioni di catastrofe e comunque per un periodo di tempo limitato. Per la gestione del Covid-19 occorrono figure altamente specializzate, anestesisti-rianimatori, infettivologi che non possono in alcun modo essere sostituite”

17 MAR - “Bene il sistema della laurea abilitante, introdotto dal nuovo Decreto Legge in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Si tratta di una deburocratizzazione delle procedure, che facilita l’iter e alleggerisce le incombenze”. Così il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta il nuovo Decreto Legge, annunciato dal Consiglio dei Ministri con un comunicato. 
 
Tra le disposizioni introdotte, quelle sull’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, “con la previsione che il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia abiliti all’esercizio della professione di medico chirurgo, previo giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio pratico-valutativo svolto all’interno del corso di studi”. 
 
“Ora il sistema va preservato in termini di qualità- continua Anelli -. Da parte nostra, stiamo stendendo linee guida per una procedura semplificata di iscrizione all’Albo, considerando anche la situazione di emergenza per cui molti Ordini sono chiusi o decimati nell’organico, con l’obiettivo di dare immediatamente agli abilitati la possibilità di iscriversi”.
 
“Chiediamo al Governo un ulteriore impegno, quello di prevedere subito diecimila borse, in modo da far entrare nelle Specializzazioni e al Corso di Medicina Generale tutti i neolaureati e i medici già presenti nell’imbuto formativo – afferma -. Si eviterebbe così un gap nella formazione di un’intera leva di medici, che non solo inficerebbe la corretta gestione dell’epidemia, ma che, finita l’emergenza, si ripercuoterebbe in un gap di qualità di tutto il sistema”.
 
“Impensabile”, invece, secondo il presidente Fnomceo, l’introduzione dei neolaureati in corsia, “se non in situazioni di catastrofe e comunque per un periodo di tempo limitato”.
 
“Per la gestione del Covid-19 occorrono figure altamente specializzate, anestesisti-rianimatori, infettivologi – spiega -, che non possono in alcun modo essere sostituite. Possiamo pensare di anticipare ulteriormente l’ingresso degli specializzandi negli ospedali, magari già dal secondo anno di corso, ma solo in concomitanza con un percorso formativo”. 
 
“Già oggi i medici specializzandi degli ultimi anni di corso possono essere impiegati nel Servizio sanitario nazionale. Questo dá la possibilità alle Università di ampliare sin da ora l’offerta formativa – conclude -. Chiediamo dunque al Governo un nuovo provvedimento, per cui ogni Scuola raddoppi il suo fabbisogno e vengano stanziate le diecimila borse per le Scuole e il Corso per la Medicina Generale”. 

17 marzo 2020
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