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Test sierologici Covid. La Fnomceo in audizione al Senato: “Pieno appoggio all’indagine nazionale ma si può fare ancora di più”


Perché lo studio avviato ieri risulti pienamente efficace e, soprattutto, non si esaurisca con gli outcome, ma sia punto di partenza per una strategia completa di monitoraggio e sorveglianza epidemiologica si potrebbe, con minimi aggiustamenti, fare ancora di più ha spiegato in audizione Filippo Anelli come ad esempio mettere i risultati dei test, anche in forma anonima e aggregata, e comunque nel rispetto della privacy, a disposizione del medico di medicina generale o pediatra di libera scelta che hanno in carico l’assistito. IL TESTO INTEGRALE DELL'AUDIZIONE

26 MAG - Bene la messa in atto dell’indagine di sieroprevalenza, appena partita su un campione Istat di 150mila italiani, decisa dal Governo su indicazione degli scienziati per stabilire in che misura e tra quali fasce di popolazione abbia circolato il Coronavirus responsabile del Covid-19. Benissimo il coinvolgimento, nel progetto, dei medici del territorio, al fine di assicurare l’adesione dei loro assistiti.
 
Ma, perché lo studio risulti pienamente efficace e, soprattutto, non si esaurisca con gli outcome, ma sia punto di partenza per una strategia completa di monitoraggio e sorveglianza epidemiologica, di individuazione e trattamento dei soggetti ancora positivi e di isolamento dei loro contatti – quella che, in gergo, è conosciuta come la strategia delle “tre T”, testare, tracciare, trattare – si potrebbe, con minimi aggiustamenti, fare ancora di più.
 
È questo, in sintesi, il senso di quanto esposto questa mattina dal Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ascoltato in audizione informale dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato, in merito alla legge di conversione del decreto -legge 30/2020, “Misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2 D.L. 30/2020 – A.S. 1800”.
 
“La FNOMCeO ritiene fondamentale l’adesione ad un percorso di screening massivo da parte dei cittadini, che si realizzi previa informazione e consenso a cura dei medici che eseguono il test, dirigenti medici del Dipartimento di Prevenzione-SPESAL e dei medici competenti, nel rispetto della normativa sulla privacy e – sarebbe forse opportuno esplicitarlo – in ottemperanza alle disposizioni di cui agli artt. 11 (Riservatezza dei dati personali) e 12 (Trattamento dei dati sensibili) del codice di deontologia medica – ha affermato Anelli-. Infatti, la strategia delle “tre T” (testare, tracciare e trattare) è riconosciuta come la via da seguire per uscire dalla pandemia, individuando e spegnendo sul nascere i nuovi focolai. I medici del territorio e degli ospedali possono e debbono avere un ruolo importante in ciascuno di questi step. Testare più persone possibili con i test sieriologici, tracciare con app o indagini i contatti dei casi positivi per testarli e isolarli dalla comunità e, infine, trattare i malati con l’assistenza ospedaliera o domiciliare coordinata”.
 
“La FNOMCeO ritiene che il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta rappresenti un passo importante perché essi sono il primo riferimento di tutti i cittadini del nostro Paese e costituiscono uno strumento formidabile di osservazione, consiglio, intervento precoce e cura dell’intera popolazione italiana– ha continuato -. Risulta, infatti, determinante il coinvolgimento della medicina territoriale per l’adesione dei cittadini al progetto, condizione necessaria per il raggiungimento degli obiettivi preposti”.
 
“Sarà decisiva anche la capacità della medicina generale del territorio di diffondere un’informazione capillare ai cittadini italiani sui comportamenti individuali e dei nuclei familiari in grado di prevenire la diffusione del virus e di sorvegliare qualunque anomalia possa indicare l’attivazione o il sospetto di nuovi focolai epidemici– ha aggiunto ancora -. Inoltre, non possiamo non evidenziare che l’avere a disposizione i risultati dei test sierologi inerenti ai loro assistiti costituirebbe uno strumento importante per l’attività di monitoraggio e sorveglianzaepidemiologica degli 80.000 medici territoriali che abbiamo definito “sentinella”. La funzione dei Medici di Medicina Generale è di fatto quella di essere le sentinelle epidemiologiche primarie nonché efficaci valutatori del ‘Risk Assessment’, ossia la valutazione del rischio in base alla minaccia. Questo è il risultato dell’opportunità di poter osservare in tempo reale ciò che avviene e conoscere nel dettaglio le situazioni cliniche di tutta la popolazione.”.
 
Ma quali sono gli aggiustamenti proposti dalla Fnomceo? Innanzitutto, mettere i risultati dei test, anche in forma anonima e aggregata, e comunque nel rispetto della privacy, a disposizione del medico di medicina generale o pediatra di libera scelta che hanno in carico l’assistito. Questo per coinvolgerli pienamente anche negli ulteriori passaggi e accertamenti da attivare. In primo luogo, come già previsto, il tampone ai positivi ma anche la loro presa in carico per il monitoraggio dei sintomi, l’assistenza, l’eventuale prescrizione di terapie e la messa in atto dell’isolamento e del tracciamento dei contatti. Essere al corrente dei risultati dei test costituirebbe un’importante arma in più per i “medici sentinella”, oltre al criterio clinico, che non permette di individuare gli asintomatici.
 
“Con riferimento al comma 6 dell’art. 1 del provvedimento che prevede che “campioni raccolti presso gli appositi punti di prelievo vengono analizzati e refertati dai laboratori individuati dalle regioni e dalle province autonome, che comunicano i risultati delle analisi svolte all'interessato e, per il tramite della piattaforma di cui al comma 2, ai soggetti di cui al comma 1”, ossia al Ministero della salute e all’Istat, questa Federazione ritiene che dovrebbe essere valutata la possibilità di prevedere opportune modalità per comunicare tali dati, anche in forma anonima e aggregata, e in ogni caso in ottemperanza alla normativa sulla privacy, anche al medico di medicina generale e al pediatra di libera scelta che hanno in carico l’assistito ha spiegato Anelli-. Si valuti inoltre l’opportunità di chiarire, nel caso in cui il risultato delle analisi del soggetto interessato evidenzi la presenza di anticorpi specifici, quali siano gli ulteriori passaggi od accertamenti da attivare.  Si sottolinea la necessità anche in questa fase di coinvolgere i medici del territorio (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni ed esterni e medici competenti). Si rileva altresì come il contributo richiesto ai suddetti medici sia cospicuo e di valore, ma altrettanto oneroso in termini di tempo, di lavoro svolto e di responsabilità. Non possiamo non rilevare come allo stato attuale, all’interno di questo provvedimento, non sia previsto alcun fondo ad hoc da destinarsi per tale fattispecie”.
 
Tra i suggerimenti avanzati dalla Fnomceo, anche “la rendicontazione puntuale delle spese” e la possibilità di affiancare al test attualmente utilizzato, che rileva l’avvenuto contatto con il virus ma nulla dice sullo sviluppo di un’immunità, anche i test che dosano gli anticorpi anti-S, che, avendo dimostrato una stretta correlazione con gli anticorpi neutralizzanti le placche virali, sono indice di immunità.

26 maggio 2020
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