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Coronavirus. Al Senato approvate due mozioni: una di maggioranza su parità di genere; ed una di minoranza per “limitare” il potere decisionale dei comitati di esperti


La mozione di maggioranza, tra i numerosi impegni, invita il Governo a realizzare un piano straordinario di misure finalizzato al sostegno e all'incentivazione del lavoro femminile in modo da rendere compatibili i tempi della vita e del lavoro, ed a prevedere un prolungamento dei congedi parentali ulteriore rispetto a quanto introdotto dal Decreto Cura Italia. L'altra mozione, accolta solo in parte, punta anche a favorire la conciliazione "vita-lavoro" nonché modelli di riorganizzazione scolastica che consentano ai genitori il ritorno alle attività lavorative. LE MOZIONI

14 MAG - Approvate ieri in Aula al Senato due mozioni. La prima, presentata da diversi senatori di maggioranza impegna il Governo in tema di parità di genere e sostegno alle donne lavoratrici. La seconda, di minoranza, approvata solo in alcuni punti, interviene invece sulle misure messe in atto in questi mesi per il contrasto all'epidemia di Covid-19.
 
Più nel dettaglio, la mozione sulla parità di genere, impegna il Governo in ben 17 punti, prevedendo tra le altre cose la possibile adozione di un piano straordinario di misure finalizzato al sostegno e all'incentivazione del lavoro femminile in modo da rendere compatibili i tempi della vita e del lavoro, oltre ad un possibile prolungamento dei congedi parentali ulteriore rispetto a quanto introdotto dal Decreto Cura Italia.
 
Questi nel dettaglio gli impegni della mozione:
1) a predisporre un piano straordinario di misure finalizzato al sostegno e all'incentivazione del lavoro femminile in modo da rendere compatibili i tempi della vita e del lavoro, al fine di consentire alle donne lavoratrici la possibilità di dedicarsi alla famiglia senza correre il rischio di perdere il lavoro e senza incorrere in atteggiamenti discriminatori e di riprendere al più presto le attività lavorative prevedendo, a tal fine, strumenti di programmazione concreti per la riorganizzazione del sistema scolastico e di ogni servizio alla famiglia; il riordino e il potenziamento degli incentivi, anche selettivi, per sostenere l'ingresso o il rientro delle donne nel mondo del lavoro; la definizione di misure a favore delle famiglie con persone con disabilità o con anziani non autosufficienti; l'incremento del fondo per le politiche della famiglia per il potenziamento dei centri estivi diurni per i bambini e i ragazzi fino a 14 anni; l'incremento del bonus baby sitting per l'assistenza e la sorveglianza dei figli minori fino a 14 anni di età, indipendentemente dall'attività lavorativa svolta dal genitore con la possibilità che sia utilizzato anche per l'iscrizione ai servizi integrativi per l'infanzia e ai servizi socio-educativi territoriali;
 
2) a proporre un intervento di modifica della normativa sullo smart working, soprattutto rispetto al diritto di disconnessione e in modo che siano le lavoratrici a scegliere l'organizzazione dei tempi del loro lavoro, prevedendo comunque anche per loro il bonus baby sitting e introducendo misure ancora più stringenti rispetto a quelle previste per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco, anche istituendo un apposito numero telefonico a tal fine dedicato;
 
3) a prevedere un prolungamento dei congedi parentali ulteriore rispetto a quanto previsto dal decreto-legge "cura Italia", incrementandone il valore, rendendoli paritari e fruibili obbligatoriamente da entrambi i genitori indipendentemente dall'attività lavorativa svolta, con particolare riferimento ai genitori con figli minori di 12 anni e a prescindere dalla sospensione dei servizi educativi per l'infanzia e delle attività didattiche nelle scuole;
 
4) a tutelare il lavoro di cura e quindi la figura del caregiver familiare, che spesso è rivestita dalle donne, attraverso il riconoscimento del suo valore per la società e a valutare l'opportunità di prevedere e proporre un sistema di premialità fiscale per consentire la deduzione delle spese sostenute per il lavoro di cura;
 
5) a predisporre un piano nazionale dei tempi e degli orari che favorisca la compatibilità tra orario di lavoro e le esigenze derivanti dalla forte riduzione dei servizi, che investirà prevalentemente le donne lavoratrici, in modo da prevenire possibili comportamenti discriminatori;
 
6) a rafforzare e implementare misure volte a superare le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere in ambito lavorativo e professionale per donne lesbiche e transgender nonché misure volte a sostenere l'inserimento lavorativo di donne vittime di abusi e di violenza, delle donne vittime di tratta e delle vittime del mercato della prostituzione;
 
7) a prevedere misure di emersione dal lavoro nero e sommerso di colf e badanti, consentendo ai datori di lavoro di mettersi in regola, in un tempo definito, con il pagamento dei contributi;
 
8) a promuovere ogni utile iniziativa al fine di sostenere la crescita e l'educazione dei bambini e delle bambine di tutte le famiglie, anche monoparentali;
 
9) a introdurre misure finalizzate alla riduzione del "digital divide" che ancora oggi penalizza le donne, in particolare nelle aree più svantaggiate del Paese;
 
10) ad adottare tutte le iniziative necessarie al raggiungimento dell'obiettivo n. 5 dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;
 
11) a prevedere una "strategia nazionale per la parità di genere", per colmare i persistenti divari di genere nel mondo del lavoro, a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, di sviluppare il pieno potenziale femminile nelle imprese, nella politica e nella società, nonché di conseguire un equilibrio di genere a livello decisionale e politico;
 
12) a garantire una paritaria progressione di carriera per le donne, in modo da eliminare quel "tetto di cristallo" che ha finora impedito alle donne di occupare ruoli apicali sebbene ne avessero le competenze, eliminando ogni forma di discriminazione e favorendo lo sviluppo di una cultura organizzativa e di rispetto delle diversità di genere ancora troppo spesso carente nel nostro contesto lavorativo;
 
13) a prevedere di valorizzare le donne nei prossimi piani di stabilizzazione del lavoro precario nell'ambito della sanità, nonché della ricerca biomedica;
 
14) a garantire alle donne il necessario supporto psicologico e psicoterapeutico per affrontare la "fase 2" per la riorganizzazione del lavoro e del contesto familiare con le prestazioni previste dall'articolo 24 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, recante la definizione e l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza;
 
15) a valutare l'opportunità di intervenire sulla normativa vigente al fine di individuare una percentuale dei beni confiscati alle associazioni mafiose da destinare ad uso e utilizzo delle imprese femminili, in modo da rafforzare la presenza dell'imprenditoria femminile, contrastare la precarietà del lavoro delle donne, in particolare delle giovani donne e dare slancio alla vocazione femminile;
 
16) a istituire l'osservatorio istituzionale presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri per la valutazione dell'impatto di genere come prassi ordinaria nella fase ex ante progettuale di qualsiasi iniziativa legislativa, politica, strategica, programmatica, indispensabile per cambiare metodo di decisione e superare diseguaglianze e valorizzare le diversità. A tal fine occorre: effettuare ricognizioni della normativa di genere vigente; raccogliere dati comparabili sulla parità tra i generi, nonché statistiche disaggregate in base al sesso; quantificare le ricadute sull'occupazione femminile degli investimenti e delle politiche pubbliche in materia di occupazione e di formazione; assicurare il coordinamento delle amministrazioni in materia di analisi dell'impatto della regolamentazione (AIR), nonché di verifica dell'impatto della regolamentazione (VIR), per quanto concerne i profili di genere; favorire l'avvio di sperimentazioni finalizzate alla definizione di metodologie e di indicatori relativi alla misurazione di fenomeni sociali ed economici non ancora compiutamente indagati nella prospettiva di genere; favorire e promuovere la realizzazione e la diffusione di statistiche di genere, anche attraverso il censimento delle ricerche e pubblicazioni di interesse per l'informazione statistica ufficiale, inserita nel programma statistico nazionale, realizzate anche da soggetti che non fanno parte del sistema statico nazionale (SISTAN); formulare suggerimenti e proposte finalizzati all'individuazione di nuove esigenze informative, tematiche emergenti nonché analisi, studi, ricerche e metodologie di particolare interesse in un'ottica di genere;
 
17) a continuare a perseguire a livello europeo, in aggiunta alle specifiche misure del momento necessarie ad arginare gli effetti della pandemia, ogni politica e misura finalizzata a promuovere la parità tra donne e uomini, sostenendola nell'ambito dei programmi strategici pluriennali a largo raggio e nella programmazione delle risorse, per colmare il divario in materia di occupazione, retribuzioni, pensioni e processo decisionale, eradicare la violenza di genere e aiutare le vittime e promuovere la parità di genere e dei diritti delle donne nel mondo, in primo luogo garantendo l'integrazione sistematica della dimensione di genere nelle politiche della UE.
 
La mozione di minoranza, invece, è stata approvata con parere favorevole del Governo solo in 2 dei 5 impegni che conteneva.
 

Questi gli impegni approvati dal Senato:
 
2) ad adottare indirizzi nei confronti dei singoli ministri e dell'intero Governo affinché il supporto degli esperti venga limitato alla sfera meramente tecnica e che le decisioni sulle misure da adottare per contrastare l'emergenza epidemiologica ed economica siano demandate alla politica e, in particolare, al circuito Governo-Parlamento;
 
5) a promuovere ogni iniziativa utile a favorire la conciliazione "vita-lavoro" nonché modelli di riorganizzazione scolastica che consentano ad entrambe i genitori parità di condizioni nel ritorno alle attività lavorative evitando, in particolare, il rischio della segregazione femminile.

 

14 maggio 2020
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